Tra le novità di Palazzo Vecchio anche la prossima vendita degli edifici pubblici dismessi, tra questi rientrerebbe la struttura che tante amministrazioni comunali ha visto inciampare in corso d'opera. La convivenza tra il Centro Sociale di via Villamagna nel Quartiere 3 e i residenti ha vissuto una fase altalenante di tollerabilità limitata ad alcuni eventi partecipati. Non sono mancate raccolte di firme da una parte e dall'altra per la chiusura e l'apertura della stessa struttura che ha ospitato diverse serate a tema ed eventi culturali.
Vissuta dagli 'occupanti' come una grande casa in cui esprimersi e da molti come il 'mostro' urbanistico da recuperare poiché vinto dal degrado e dall'indifferenza. "Ce la sta mettendo veramente tutta - scrivono in una nota diramata alla stampa gli occupanti della struttura di via Villamagna a Firenze Sud - dopo Bogiankino-Morales (1989) e Domenici (2001) ecco che, il sindaco più invidiato dalla destra, Matteo Renzi, vuole essere ricordato per colui che metterà la parola fine all'esperienza politico-culturale del Centro Popolare Autogestito Fi-sud". "L'avversione nei confronti del CPA non può divenire una medaglia da attaccarsi alla giacca, d'altra parte un vanitoso della risma di Matteo non può, e certamente non vuole, essere da meno dei suoi predecessori.
Ma il “nostro“ pare che ultimamente soffra d'insonnia perchè non lo fanno giocare a quel giochino che fa tanto innervosire i centrosinistri: le primarie. Per cercare di distrarsi dal senso di frustrazione, cento ne pensa (e quante ne fa?), e come nella migliore tradizione dei prestigiatori, invece che il cappello magico, usa le caramelle di cui ne ha sempre una in bocca: una caramella, un'idea. Ed infatti un giorno si sveglia e si accorge che il futuro di questa città è nel cambiare nome alle strade.
Ma in particolare gli rode aver a che fare con i lavoratori ATAF che non ne vogliono sapere di essere merce di scambio per gli interessi economici". L'ultima trovata, in ordine di tempo è il Bilancio - Scommessa. Si cambiano 13 “destinazione d'uso“ per rendere appettibili, cioè vendibili, beni di proprietà pubblica e nel frattempo si sta a guardare. C'è però un piccolo particolare: questo giochino a noi non piace" scrivono ancora. Appena poco tempo fa avevamo già avuto modo di dirlo: “non mancheremo di far sentire la nostra voce … per contrastare l'amministrazione", concetto che ci pareva chiaro e di facile comprensione, ma a quanto pare ci siamo sbagliati.
Vedremo di individuare al più presto le forme che possano rendere chiaro quanto avevamo detto, a meno che Matteo non si inventi un nuovo balocco: l'innalzamento della tensione"