Dopo un restauro durato 10 anni, torna visibile il più bello dei portali del Duomo di Firenze: la Porta della Mandorla, ultima delle sette porte della Cattedrale ad essere decorata. Il poetico nome le deriva dalla gotica aureola a forma di mandorla, sorretta da angeli, dentro cui la bellissima Madonna Assunta eseguita da Nanni di Banco, porge la sacra cintola ad un incredulo San Tommaso, mentre nell’angolo inferiore destro, un misterioso orso s’arrampica ad un albero. Il restauro ha interessato non solo la Porta della Mandorla, ma un’ampia porzione della facciata pari a circa 700 metri quadri. Si tratta dell’opera monumentale che meglio documenta l’evoluzione della scultura fiorentina tra la fine del Tre e gli inizi del Quattrocento: un frontispizio di marmo in rilievo e intarsiato alto 18 metri, realizzato tra il 1391 e 1422 da maestri di più generazioni tra cui Donatello, Giovanni Tedesco, Lorenzo d’Ambrogio, Niccolò di Pietro Lamberti e Bernardo Ciuffagni e soprattutto Nanni di Banco.
Nanni e i suoi collaboratori realizzeranno questa scena monumentale in 11 sezioni, verosimilmente assemblate in loco dopo il decesso del maestro nel 1421. Fu infatti la morte prematura dell’artista a oscurare la fama dell’opera, elogiata dal Vasari ma da lui erroneamente attribuita a Jacopo della Quercia. Tra i collaboratori di Nanni di Banco si ipotizza anche la presenza del giovane Luca della Robbia per la forte rassomiglianza di alcuni degli angeli musicanti con i fanciulli che Luca eseguirà per la celebre cantoria di Santa Maria del Fiore, oggi al Museo dell’Opera.
Martedì 5 giugno, alle ore 11.00, presentazione del restauro di fronte alla porta della Mandorla alla presenza del presidente dell’Opera del Duomo, Franco Lucchesi, di sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo Metropolita di Firenze, e del sindaco Matteo Renzi. Interverrano i soprintendenti Cristina Acidini, Marco Ciatti, Alessandra Marino e il direttore del Museo dell’Opera, Timothy Verdon.