“Oggi Firenze è stata al centro dell’attenzione nazionale su un tema urgentissimo: la proliferazione delle sale gioco e le sue pesanti conseguenze sociali. I Comuni italiani sono decisi a porre il problema al Parlamento, per ottenere una normativa chiara che affidi alle autonomie locali il potere di intervenire sulle autorizzazioni”. E’ quanto afferma il vicesindaco Dario Nardella, che ha coordinato il seminario che si è tenuto stamani all’altana di Palazzo Strozzi, organizzato da Anci, dalla rivista di diritto e dal Comune di Firenze. “Il tema dei giochi pubblici in questo periodo ha attirato molte attenzioni, fino ad attivare un vero allarme sociale – ha detto il vicesindaco nel suo intervento - Il quadro normativo è debole e i Comuni purtroppo hanno le armi spuntate”, anche perché le sale da gioco non sono classificabili come attività commerciali, ma piuttosto come pubblici servizi.
Da qui la proposta per dare ai Comuni “la possibilità di decidere sulle aperture sulle sale di nuova generazione, e non solo su quelle tradizionali come avviene oggi”. L’assessore alle attiività produttive di Prato Roberto Caverni ha sottolineato come “il fenomeno prenda connotati diversi per cultura e strato sociale, acquisendo una sua specificità”: a Prato ad esempio la forte comunità cinese è massicciamente propensa al gioco d’azzardo. I vari interventi hanno poi affrontato gli aspetti giuridici e normativi, evidenziando come problema di fondo la mancanza di uno strumento di raccordo fra i vari soggetti competenti: Monopolio di Stato , Questure, Prefetture, Comuni, Regioni, Ministero dello Sviluppo Economico: da qui l’importanza di una nuova Legge Quadro.