La mattina del 4 aprile scorso la vittima di un’aggressione si presentò al Commissariato di Polizia “San Giovanni” con due profonde ferite alla spalla provocate da un’arma da taglio. Convito dagli agenti, l’uomo - un fiorentino di 34 anni - acconsentì a farsi visitare in ospedale dove furono diagnosticate le sue gravi condizioni con prognosi di 30 giorni. Una volta fuori pericolo di vita - le ferite avevano interessato anche un polmone - la parte lesa decise di raccontare l’intera vicenda agli stessi poliziotti diretti dal Dr.
Giuseppe Solimene, che subito si misero a lavoro per rintracciare i responsabili dell’accaduto. L’episodio risalirebbe alla sera del 3 aprile quando, secondo il racconto del 34enne, l’uomo avrebbe fatto un incontro con una coppia di conoscenti (un uomo ed una donna) al parco delle Cascine. Già ubriaco avrebbe poi consumato con i due dello stupefacente, assumendo così un cocktal micidiale di alcool e droga che lo ha messo al tappeto in pochi istanti. Al suo risveglio, avvenuto circa cinque ore dopo, il fiorentino si è ritrovato da solo, vistosamente ferito e rapinato di 2 cellulari e del suo denaro contante (circa 400 euro).
Gli investigatori hanno passato al setaccio tutta la zona reperendo indizi e ascoltando gli eventuali testimoni della vicenda. Gli elementi raccolti hanno permesso in poco tempo di stringere il cerchio intorno ai due principali sospetti, le stesse persone indicate dalla parte lesa: un 39enne cagliaritano e una donna di 35 anni originaria del Valdarno. La loro serrata ricerca ha portato gli inquirenti in un casolare abbandonato nella provincia di Firenze, ultima dimora nota della coppia in fuga.
Durante un controllo proprio in quel casolare è saltata fuori una Sim Card di uno dei telefonini portati via alla vittima la notte della rapina. Circostanza questa che inserita in una dettagliata ricostruzione dei fatti ha portato il GIP di Firenze ad emettere un mandato di cattura per entrambi i soggetti ritenuti responsabili dell’aggressione. Ieri i due sono stati rintracciati dalla Polizia Ferroviaria alla stazione di Cagliari dove avevano preso a vivere da pochi giorni. Ora si trovano in carcere per rispondere dei reati di rapina aggravata, lesioni personali, spaccio di stupefacenti e porto abusivo dell’oggetto utilizzato nell’aggressione.