Per più di un anno i Cantieri Solidali – Laboratorio Politico della Comunità delle Piagge hanno monitorato la crescita del numero dei videogiochi nella stessa area oggetto della mappatura presentata nell’aprile 2011. Il dato è allarmante: nella sola zona del Quartiere 5 compresa tra le Piagge e Novoli i videogiochi (tipo slot) sono aumentati di circa il 35% passando da 160 a 216. Se a questi numeri andassero ad aggiungersi le circa 100 slot del mega casinò di Via Stuparich (nei locali dell’Ex-Stefan) la cui apertura è stata, sino ad ora, di fatto impedita dalla mobilitazione di un Comitato di cittadini, sostenuti da alcune forze politiche, come il gruppo perUnaltracittà, e grazie ai ripetuti dinieghi della Questura, Peretola diventerebbe una vera e propria Las Vegas di periferia.
Non sappiamo ancora se l’ultimo stop della questura – la richiesta di apertura era stata presentata da un prestanome – sarà quello definitivo: l’enorme cartellone mobile pubblicitario che circola da alcuni giorni nelle strade di Firenze annuncia per domani l’apertura di un “ristocasinò”, guarda caso con lo stesso nome (Stardust) con cui doveva aprire la temuta Sala Giochi. Secondo i gestori, nel locale si svolgerebbero soltanto giochi di società con spettacoli all’americana, ma, viste le premesse, gli abitanti restano all’erta ed in contatto con istituzioni e Questura. In ogni caso, che si tratti di nuova Sala Giochi o di innocente ristorante con intrattenimenti, alla luce delle cifre registrate da Cantieri, bisogna purtroppo rilevare che, nonostante le numerose occasioni pubbliche di confronto, nonostante i Consigli aperti, le mozioni contro l’apertura di nuove sale giochi, la mobilitazione di cittadini ed istituzioni di prossimità, la zona in questione rimane particolarmente appetibile per questo tipo di esercizio commerciale. E i cittadini? Sono giustamente preoccupati. Secondo i dati nazionali del Cnr, chi tenta la fortuna sono sempre le fasce più deboli per uscire dalla crisi: il 66% sono disoccupati, il 47% indigenti, il 56% comunque di ceto medio-basso.
Colpisce l’altissima percentuale di studenti delle scuole medie superiori: secondo la stessa fonte l’11% dei minori sarebbe a rischio di dipendenza. Dai dati del SERT del Q5, che ha aperto uno sportello per le dipendenze, risultano in forte aumento le persone di oltre 30 anni, compresi anziani e pensionati, che si rivolgono a loro per problemi di gioco patologico. Nella maggior parte dei casi queste persone non hanno avuto in passato altri tipi di problemi quali ad es. alcool o droga ma, semmai, al contrario, ricorrono all'alcool successivamente per lenire preoccupazioni e angosce legate agli enormi debiti contratti per giocare (senso di colpa verso le famiglie ridotte in condizioni economiche disastrose). Molti Comuni si stanno muovendo per arginare il fenomeno anche con strumenti normativi locali che limitano l’apertura di certe tipologie di sale giochi adottando vincoli urbanistici specifici. Come mai il Comune di Firenze, anche a fronte dell’impegno, partito dal Q5 e confermato in Consiglio Comunale con l’approvazione di mozioni all’unanimità in questo senso, non si decide ad assumersi maggiori responsabilità ed a mettere in campo strumenti più vincolanti? Si sa che l’autorizzazione all’apertura di sale giochi di moderna generazione (quelli con le slot) segue la legislazione nazionale ma se questi esercizi commerciali proliferano sempre nelle solite zone, guarda caso spesso di periferia, e finiscono con l’impattare massicciamente sul contesto urbano, perché non si dovrebbe osare di più? E nel frattempo, sono stati costituiti, come promesso, dei tavoli efficaci con la Questura (e non solo convegni di facciata di cui si dà risalto sui giornali di quartiere) che gioca un ruolo fondamentale nell’iter autorizzatorio? Non si possono lasciare i cittadini in balia della speranza d i un diniego del Questore basato solo su criteri soggettivi stabiliti di volta in volta, occorre fissare anche dei limiti oggettivi che possano servire al Questore stesso quando prende le sue decisioni.
Questo, ne sono convinti i cittadini e gli attivisti dei Cantieri Solidali, è compito dell’amministrazione cittadina.