Dopo le gravi emergenze che hanno messo in ginocchio la Toscana si erano alzate fortemente le voci circa una stretta al sistema delle "costruzioni facili" e da vari fronti erano nate promesse ad un piano che ponesse diversi paletti per coloro che intendessero variare la conformazione del territoirio a vantaggio dell'edilizia ed a scapito dell'ambiente. "Mai più si costruirà in prossimità dei corsi d'acqua" aveva detto il presidente Enrico Rossi ed a fare eco a queste parole era stata l'assessore Maria Rita Bramerini e l'assessore Anna Marson indicando di prioritaria importanza una maggiore attenzione per le sorti di un territorio fortemente modificato da esigenze contingenti che non hanno guardato, negli anni, alla salvaguardia quanto alla libertà di edificare, variare, apportare modifiche strutturali causa poi dei danni in corso d'opera. Secondo Mauro Romanelli che per anni ha difeso le idee dei Verdi in Toscana, ora come Sel, la Legge presentata in Regione non ha risposto con continuità a queste promesse: “A proposito del complesso della legge (Modifiche agli articoli 141 e 142 della legge regionale 27 dicembre 2011, n.
66 in materia di governo del territorio e difesa dal rischio idraulico) esprimo il mio voto contrario con un certo rammarico, lo confesso” – ha sostenuto in fase di dichiarazione di voto sul provvedimento il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli. “Non sono affatto un fautore della teoria, come affermato da molti esponenti del Pdl, del “pasticcio”, della fuga in avanti frettolosa di Enrico Rossi a cui ora si deve correre ai ripari rattoppando: bene aveva fatto invece il Presidente, dopo le tragiche alluvioni in Lunigiana, a lanciare un messaggio forte e chiaro, a proporre nuove norme per salvare vite umane e limitare i danni al territorio, e a proporle subito.
Un Presidente eletto dai cittadini ha anche il compito di lanciare messaggi, dare un indirizzo di fondo”. “Se questo significa in prima istanza fare un qualcosa che necessita di correzioni successive non è poi un gran male, alla fine correggere ed integrare, dettagliare e rendere operative le leggi, è il nostro lavoro, e questo oggi eravamo chiamati a fare anche su questo tema, e in parte con questa Legge lo abbiamo anche fatto”. “Nel provvedimento iniziale – continua il Consigliere di Sel - c’erano forse alcuni punti troppo restrittivi, soprattutto riguardo agli annessi agricoli e a interventi su strutture pubbliche come gli ospedali, così come è giusto autorizzare le opere per la raccolta e la distribuzione della risorsa idrica, il convogliamento e la depurazione degli scarichi idrici, la produzione ed il trasporto di energia da fonti rinnovabili: con il testo odierno, tuttavia, si dà la sensazione di un’apertura eccessiva, con il rischio di aver sciupato il giusto messaggio che in Toscana non si sarebbe potuto più realizzare nuove edificazioni nelle aree soggette a forte rischio idraulico”. "Appare infatti fuori misura quanto previsto dall'articolo 2, comma 9, lettera c, in cui si prevede di riaprire a tutti i piani attuativi di iniziativa sia pubblica che privata, per i quali siano state già definite, non solo le convenzioni, ma anche solo gli accordi preliminari" “Stona inoltre ed in maniera stridente quanto si legge all'articolo 2 comma 2 lettera b, in cui si prevede, tra le fattispecie ammesse alla deroga, gli impianti di trattamento dei rifiuti, accanto ad altre tipologie chiaramente riconducibili alla regolazione del sistema idrico" "Difficile quindi non comprendere chi lamenta che questo provvedimento sia stato fatto ad hoc, come i comitati dei cittadini della Rufina a proposito dell'inceneritore di Selvapiana, e questo certamente non aiuta, anzi ci fa perdere l'occasione di poter uscire con una modifica limpida, condivisa da tutta la maggioranza, che precisando, dettagliando e implementando la norma di principio decisa da Rossi in Finanziaria, non ne ledesse però in alcun modo lo spirito" - conclude Romanelli Il comunicato di Marcheschi del Pdl: “L’aspetto politico di questa norma non può passare inosservato: è evidentemente una legge retromarcia.
Non una legge varata molte legislatura fa, da una giunta diversa, bensì proposta pochi mesi fa proprio da questa stessa giunta, dopo il disastro in Lunigiana, e inserita in finanziaria senza una vera motivazione. Un provvedimento che risponde più ad un’esigenza mediatica che ai bisogni della buona amministrazione”. Così commenta, nell’aula del Consiglio regionale, Paolo Marcheschi, Consigliere regionale del PdL e membro della Commissione territorio e ambiente, in merito alla legge sul governo del territorio e difesa del rischio idraulico. “E’ l’ennesimo scivolone del Presidente Enrico Rossi, un brutto episodio della politica che non fa altro che allontanare ulteriormente la gente da noi politici e da quello che facciamo.
Il 12 Marzo 2012 – spiega Marcheschi – Rossi affermava: 'Non sarà più possibile costruire dove i nostri nonni non avrebbero mai costruito (vicino ad argini dei fiumi ecc.)'. Oggi, in Consiglio Regionale, il Governatore e la sua maggioranza fanno retromarcia con un provvedimento 'cerotto'. Se si è sempre detto che in Politica si dice tutto ed il contrario di tutto, oggi Rossi afferma un altro principio: la Politica può FARE TUTTO ED IL CONTRARIO DI TUTTO”. “Spero che Rossi trovi più stabilità e coerenza.
Basta sprecare tempo ed energia, negli uffici competenti e nelle commissioni, per votare leggi che poi puntualmente, dopo poco, vengono stravolte – prosegue il Consigliere del PdL – Una legge su questo argomento, approfondita e ponderata, serve senza alcun dubbio, ma non fatta così. Siamo davanti all’ennesimo caso di mala amministrazione: una legge ad hoc, non certo a vantaggio del territorio e dei suoi abitanti”. “Chi vota favorevolmente questa legge si prenda le proprie responsabilità – tuona Marcheschi – Almeno si capirà chi è a sostegno dell’ampliamento di un impianto che, non si sa con quale criterio, è stato realizzato dalla sinistra a pochi metri dall’argine di un fiume”.