La denuncia di Donzelli e altri consiglieri del Pdl sulla questione delle case popolari a Scandicci. “Case popolari vendute al doppio del prezzo stabilito tra le cooperative costruttrici e il Comune di Scandicci. Un nuovo pasticcio interno alla sinistra. E’ più forte la volontà di aiutare i cittadini che si sono fidati delle Istituzioni a far valere i propri diritti o quella di non danneggiare troppo le coop che hanno costruito? Il dubbio ci pare legittimo”. A puntare il dito contro il mancato rispetto della convenzione inerente la realizzazione del piano di edilizia economia e popolare di Badia a Settimo il consigliere regionale del PdL Giovanni Donzelli, primo firmatario di una interrogazione che vede tra i sottoscrittori anche la Portavoce dell’Opposizione Stefania Fuscagni, e i consiglieri regionali Paolo Marcheschi, Nicola Nascosti, Tommaso Villa, Paolo Ammirati, Jacopo Ferri, e Giovanni Santini.
I fatti: Il bando di gara del 1999 – a cui peraltro partecipò un solo soggetto - e la convenzione firmata nel 2006 tra il vincitore dell’appalto Consorzio Nuova Badia e l’amministrazione comunale di Scandicci prevedevano la vendita degli appartamenti realizzati ad un prezzo calmierato – circa 1200 euro a mq, oltre alle rivalutazioni Istat -, pena il pagamento di una sanzione a carico del costruttore pari ad un valore compreso fra le due e le cinque volte la differenza fra prezzo effettivo e prezzo di convenzione.
Così non è stato: dal 2010 ad oggi sono state effettuate circa 250 vendite con un prezzo praticato di circa 2800 euro a mq, il doppio di quanto pattuito in convenzione. Solo dopo numerose segnalazioni il Comune ha avviato un iter di verifica che dovrebbe condurre a sanzioni ammontanti a 50 milioni di euro. “Adesso – ribadisce Donzelli assieme agli altri consiglieri del PdL – è necessario fare chiarezza: solo ora, dopo due anni, il Comune procede con delle sanzioni, parziali e tardive, a carico delle cooperative costruttrici, colpevoli di aver venduto le case ad un importo non calmierato.
E oltre al danno la beffa, perché ad oggi i cittadini non possono nemmeno rivendere al prezzo a cui hanno comprato. Inoltre, a queste condizioni probabilmente anche altri costruttori avrebbero partecipato al bando”, proseguono. “Per questo motivo chiediamo alla Giunta di chiarire se era a conoscenza dei fatti e quali iniziative a tutela dei cittadini assegnatari può adottare, a partire dal riconoscimento di un risarcimento pari al prezzo ingiustamente pagato”, concludono gli esponenti del PdL.