Chiunque viva a Scandicci o si trovi per qualche motivo a percorrere Via del Parlamento Europeo recentemente asfaltata, non può fare a meno di notare in fondo alla strada un grande edificio verde e grigio malridotto che dà all’intera strada un aspetto inquietante. E’ il cosiddetto Palazzaccio, che si è guadagnato questo appellativo per essere diventato ormai un relitto rispetto a ciò che era all’inizio degli anni novanta. Nonostante le recenti lettere da parte del Sindaco di Scandicci, Simone Gheri, al governo Monti, aggiuntesi a quelle dei precedenti governi, non siamo ancora arrivati ad una soluzione definitiva in merito al Palazzaccio.
Il fatiscente edificio resta a Scandicci completamente abbandonato e provato dal passare degli anni. Ripercorriamo la sua storia attraverso le parole del consigliere comunale di Scandicci Giacomo Harald Giacintucci. Come nasce il Palazzaccio e perché? "Nasce da un progetto originario degli anni ’80 anche se i lavori sono iniziati nel 1991 con l’intento di costruire, così come avveniva nelle altre regioni, un centro del Ministero delle Finanze, dedicato all’archivio dei dati dei vecchi mod.740 per tutte le regioni del centro Italia. Cosa successe durante i lavori per la sua costruzione? "I lavori non sono mai terminati, furono bloccati nel 1994 per scelta dello stesso Ministero che aveva cambiato progetti e idee rispetto all’intento iniziale, dopo aver già speso oltre 120 miliardi delle vecchie lire per costruire un vero e proprio “monumento allo spreco”, un mostro di cemento di 29.000 mq, che non è mai servito a niente e che a tutt’oggi versa in pessime condizioni. Dal 1991 ad oggi cosa è stato fatto e cosa ne sarà della sua sorte, lettere del Sindaco a parte? "In concreto non è stato fatto nulla se non un continuo rinnovarsi di avveniristiche ipotesi di recupero da parte dei vari Governi nazionali che si sono succeduti sia di centro destra che di centro sinistra e continue e inutili richieste di soluzione da parte dell’Amministrazione Comunale.
Ci fu anche un protocollo d’intesa nel 2003 firmato dal Ministero e dall’allora Sindaco Doddoli, che prevedeva l’impegno da parte dell’Agenzia del demanio a presentare un progetto di recupero dell’edificio, di cui ad oggi non c’è traccia. Inoltre, l’immobile da qualche anno è passato di proprietà alla Fintecna, società controllata dal Ministero delle Finanze, che gestisce il “patrimonio” immobiliare. Mentre da alcuni anni è attivo un servizio di sorveglianza h24, con tanto di guardiano munito di cane, per garantire l’impenetrabilità della struttura: naturalmente anche questo pagato dai contribuenti". Francesca Lombardi Foto di Gabriele Berti