Il Consiglio regionale approva a maggioranza la mozione illustrata da Daniela Lastri per una “riforma delle norme sulla cittadinanza”. Respinta la risoluzione presentata dal portavoce dell’opposizione insieme alla Lega Nord La Toscana è pronta all’introduzione dello ius soli, il principio che fa riferimento alla nascita sul “suolo”, sul territorio dello Stato e si contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo “ius sanguinis”, imperniato invece sull'elemento della discendenza o della filiazione.
Ad affermarlo una mozione della maggioranza, approvata dal Consiglio regionale, illustrata dal consigliere membro dell’Ufficio di presidenza Daniela Lastri. La mozione impegna la Giunta a “farsi promotore verso i presidenti di Camera e Senato della volontà del Consiglio toscano, chiaramente espressa nello Statuto della Regione tanto nei principi generali (art. 3) che nelle finalità principali (art.4), ad una riforma delle norme sulla cittadinanza”. “La nostra regione – ha spiegato Lastri – è da secoli culla di civiltà e terra di affermazione di nuovi diritti che, nel caso di minori, acquisiscono particolare importanza e possono rappresentare un terreno privilegiato di azione delle politiche regionali”.
Richiamando le parole del presidente Giorgio Napolitano che in materia di nuovi diritti ha parlato di “arretratezza della nostra legislazione”, il consigliere membro dell’Ufficio di presidenza ha ricordato la “sempre più significativa presenza di immigrati nel nostro Paese”, così come rilevato anche dall’ultimo rapporto Caritas/Migrantes. “Al 31 dicembre del 2010, i residenti stranieri in Italia ammontavano a 4milioni 570mila 317, con un incremento di oltre 335mila 258 rispetto all’anno precedente e rappresentando il 7,5 per cento della popolazione nazionale”.
Guardando ai dati regionali, Lastri ha sottolineato “l’ulteriore incremento, anche superiore alla media nazionale, della presenza straniera: i residenti al 2010 erano 364mila, il 9,7 per cento della popolazione”. Numeri che se calati in ambito scolastico fotografano incidenze significative: nell’anno 2010/2011 gli alunni stranieri sono stati 56mila 280 di cui 23mila 225 (il 41,4 per cento) nato in Italia. Anche sulla sponda di “alcuni consigli regionali che hanno approvato documenti di indirizzo a favore della revisione della legislazione italiana” sul diritto di cittadinanza, la mozione punta ad evitare di fare dell’Italia un “Paese esclusivo”.Diametralmente opposta la risoluzione a firma del portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni e Lega Nord Toscana, da cui si è distinto il consigliere del PdL Marco Taradash.
Risoluzione rigettata dal Consiglio regionale su cui hanno espresso, invece, parere favorevole i consiglieri del Gruppo Misto Dario Locci e Marina Staccioli. “Lo ius soli – ha spiegato Fuscagni – è un concetto storico. Occorre guardare al diritto di cittadinanza come al coronamento di un percorso d’integrazione che abbia dato luogo al riconoscimento del proprio sé all’interno dell’identità collettiva e non solo come ad uno status legale acquisito spontaneamente”. “La questione integrazione – ha continuato il portavoce dell’opposizione – deve essere affrontata sotto il profilo storico, culturale e sociale fuori da mere dichiarazioni di principio.
In Italia non esiste per i bambini stranieri, rispetto ai bambini italiani, alcuna minore tutela che giustifichi l’introduzione dello ius soli”. Da qui il rilievo che il documento non vuole essere “distante dai valori universali ma da una dialettica moralistica. Il problema esiste e va affrontato” ha concluso Fuscagni. “Siamo favorevoli a percorsi di cittadinanza non automatica e a lavorare per declinare tutte le posizioni per capire come una vera integrazione possa avvenire”.