La presentazione del nuovo libro di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, inizia nell'attico verandato dell'Hotel Excelsior di Firenze, struttura ben visibile dai lungarni che gentilmente ha ospitato l'iniziativa che ha fatto da anteprima alla serata evento prevista al delizioso e storico Teatro della Pergola recuperato dall'Amministrazione comunale mentre si avviava ad una sciagurata chiusura. "Abbiamo scelto la location per poter dare un bel quadro di Firenze quindi guardatevi pure attorno, è una vista incredibile" così il sindaco più twittato d'Italia accoglie i primi lettori della sua nuova fatica letteraria. Non fatevi trarre in errore, il titolo è Stil Novo e non M A T T E O R E N Z I, è la copertina che inganna, questione di design.
"Questo strano libro è nato una mattina come tante" scrive Renzi, che si lancia immediatamente in una descrizione dell'opera definita "Un atto d'amore per Firenze" (anche se Firenze in copertina non è citata, né appare ritratta in alcun modo. Si vede Renzi seduto su alcuni gradini con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte) che tiene insieme la storia ed il mondo contemporaneo, avendo come punto di partenza e di riflessione il capoluogo toscano, ma spaziando poi in svariate direzioni perché "Il sindaco di Firenze ha il diritto di occuparsi della politica nazionale ed internazionale" come spiega lo stesso sindaco/scrittore. "Non è una guida di Firenze" precisa l'autore.
In serata, intervenendo in diretta alla trasmissione de La 7, Otto e mezzo dialogando animatamente con l'onorevole Vittorio Sgarbi aggiunge "non si tratta di una rivisitazione storica con le conoscenze che potrebbe avere Sgarbi". Ed allora cos'è? "Questo strano libro è nato.." "Ci sono talmente tante 'renzate' o bischerate che per forza di cose il libro è stato scritto da me" questo è uno dei punti chiave della presentazione dopo la prima stroncatura arrivata da parte della critica che ha sollevato perplessità sulla paternità dell'opera.
E di 'renzate' in effetti ce ne sono diverse, molte ravvisabili nella cronologia in cui i fatti storici vengono brevemente commentati con il Renzi-pensiero, in un libero susseguirsi di riflessioni, apparentemente casuali, ma in realtà sapientemente dosate. La ricerca dello Stil Novo nella politica come nella vita passa attraverso riferimenti alla famiglia Medici, ai banchieri, al Catasto, agli usi e consuetudini della Firenze del rinascimento. Si parla di Machiavelli che istruisce gli amministratori del futuro e del Vasari che copre la Battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci con estrema cura impiegando più tempo per realizzare il Salone dei Cinquecento rispetto all'intricato dedalo del Corridoio fiorentino che unisce i palazzi Vecchio e Nuovo della Signoria passando tra le case e sulle teste dei cittadini.
Si parla anche di Pinocchio, il burattino viene sottratto alle grinfie del dibattito disneyano e ricollocato sul territorio come emblema di una mezza caccia, corrispondente alla rete sbagliata che nel regolamento del Calcio Storico Fiorentino assegna mezzo punto all'avversario. Il non sapersi raccontare di una generazione, quella degli anni '70 e '80 colpisce molto gli spettatori in sala, perché si tratta di un periodo facile da disegnare ma difficile da interpretare e tramandare.
Diversa la storia degli anni '60 intuibile anche da parte di chi non l'ha vissuta a semplice sensazione. Per gli anni '80 occorrono invece elementi come i puntini da unire per formare una figura. Da qui la mezza caccia, negli errori che si fanno mancando l'obbiettivo. Questo offre lo spunto a Renzi per citare Guardiola, il tecnico del Barcellona che rinnova il proprio contratto di anno in anno per mantenere vivi gli stimoli e che, se potesse, rinnoverebbe addirittura di sei mesi in sei mesi per caricare anche i giocatori.
La presentazione alla Pergola si svolge tra uno spezzone di Wall Street ed uno di Qualunquemente, tra Berlinguer ti voglio bene illustrato dalla cartolina vernacolare di Sergio Forconi "S'apre ì dibattito" e Maurizio Crozza che porta a spasso il vice sindaco orsacchiotto con delega ai boschi. La platea applaude e sorride. Circa mille le persone che può contenere il teatro fiorentino, un po' meno gli effettivi presenti, alcuni dei quali volti noti del Partito Democratico locale, simpatizzanti.
Difficile dire quanti siano i non "addetti ai lavori". Pochi istanti prima Sgarbi salutava Renzi etichettandolo come "Modello di confusione" perché di sinistra ma amato a destra tanto da poter ricevere appoggio da parte del coordinatore del PdL Denis Verdini ad una eventuale candidatura, una confusione che coinvolge anche la presentatrice di Otto e mezzo che saluta così il suo ospite fiorentino "Grazie a Matteo Sgarbi" suscitando la malcelata soddisfazione sorniona dell'onorevole presente in studio. "La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter" è lo stesso autore a spiegare questo balzo temporale, da Dante modello di una sinistra di ampio respiro culturale, capace di parlare di diavoli e di santi, di ignavi e di eroi, sproloquiando o affascinando, fino ad arrivare ai nuovi mezzi di comunicazione.
Ma i rimandi storici non si esauriscono, escono fuori da ogni pagina permeata di passato e di presente. "La città non è di chi l'ha vissuta o di chi la vive, ma di chi ancora deve nascere" spiega Renzi citando l'ex sindaco La Pira. Nel libro aspetti prettamente locali ma anche riferimenti al governo centrale ed alle politiche attuate per venire fuori 'tecnicamente' da un disastro molto 'politico' dovuto, forse, tra le altre cose ad una legge elettorale sbagliata. "Dobbiamo stare attenti - dice Renzi - perché si potrebbe fare anche peggio del Porcellum.
Io auspico che si arrivi ad un punto tale da poter sapere con chiarezza, alla chiusura degli scrutini, chi sarà il premier del Paese". "Saremo fortunati se con questo libro saremo riusciti a far emozionare nuovamente i giovani, ad avvicinarli al senso di una idea personale della politica. Non serve un leader, ciascuno di noi può e deve fare la propria parte. Essere amministrati significa partecipare. Siate amministrati e non ammaestrati" uno dei comandamenti dettati dall'autore al pubblico presente in Teatro ed a tutti coloro che durante la serata si sono collegati via streaming con www.matteorenzi.it Ma si candida oppure no? Fatidica domanda posta stavolta da Lilli Gruber dallo studio de La 7.
"Non è questione di candidarsi o meno, io sono il sindaco di Firenze" così risponde ancora una volta l'autore di Stil Novo che però sottolinea "Quanto accaduto con il governo Monti non può portarci adesso a riproporre le solite facce di prima, magari facendo capire alla gente che si è trattato di un intervallo. Abbiamo scherzato. No, adesso devono venire fuori persone nuove e nuove idee". Se ciò non bastasse a rendere più chiaro l'orizzonte che si apre davanti al 37enne scrittore fiorentino, possono aiutare le tante frasi che fanno riferimento ad una "Sfida da cogliere", una "Partita da giocare", qualcosa da "Provare" per dare un senso alla propria esistenza altrimenti immobile e priva di stimoli. Oltre trecento le copie del libro vendute durante la serata per un incasso vicino ai 5000 euro.
L’iniziativa della Pergola sarà replicata in altre città, per un altro tour promozionale, il secondo dopo "Fuori!" AntLen