“È un punto imprescindibile di democrazia, quello di non privare le comunità locali degli strumenti per conoscere la vita del loro territorio”. Queste le parole rivolte dal Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ai lavoratori e ai giornalisti del Nuovo Corriere di Firenze, testata storica del territorio che rischia di chiudere a causa del drastico piano di ristrutturazione annunciato dall’azienda. I lavoratori, assieme all’Associazione Stampa Toscana, e alla Consulta dei Comitati di Redazione ha dato vita stamani ad un presidio davanti a Palazzo Medici Riccardi, sede della Prefettura, per richiamare l’attenzione delle amministrazioni locali, e soprattutto del governo, sulla crisi dell’editoria, dalla carta stampata, alle radio, alle tv. La Provincia ha messo poi a disposizione la sala delle Quattro Stagioni che ospita il Consiglio Provinciale per ascoltare le istanze dei tanti giornalisti toscani che si trovano in questo momento alle prese con licenziamenti, cassa integrazione o condizioni di lavoro davvero difficili, e che hanno partecipato al presidio di stamattina. “La crisi non può giustificare tutto e la Provincia di Firenze non è disposta a vendersi per la crisi – ha detto poi il Presidente Barducci – per questo l’amministrazione provinciale fiorentina si impegnerà a farsi promotrice di un sostegno alla diffusione del Nuovo Corriere di Firenze presso le scuole superiori e le associazioni del nostro territorio, coinvolgendo in questa operazione anche i Comuni”. “Mi auguro che anche i nostri parlamentari si mettano presto al lavoro per un serio intervento legislativo, in grado di affrontare in modo corretto ed equo la crisi dell’editoria del nostro Paese.
Occorre studiare un sistema intelligente per sostenere un settore, quello dell’informazione, soprattutto locale, che è fondamentale per il mantenimento della democrazia partecipativa in Italia”. All’incontro di stamani erano presenti anche il Presidente del Consiglio Provinciale David Ermini e il Presidente della Commissione Lavoro e formazione Andrea Calò.