La “Monna Lisa” che "cancella il sorriso a Firenze". I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, rilevato che è stato annunciato per metà maggio l'avvio degli scavi per il sottoattraversamento Tav a Firenze, ritengono "inaccettabile che i lavori partano senza che sia risolto il nodo della destinazione dei rifiuti e in palese violazione delle prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale". Presentata una domanda d'attualità. "A metà maggio entrerà in funzione la “talpa” per la realizzazione del sottoattraversamento della Tav a Firenze.
Ad annunciarlo il responsabile della pianificazione investimenti area Centro Nord di Rfi, che con “orgoglio” ha illustrato le modalità di funzionamento della fresa. All'enfasi dei realizzatori dell'opera fanno da contraltare tutta una serie di contraddizioni e di criticità decisamente rilevanti, volutamente taciute o sminuite ma che risultano in realtà determinanti ai fini delle modalità di realizzazione dell'opera, dei costi della stessa, degli impatti e del rispetto delle prescrizioni e delle normative ambientali.
Ancora tutto da definire il problema della destinazione dei materiali di scavo: 2,8 milioni di metri cubi di materiali che ancora non hanno una destinazione definitiva visto che non potranno essere portati nel previsto sito di Santa Barbara a Cavriglia in quanto rifiuti speciali da destinare a discariche (per altro non ancora precisate); Legata al problema della classificazione dei materiali di risulta emerge poi la questione del rispetto delle prescrizioni della VIA, molto chiare nello stabilire che tali materiali dovranno essere trasportati su ferro.
Una prescrizione vincolante che di fatto blocca qualsiasi ipotesi di destinazione diversa da Santa Barbara; Nella totale noncuranza delle regole, e degli impatti ambientali, RFI annuncia che per i primi mesi di lavorazione (in attesa di una salvifica modifica della normativa nazionale) le terre di scavo verranno spostate con i camion. Le conseguenze si prefigurano allarmanti: 68 mezzi al giorno in uscita dal cantiere di Campo di Marte e 120 mezzi dal cantiere degli ex Macelli con conseguenze devastanti sulla viabilità, sull'inquinamento atmosferico e sulla qualità della vita dei cittadini; un atteggiamento intollerabile e illegale: un'opera di tale portata non può partire nella totale mancanza di tutele e di certezze sul versante ambientale e sugli impatti che si verranno a produrre, nella palese violazione di quanto prescritto dalla VIA e senza che sia stato definito un piano legale di conferimento dell'enorme quantità dei materiali di risulta prodotti.
Secondo la normativa vigente terre e rocce da scavo, ai sensi dell’art. 183 comma 1 lett. a) d. lgs. n. 152/2006, sono classificate come rifiuto speciale la cui gestione deve avvenire nel rispetto delle modalità di deposito temporaneo (art. 183 comma 1 lett. m) e attraverso l’avvio a recupero ovvero a smaltimento in impianti idonei debitamente autorizzati (art. 208, art. 210); Proprio a seguito di una presunta violazione della suddetta normativa nel giugno del 2011 la Procura di Firenze ha rinviato a giudizio 20 persone (tra i quali alcuni dirigenti di Società Autostrade) per irregolarità nella realizzazione dei lavori della Variante di Valico con l'accusa, tra le altre, di inquinamento di siti e corsi d'acqua per uno smaltimento non corretto di terre e rocce di scavo; I consiglieri provinciali sottolineano la ferma contrarietà alla realizzazione di un'opera inutile, dannosa e economicamente insostenibile e chiedono quale sia il piano di trattamento previsto per i materiali di risulta degli scavi per la realizzazione delle opere per il sottoattraversamento TAV di Firenze; alla luce della normativa vigente, quale sia la classificazione di detti materiali; quali siano le destinazioni previste per gli stessi; se non si ritenga che la dichiarata volontà di RFI di utilizzare inizialmente il trasporto su gomma per i materiali di risulta non configuri una violazione delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale; quali siano gli strumenti che si intenderanno adottare per il monotoraggio del traffico dei mezzi di cantiere e sugli impatti emissivi prodotti". Sul tema Tav interviene anche Idra: "Potenza delle tecnologie del terzo millennio! Gli scavi TAV a Firenze, secondo il progetto del 1999, dovevano durare 9 anni.
Dieci anni dopo, nel 2009, erano già ridotti a 6. Oggi, nel 2012, per fare lo stesso scavo ci vorrà molto meno tempo ancora: tutto finito nel 2015! Miracolo dei miracoli, questo avverrà utilizzando una sola talpa anziché due (previste nel progetto del ’99)!Insomma: un gran bel risparmio. Di tempo e di soldi. Non assomiglia per nulla, come prospettiva, a ciò che ha dovuto sopportare il Mugello, dove i lavori TAV sono durati 13 anni invece dei 6 e mezzo annunciati, hanno provocato una strage di falde, un bel buco nell’erario e la quasi scomparsa dei servizi intercity. Non assomiglia per nulla neppure a ciò che - oggi, sotto i nostri occhi - succede a Bologna con la stazione sotterranea TAV ancora da finire (4 anni di ritardo sulle previsioni, ci dicono dai comitati felsinei) e già causa di tanti altri danni: grave deterioramento delle condizioni di vita degli abitanti, desertificazione delle attività economiche intorno al cantiere della stazione, una esposizione intollerabile dei cittadini residenti alle polveri sottili, all’inquinamento acustico anche notturno e alle vibrazioni.
Non solo. I lavori hanno prodotto crepe importanti in numerosi palazzi, alcuni dei quali sono stati evacuati, altri puntellati per tutta l’altezza della tromba delle scale. Il tutto, in un contesto di paurosa carenza di informazione. Ma niente paura: siamo a Firenze, la città dei miracoli! Yes, we can!"