Chiedendo al governatore toscano Enrico Rossi una comunicazione formale in Consiglio regionale, il Pdl domandava: «Spieghi come è arrivato ad affermare al Fatto Quotidiano, parlando del crac della Asl 1 di Massa Carrara, che in altre Regioni alcune aziende tolgano degli zeri alle perdite di bilancio». Il governatore Rossi stamani in aula ha risposto: «Rispetto al resto d’Italia, la Toscana è avanti anni luce sul processo di certificazione dei bilanci sanitari». Che c’entra? Nulla secondo il Pdl che, infatti, ha palesato subito la propria insoddisfazione affidando le sue repliche a Jacopo Ferri (che ha presieduto la Commissione d’inchiesta sulla vicenda della Asl1), Paolo Enrico Ammirati (Vicecapogruppo) e Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione sanità). «Ancora una volta – ha iniziato Ferri – il presidente Rossi tende a sfuggire da quello che è il cuore del problema, ovvero la voragine di bilancio che ha portato al commissariamento della Asl 1 di Massa Carrara.
Sulle certificazioni certo, è tutto condivisibile. Non ci si dica però che il buco nelle casse della Asl massese sia emerso grazie a quelle. Vedo, tuttavia, che qui parlare dell’argomento Asl 1 non è possibile. Ad esempio, noi continuiamo a chiedere senza che ci sia risposto: come mai si è voluta addossare la responsabilità solo ad alcuni mentre ad altri, comunque chiamati ripetutamente in causa dagli atti, invece no? Il problema si pone soprattutto per personaggi che hanno avuto un ruolo centralissimo nella vicenda e che erano vicinissimi all’allora assessore, ma sui quali Rossi continua a glissare: si pensi a Alessandro Scarafuggi (che ha diretto l’Asl 1 per anni ma ha avuto da Rossi un trattamento ben diverso da quello riservato a Delvino), a Marisa Vernazza (che ha seguito i bilanci incriminati e che sta ora al suo posto), a Carla Donati (a capo del dipartimento che controllava i bilanci delle aziende) e a Niccoló Persiani (super consulente della Regione in varie vesti che ‘studiava’ i bilanci dell’Asl1 da anni, evidentemente senza accorgersi di nulla, e poi con il commissariamento è stato vergognosamente affiancato al commissario).
Perché su tutto questo Rossi fa spallucce e cambia argomento? Perché la giunta continua a non rispondere su come tutta questa vicenda si possa giustificarsi a livello politico e amministrativo?» Ammirati, poi, è andato giù pari: «Mi sembra di vivere in una favola in cui si dialoga tra sordi. Noi chiediamo una cosa, voi rispondete tutt’altra. Ciò mi lascia stupefatto. Anche perché quando si parla di Asl1 la giunta manifesta una misteriosa capacità di nascondersi dietro alle evidenze autoincensandosi per qualcosa.
Certificazioni o no, qui il sistema dei controlli ha fatto acqua ripetutamente lasciando che sparissero 300 milioni di euro. E Rossi, che per dieci anni è stato assessore alla sanità, avrebbe dovuto essere in grado di fermare questa cosa». Invece: «Ancora una volta – ha sottolineato Mugnai – si è scelto di evitare uno straccio di assunzione di una responsabilità politica che inevitabilmente c’è stata, generando la lacuna di un passaggio fondamentale e necessario che certo è destinata ad appesantire anche il dibattito sul futuro della nostra sanità.
Ho personalmente sentito Rossi affermare in telegiornali nazionali che la responsabilità per il buco di bilancio nella Asl di Massa sia tutta colpa del ragioniere. Va da sé che così non può essere, e che a non funzionare sia stato il sistema di controllo su cui, addirittura, ancora una volta invece la giunta tenterebbe persino di attribuirsi meriti. Pazzesco. Una volta di più». Gli interventi: Jacopo Ferri, Paolo Ammirati, Marco Remaschi, Giuseppe Del Carlo, Pieraldo Ciucchi, Rosanna Pugnalini, Stefano Mugnai.
La replica del presidente della Regione: “Bilanci sanitari 2011 in pareggio in Toscana, Basilicata e Lombardia” “La comunicazione di Rossi sfugge al nodo del problema: positive le certificazioni di bilancio per le aziende sanitarie, ma da ricordare che all’Asl 1 di Massa Carrara è stato certificato un bilancio che si è poi rilevato falso”. Così Jacopo Maria Ferri (Pdl), già presidente della commissione regionale d’inchiesta sull’Asl di Massa, è intervenuto sulla comunicazione di Rossi.
“Adesso occorre far emergere le responsabilità della Regione e dare risposte agli argomenti sollevati in seguito ai risultati della commissione d’inchiesta. Perché - domanda Ferri – sono state attribuite responsabilità solo ad alcuni soggetti mentre altri non sono mai stati chiamati in causa?” Sulla stessa linea l’intervento di Paolo Enrico Ammirati (Pdl): “La sua comunicazione mi lascia stupefatto per la misteriosa capacità della Giunta di non rispondere e di nascondersi all’evidenza.
Ci ritroviamo alla solita panacea di tutti i mali”. “Presidente, dovrebbe ammettere la responsabilità politica e che il sistema di controlli messo in piedi è stato fallace”. “Equilibrata e di buon senso”. Così il presidente della commissione Sanità Marco Remaschi (Pd) ha definito la comunicazione di Rossi. Remaschi ha ribadito “il percorso virtuoso e trasparente della Toscana per la certificazione di bilancio, da estendere a tutte le Regioni in modo uniforme”. L’invito ad aspettare i risultati delle indagini ancora in corso che “porteranno ad individuare responsabilità precise ed elementi di dolo”.
“E’ importante adesso – ha concluso - assicurare un percorso di riorganizzazione e revisione che garantisca i livelli prestazionali di cui la Toscana ha avuto riconoscimento”. Sull’individuazione delle responsabilità non solo penali ma anche amministrative e politiche si è soffermato Giuseppe Del Carlo (Udc): “I segnali che a Massa i controlli non funzionavano, c’erano – ha detto – a partire dal tasso di ospedalizzazione più alto della Toscana, dalle numerose assunzioni di personale amministrativo e dall’esposizione di cassa, autorizzata dalla Giunta, per diversi anni”. Riportare la discussione sul piano politico è quanto propone Pieraldo Ciucchi (Gruppo Misto): “Quando si parla di bilanci in sanità – ha detto – si delinea una certa ipocrisia, sui conti della sanità in Italia c’è un certo sommerso, il problema va governato con responsabilità”.
“La certificazione di bilancio ci consente di guardare al futuro con serenità”. Rosanna Pugnalini (Pd) ha voluto ricordare che il sistema sanitario toscano è in continua evoluzione e che adesso “bisogna riconoscere la premialità attraverso la ripartizione del Fondo sanitario nazionale”. “La spesa sanitaria – ha detto – nel nostro Paese può non essere sostenibile se non vengono messi correttivi e fatti investimenti importanti.” Stefano Mugnai (Pdl) ha chiesto su questa vicenda “chiarezza e assunzione di responsabilità politica”.
Mugnai ha ricordato che il buco all’Asl si è creato in un momento in cui le risorse non erano così scarse, invitando ad una riflessione su come queste siano state mal utilizzate. “Non c’è stata mai autocritica da parte della Giunta e questo è intollerabile”. “Nel 2011, per il momento, sono solo tre le Regioni, Toscana, Basilicata e Lombardia che hanno il bilancio sanitario in pareggio”. Così conclude il dibattito il presidente Enrico Rossi e replica: “In 10 anni il mio impegno è stato quello di tenere sotto controllo i conti ed erogare un buon servizio sanitario”.
Inoltre, sulla conclusione dei lavori della commissione d’inchiesta, Rossi ha detto: “Ci sono errori ed incongruenze come quella, che avremmo sottofinanziato la sanità massese, si tratta della quarta azienda in termini di finanziamento pro-capite. Rivendico, infine, il fatto che è stata la Regione a rilevare e denunciare il caso Massa”. Le parole del consigliere della Lega Nord Gian Luca Lazzari: «Il caso Asl 1 di Massa è un caso di portata nazionale che, purtroppo, non permette più al Presidente Rossi di dire che la Toscana è la migliore.
La sanità toscana non è la migliore». È quanto sostiene il consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, commentando la comunicazione del Presidente della Giunta Regionale, Enrico Rossi, sull’Asl 1 di Massa Carrara. «È vero che i bilanci sono in pareggio – chiosa l’esponente del Carroccio –, ma il problema è che non sono affatto in pareggio i conti economici. Per pareggiare i bilanci, infatti, si ricorre al valore degli immobili delle Asl, ma se guardiamo le entrate e le uscite di ogni singola Azienda Sanitaria ciò che vediamo sono perdite importanti.
Per cui – conclude Lazzeri –, anche in Toscana si può fare molto iniziando a ridurre il numero delle Asl e avere, quindi, dei bilanci con i criteri interpretativi del bilancio veramente uguali per tutti».