di Ornella De Zordo consigliera comunale perUnaltracittà - lista di cittadinanza Il Codice Etico del Partito Democratico parla chiaro, nel punto b) del terzo capitolo recita esplicitamente "rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi esecutivi nel Partito (incarichi monocratici nelle città capoluogo di provincia, a livello provinciale, regionale e nazionale; incarichi negli organi collegiali esecutivi di Partito a livello regionale e nazionale) qualora, a causa del ruolo ricoperto in imprese, associazioni, enti o fondazioni, aventi scopo di lucro o titolarità prevalente di interessi economicofinanziari, possa configurarsi un conflitto di interessi tale da condizionare i propri comportamenti". Eppure i vertici del Partito Democratico, locali e nazionali, hanno tollerato, e tollerano ancora oggi, che l'ex assessore regionale Riccardo Conti, indagato per corruzione dalla Procura di Firenze, sieda nel consiglio di amministrazione del Fondo Italiano per le Infrastrutture (F2i) decidendone le strategie, gli indirizzi, le priorità e i progetti su cui investire e allo stesso tempo ricopra l'incarico di coordinatore nazionale per le infrastrutture del PD. Non vorremmo che si tenessero riunioni di partito in cui il coordinatore nazionale suggerisce ai suoi compagni amministratori, in nome del partito, su quali infrastrutture puntare per il loro territorio ed è questa una situazione che non ci piace per niente.
Si intende superare così il ventennio berlusconiano che passerà alla storia per aver devastato il Paese a causa del conflitto di interesse? Si basa su questi principi la proposta politica alternativa che si presenta ad un elettorato di sinistra sempre più confuso?