Le analisi effettuate attraverso l'inserimento dei video sondini nelle intercapedini già presenti sull'affresco di Giorgio Vasari nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze avrebbero portato nuovo entusiasmo in chi come il professor Seracini da anni, oltre 35, si applica allo studio leonardiano delle pitture lasciate dal maestro di Vinci. "Spero per loro che gli esami escludano la presenza dell'affresco - diceva poche settimane fa il sindaco Matteo Renzi in Consiglio comunale - perché altrimenti mi domando con quale faccia i professori che oggi ci hanno criticato riusciranno a guardare i loro allievi.
Rinunciare alla ricerca, al piacere delle scoperta prima ancora di provarci è un brutto segnale alle generazioni future" Tante le polemiche sollevate assieme all'impalcatura allestita nel salone. Prima perché si è detto che l'affresco dovrebbe essere sulla parete opposta, poi perché i fori da praticare sarebbero stati eccessivi. Concessi solo 6 dalla Soprintendenza e solo in corrispondenza di cedimenti d'intonaco già esistenti. Cedimenti che non hanno attenuato il fervore visto che il sindaco nella circostanza ha aggiunto "Ce ne sono tanti di affreschi con crepe presenti" e non è stato un gran bel segnale per l'immagine della città. Adesso dalle indiscrezioni e da quanto si apprende sui rilievi effettuati, le tracce di colore e di materiale repertati porterebbero la datazione della parete retrostante all'affresco Vasariano al periodo di Leonrado ed anche alle tecniche dallo stesso più frequentemente utilizzate.
Si attende la conferma ufficiale degli esami svolti grazie al contributo degli americani del National Geographic, ma la domanda che già, da qualche tempo, anima il dibattito è ".. e adesso?". Sapere che potrebbe esserci qualcosa, può bastare a chi guarda con malcelato desiderio alla scoperta di un mistero incoffessabile perso nel tempo? Siamo pronti a rinunciare a qualcosa per inseguire Leonardo? Renzi soprannominato su internet "sindaco Voyager" avrà già pensato alla strategia?