Isi, si ricomincia da capo. Easy Green, la società di imprenditori che si era aggiudicata l'asta fallimentare dell'ex fabbrica di pannelli solari, non ha versato il saldo del prezzo entro i termini stabiliti, quindi, scaduti i 120 giorni, il giudice ha dichiarato decaduta l'aggiudicazione. La notizia, diffusa ieri dal consigliere regionale Pieraldo Ciucchi, oggi viene confermata dal curatore fallimentare Vincenzo Pilla. Ora la procedura riparte da zero, si dovrà rifare un nuovo incanto. Nei progetti di Easy Green nel capannone di via Meucci, ex Zanussi, ex Electrolux, ex Italia solare industrie, avrebbe dovuto nascere un chilometro verde delle energie rinnovabili, ma ora la rinascita della fabbrica sembra allontanarsi e così anche il lavoro per i 350 operai, da mesi ormai in cassa integrazione.
La cordata di imprenditori formata da Bassilichi-Gattorno-Angelantoni si era aggiudicata l'asta per 12milioni e 600mila euro, aveva versato circa 1 milione di cauzione, con l'obbligo di saldare il prezzo residuo entro il 18 febbraio. Ma difficoltà a ottenere il credito dalle banche hanno fatto slittare il pagamento, e anche le delibere di 10 istituti di credito presentate da Easy Green a garanzia del finanziamento non sono bastate. Nuove "e drammatiche" novità sulla vertenza di Easy Green. La cordata sembra non aver provveduto a versare le risorse necessarie per acquisire l’ex stabilimento Isi, con conseguente decadenza dell’aggiudicazione.
Per Rifondazione Comunista si tratterebbe "di un fatto di estrema gravità che pregiudicherebbe l’intero processo a suo tempo avviato, grazie ad una dura vertenza sindacale, per la ripartenza del sito produttivo e la reinternalizzazione e stabilizzazione dei lavoratori". A questo punto occorre che "tutta la filiera istituzionale e la stessa proprietà faccia chiarezza su tutti aspetti della complessa vicenda". I consiglieri provincia di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato una domanda d'attualità.
Di seguito il testo. "Apprendiamo in data odierna che la cordata che fa capo ad Easy Green non ha “…provveduto a versare le risorse necessarie per acquisire l’ex stabilimento ex Isi ….” e che sulla base di questa insolvenza ' …. il giudice fallimentare avrebbe dichiarato la decadenza dall’aggiudicazione…'. Se confermato si tratterebbe di un fatto nuovo, rilevante e di estrema gravità che pregiudicherebbe l’intero processo a suo tempo avviato, grazie ad una dura vertenza sindacale, per la ripartenza del sito produttivo e la reinternalizzazione e stabilizzazione dei lavoratori.
A tal proposito è bene ricordare che sul piano interistituzionale avevamo avuto rassicurazioni che l’affaire, avrebbe dovuto concludersi positivamente il lunedì 20 febbraio, quando Easy Green avrebbe onorato il saldo, al curatore fallimentare, per entrare finalmente in totale possesso dell'ex Isi e così non è andata. Mentre altre rassicurazioni cerano state date circa il lungo iter seguito con gli istituti di credito per quanto riguarda i finanziamenti e il recepimento di nuove liquidità per concretizzare gli investimenti, e conseguentemente sbloccare le altre questioni ancora aperte: l'inizio dell'attività della nuova azienda, la assunzione, da parte di Easy Green, dei primi lavoratori, la presentazione del piano industriale chiarendo contestualmente le modalità di assunzione di tutti i lavoratori dell' ex Isi nell'arco dei prossimi due anni.
Sull’aumento del capitale sociale sia Easy Green che le istituzioni a partire dalla Provincia di Firenze ci avevano rassicurato che esso era stato implementato e fatto ricorso a ulteriori finanziamenti per portare a termine l'operazione. Tra le 10 banche che si erano espresse positivamente sulle nuove liquidità da finanziare cera FIDI Toscana mentre soltanto due non avevano ultimato la procedura. Anche qui sembrava tutto a posto, ora si tratta di capire cosa sia successo. Quello che invece sta accadendo in queste ore nello stabilimento è facilmente desumibile anche perché i lavoratori da oltre 7 anni sono in una situazione di insostenibile precarietà occupazionale e salariale.
Per Rifondazione Comunista occorre che tutta la filiera istituzionale e la stessa proprietà faccia chiarezza su tutti aspetti della complessa vicenda e soprattutto sulle reali intenzioni delle società anche perché non sarebbe accettabile giocare nuovamente sulla pelle dei lavoratori. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista a fronte di quanto accaduto in giudicato fallimentare sulla presunta insolvenza della cordata di Easy Green a versare la quota12.6 milioni di euro chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente sulla veridicità delle notizie diffuse dalla stampa sul non pagamento dello stabilimento ex Isi da parte di Easy Green e sul conseguente pronunciamento da parte del giudice fallimentare che avrebbe dichiarato la decadenza dall’aggiudicazione.
Altresì chiediamo di sapere le conseguenze che tali fatti producono sul versante della complessa vertenza a partire dall’occupazione e ripartenza delle attività".