Dopo sette trimestri di crescita, produzione industriale in calo dello 0,9% Secondo i risultati dell’indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, il comparto manifatturiero regionale (imprese con almeno 10 addetti) -nel IV trimestre 2011- è tornato in negativo dopo sette trimestri di crescita. L’indicatore tendenziale della produzione industriale, già in progressivo rallentamento nel corso dell’anno, ha infatti segnato un -0,9% fra ottobre e dicembre, chiudendo di fatto il positivo periodo iniziato nel 2010 con un recupero solo parziale delle perdite accumulate durante la recessione del 2008-2009.
Grazie al positivo andamento dei precedenti trimestri, il risultato medio annuale resta tuttavia positivo (+2,1%), anche se in rallentamento rispetto alla media del 2010 (+3,8%). La dinamica osservata nel IV trimestre, pur risultando meno negativa rispetto al dato nazionale (in Italia -secondo EUROSTAT- la variazione tendenziale della produzione manifatturiera del quarto trimestre 2011, corretta per gli effetti di calendario, ha segnato un -3,4%), evidenzia inoltre una inversione di tendenza che non si è per il momento materializzata nei paesi dell’Europa a 27 (+1,5%) e, soprattutto, in Germania (+3,8%). Cala la domanda interna, cresce il fatturato sui mercati esteri La caduta della produzione appare legata in particolare all’indebolimento degli indicatori di domanda: il fatturato, in particolare, frena fermandosi al +1,1% nel trimestre, in decisa attenuazione rispetto ai primi tre trimestri dell’anno (+3,8% l’incremento medio).
Sull’andamento del giro d’affari ha inciso anche il progressivo raffreddamento dei prezzi alla produzione, scesi al +1,8% in chiusura anno, per un incremento medio annuo del +2,5%. Il fatturato realizzato sui mercati esteri cresce invece del +5,1%, nonostante la domanda mondiale per importazioni persista in una fase di progressiva stagnazione; a gravare sul risultato complessivo sembra dunque essere soprattutto la contrazione della domanda interna, sulla quale hanno inciso fortemente le manovre restrittive di finanza pubblica varate dal governo nazionale a partire da agosto 2011.
Analoghi segnali provengono dagli ordinativi, che nel complesso scendono del 2,4% nel trimestre malgrado un recupero del +2,3% della componente estera. Tale dinamica riduce ulteriormente la produzione assicurata dal portafoglio ordini delle imprese a fine trimestre, che scende ulteriormente a 63,1 giorni dopo le oltre 71 giornate del primo semestre e le 64,4 del terzo trimestre. Occupazione a +1%, ripercussioni negative attese nei prossimi trimestri Prosegue tuttavia il recupero occupazionale osservato a partire da inizio 2011, confermando il +1,0% del terzo trimestre e portando al +0,7% la crescita in media d’anno.
Tale risultato risulta supportato anche dalla ulteriore riduzione del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (-21,2%), che flette in tutte le componenti (deroga, ordinaria e straordinaria). Seppur positivo, tale miglioramento consente soltanto un parziale recupero delle perdite subìte nel biennio 2009-2010, nel corso del quale gli organici aziendali si sono ridotti di circa 7 punti percentuali. Dal momento che l’andamento dell’occupazione manifesta fisiologicamente un ritardo rispetto a quello delle variabili di performance economica (produzione e fatturato), è prevedibile che gli effetti negativi dell’inversione ciclica registrata con la presente indagine avranno ripercussioni negative sui livelli occupazionali nel corso delle prossime rilevazioni. Piccole e grandi imprese in negativo, reggono -seppur con difficoltà- le medie Rispetto alle diverse categorie dimensionali, le piccole imprese (10-49 addetti) tornano in negativo dopo sei trimestri senza perdite produttive.
Alla contrazione della produzione, pari al -1,9%, si accompagna un calo del fatturato del -1,1%, con gli ordinativi che nel complesso scendono del 2,6%, nonostante il lieve incremento (+0,8%) registrato per la componente estera. In positivo invece il dato occupazionale, con un incremento dello 0,9% nel trimestre. Le medie imprese (tra 50 e 249 addetti), che mettono a segno una crescita produttiva del +1,9%, evidenziano un ulteriore rallentamento sia rispetto al +3,1% del terzo trimestre che al +7% medio registrato nel primo semestre dell’anno.
Il fatturato, anch’esso in frenata, si ferma invece al +3,4% dopo il precedente +5,1%. Anche gli ordinativi contengono la crescita in un modesto +1,0%, ma nella componente estera raggiungono un buon +3,6%. In recupero anche l’occupazione, che registra un +0,8% nel trimestre. Dopo otto trimestri ad un ritmo medio di crescita del +10%, tornano in negativo le grandi imprese (oltre 250 addetti) che vedono scendere i livelli produttivi dell’1,0% nel trimestre, mentre cresce del 6,0% il relativo volume d’affari.
Tali andamenti, se combinati con una dinamica dei prezzi alla produzione contenuta in un +0,9%, suggeriscono l’adozione di politiche di decumulo delle scorte da parte delle imprese, dovute all’attesa di una forte contrazione della domanda, specie sul mercato interno. Gli ordinativi nel complesso fanno segnare una brusca frenata, pari al -7,9% nel trimestre, mentre quelli esteri tornano a crescere su livelli sostenuti (+7,8%). Buona anche la dinamica occupazionale, in crescita del +1,6% nel trimestre, malgrado un lieve rallentamento del ritmo di recupero. Crescono meccanica e filiera pelle, quadro più critico per tessile e mezzi di trasporto La contrazione dei livelli produttivi registrata nel trimestre porta a nove (su quindici) i settori manifatturieri contrassegnati da andamenti produttivi negativi.
A mostrare diminuzioni della produzione relativamente contenute sono il settore alimentare che scende in negativo (-1,9%) dopo il modesto +0,3% del terzo trimestre, il legno e mobili che contiene le perdite al -0,6%, la farmaceutica che tira il fiato (-0,6%) dopo una crescita media del 20% da inizio anno, i metalli che calano di un ulteriore 0,9% e l’elettronica che passa in negativo cedendo il 3,2% nel trimestre. Andamenti in netto peggioramento si rilevano invece per il tessile, che si riduce del 6,6% dopo una prima flessione nel precedente trimestre, i mezzi di trasporto che accrescono le perdite al - 6,1%, le riparazioni che cedono il -9,8% e le manifatture varie per le quali la diminuzione si attesta al -7,8%. Mostrano invece incrementi produttivi le altre specializzazioni del sistema moda, con l’abbigliamento che contiene la crescita al +0,3% dopo il 7,4% del terzo trimestre, il pelli e cuoio che continua a mostrare dinamiche ampiamente positive (+8,9%) e le calzature che, dopo il +13,5% del terzo trimestre, riducono il ritmo di crescita pur mantenendosi in territorio positivo (+1,9%).
Rallentano i minerali non metalliferi (+2,2% dopo il +8,4% del terzo trimestre) e la meccanica che si ferma al +2,6% dopo il +8,4% medio dei primi nove mesi dell’anno, mentre torna in positivo la chimica- gomma-plastica (+2,3%) dopo una lieve contrazione nel terzo trimestre. Per il I trimestre 2012 fiducia in calo, imprenditori scettici su domanda interna ed estera Dopo la significativa riduzione registrata a partire dall’estate, peggiora ulteriormente l’indicatore che esprime il livello di fiducia degli imprenditori relativamente all’andamento produttivo, con un saldo perequato tra ottimisti e pessimisti che -nelle proiezioni sul trimestre d’apertura del 2012- scende a +3 punti percentuali.
Il deterioramento delle aspettative è risultato repentino, se si pensa che nel giro di due trimestri si è passati dai +14 p.p. del terzo trimestre al dato attuale. Nel confronto tendenziale (cioè rispetto ai mesi conclusivi dello scorso anno) la caduta delle aspettative è ancora più forte, passando dai -2 p.p. del quarto trimestre 2011 ai -11 p.p. del primo 2012, complice la netta riduzione della quota di imprenditori che si attende un aumento nei livelli produttivi (scesa dal 19,8% al 13,1%). L’arretramento degli indicatori relativi alle aspettative sulla produzione è accompagnato da una flessione di tutti i restanti indicatori previsionali.
Il clima di fiducia relativo all’andamento della domanda evidenzia infatti una decisa contrazione, sia in relazione al mercato interno, il cui saldo passa da +6 p.p. della precedente rilevazione al +1 p.p. attuale, che a quello estero, sceso a -2 punti percentuali. Resta infine ancora negativo - benché su valori stazionari- il dato riguardante le prospettive occupazionali (-3 p.p.). Il punto di vista del Presidente Pierfrancesco Pacini “Il quarto trimestre 2011 pone fine ad un periodo che aveva visto per quasi due anni la produzione industriale toscana avviare un lento cammino di recupero: con i dati registrati fra ottobre e dicembre scorsi si assiste, infatti, ad una inversione di tendenza nei dati di consuntivo che era già stata preannunciata da un peggioramento delle aspettative imprenditoriali a partire dall’estate scorsa. Clima di fiducia che continua ad essere caratterizzato da un crescente pessimismo anche in questo avvio d’anno, sulla scia di una situazione che non lascia intravedere al momento una imminente ripresa dei mercati e in cui persistono le problematiche di liquidità ed accesso al credito. A fronte di una domanda internazionale che ha perso lo slancio dell’ultimo biennio, la domanda interna -includendo con ciò anche quella del mercato interno europeo- è infatti pesantemente condizionata dalle politiche di rientro dagli squilibri dei conti pubblici. Nel prendere atto dell’attuale situazione, occorre essere più reattivi alle istanze che provengono dal mondo produttivo.
E’ importante che il Governo sblocchi i pagamenti della Pubblica Amministrazione, che pongono in sofferenza più comparti della nostra economia. Ma servono anche nuovi interventi in grado di rafforzare il potenziale di crescita di medio-lungo periodo, ed in particolare di sostenere la propensione all’investimento delle nostre imprese, da cui dipende in ultima istanza il perseguimento di un miglior posizionamento competitivo.”