Firenze, 7 marzo 2012– Rispettare la stagionalità, è noto, rende la cucina più sana e gustosa. L’ideale, poi, è aggiungere un po’ di inventiva e quel tocco di eleganza che permettono di trasformare le ricette classiche in veri capolavori per gli occhi e per il palato. È con questa idea che Cristina Cantini, fiorentina con una lunga carriera nella ristorazione, e Laetitia Carrega d’Ormesson, originaria di Parigi e da sempre appassionata di cucina oltre che di arte e letteratura, hanno scritto un libro dove le loro due città si incontrano, nel solco della regina Caterina de’ Medici che nel ’500 portò con sé in Francia i cibi e i sapori della sua Toscana.
L’opera, intitolata Menu per 4 Stagioni. Invenzioni gastronomiche e divagazioni culinarie tra Firenze e Parigi (Polistampa, pp. 168, euro 23) e in uscita il 15 marzo, è raffinata quanto le ricette che contiene. In un connubio di sapienza culinaria e di cultura del gusto, la prelibata essenza di ogni stagione dell’anno è tradotta in eccellenza gastronomica, senza mai perdere d’occhio semplicità, concretezza, convenienza. La primavera offre delizie come la quiche di spinaci con salsa al formaggio e le crespelle alle fragole con crema da forno, in estate si va dalle bignoline al formaggio alle pesche ripiene con salsa vaniglia.
Sono adatti all’autunno il rollé di polenta “di giallo vestita” e il sedano rapa gratinato al Parmigiano, mentre in inverno scopriamo il flan di zucca gialla e i broccoli con funghi, per finire col timballo alla Medici con anatra all’arancio. In tutto 67 proposte suddivise in 16 pratici menù, ognuno per un pranzo o una cena speciali: tutti abbinamenti originali in ricette impeccabili, chiare, lineari, provate e riprovate per la certezza del risultato, corredate di suggerimenti per la preparazione e la presentazione.
Non poteva mancare, a introdurre il volume, un saggio di Enrico Colle, esperto di arti decorative, sull’arte d’imbandire la tavola dal ’600 ad oggi, accompagnato da preziosi acquerelli e incisioni antiche. Anche l’occhio, come sempre, vuole la sua parte. Gherardo Del Lungo