L'attuale sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non ha mai espresso, almeno quand'era presidente della Provincia, obiezioni contro l'eventuale illegittimità della convenzione con Fondiaria-Sai per la trasformazione urbanistica dell'estesa area di Castello. A dirlo è l'ex sindaco, Leonardo Domenici, che, pur sottolineando di "non voler sollevare polemiche" rispedisce al mittente la grave accusa, mossa proprio da Renzi, secondo cui la convenzione di Castello era "contra legem". L'accusa era stata mossa da Renzi come teste nel tribunale di Firenze, dove si svolge il processo che vede tra gli imputati anche il patron di Fondiaria, Salvatore Ligresti. Oggi Domenici, anch'egli come teste, ha risposto al suo successore: "tra il giugno 2005 e l'aprile 2008 ho avuto almeno nove incontri ufficiali con l'allora presidente Renzi", ha detto Domenici.
E alla domanda dell'avvocato Pier Matteo Lucibello, se fosse "mai accaduto che il presidente Renzi le facesse presente che, secondo lui, la convenzione del 2005 era contra legem", Domenici ha risposto: "Ho visto che il sindaco Renzi ha usato questa espressione in questo processo. In tutta franchezza ho provato a ricordare, è un'espressione anche particolare, ma non ricordo che sia stato sollevato questo tipo di osservazione, perlomeno non a me personalmente". "Io sto ai fatti: noi nel 2006, come istituzioni, compresa la Provincia di Firenze, abbiamo firmato un protocollo, con delle indicazioni precise, quindi l'amministrazione provinciale sapeva qual era la volontà.
In quel momento però -ha precisato Domenici- non c'era stata alcuna eccezione a quel che firmavamo". Parlando poi con i giornalisti, l'ex sindaco di Firenze è stato ancora più lapidario: "all'epoca del protocollo questo problema non si pose e dubito che se la Provincia avesse pensato che fosse contra legem lo avrebbe sottoscritto". La convenzione per la trasformazione urbanistica dell'area di Castello contiene una clausola che "può essere ritenuta un punto controverso. Ma dire che è controverso non è la stessa cosa che dire che è 'contra legem'.
Sono due cose diverse". Lo ha detto l'ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, a margine della sua testimonianza al processo che vede imputati, tra gli altri, gli ex assessori della sua Giunta, Gianni Biagi e Graziano Cioni, e il patron di Fondiaria-Sai, Salvatore Ligresti. La clausola, cioè alcune delle condizioni che avrebbero dovuto portare in quell'area a un mix di edifici pubblici e privati era un'eredità dell'amministrazione precedente a quella di Domenici, ha precisato l'ex sindaco: avevamo un po' le mani legate da questo punto di vista.
Se mi chiedete se io sia mai stato entusiasta di quella cosa, rispondo di no. Ma quella cosa c'era e con quella cosa dovevamo fare i conti. E la ragione per cui a un certo punto si sostiene di mettere insieme i tre soggetti istituzionali, era proprio per dare più forza al potere negoziale che ha come obiettivo quello di rispettare la legge, che presuppone la gara di evidenza pubblica. E quella cosa l'abbiamo decisa tutti insieme, Regione, Provincia e Comune", ha concluso Domenici, riferendosi al protocollo firmato dall'allora presidente della Toscana, Claudio Martini e dall'allora presidente della Provincia, Matteo Renzi.