FIRENZE– Sacchetti destinati a contenere borse ed accessori di Braccialini, Escada Sport, Ferragamo, Fedi Silvano, Harris, sono stati rinvenuti in via Chemnitz durante i servizi di controllo dalle pattuglie del nucleo ambientale. Dopo un’accurata indagine è stato identificato il responsabile dell’illecito: il titolare di una ditta di Montemutlo, un cittadino cinese di 25 anni, che è stato denunciato per trasporto di rifiuti senza le dovute autorizzazioni ed abbandono. L'uomo che ha invocato come giustificazione un mancato ritiro del materiale presso al sua ditta da parte di ASM, dovrà ora scontare una pena da tre mesi ad un anno o pagare un’ammenda da 2.600 a 26.000 euro.
Gli accertamenti effettuati su parte dei rifiuti rinvenuti hanno rilevato che si trattava di materiale non contraffatto. La ditta cinese infatti lavorava per conto terzi per un’azienda toscana di produzione di sacchetti di grandi marche. Il Nucleo Ambientale della Polizia municipale ricorda che chi trasporta rifiuti senza le prescritte autorizzazioni rischia il sequestro del veicolo utilizzato per la confisca. “Signor console, la cronaca di ieri ci dice ancora una volta che l’illegalità diffusa nel distretto cinese a Prato (e non solo a Prato) va affrontata con un progetto comune.
Non le sembra che la collaborazione sia necessaria?” L’assessore alle riforme e al bilancio della Toscana, on. Riccardo Nencini, lo domanda alla console cinese a Firenze Zhou Yungi, tornando a chiedere un fronte comune contro il fenomeno dei clandestini, il lavoro nero, le tasse non pagate o il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro. L’ultimo episodio risale a ieri. Equitalia e polizia municipale si sono presentati in diverse aziende cinesi a Prato per riscuotere le tasse non pagate.
La prima fase di riscossione si era svolta a gennaio. Allora furono recuperati 500 mila euro. Ieri sono state sequestrate 9 auto di grossa cilindrata, mobili e macchine da ufficio per un debito non pagato di 416 mila euro. Un cittadino cinese, per non farsi confiscare due Mercedes, ha anticipato con un assegno 30 mila euro. A Viareggio invece è stato chiuso un centro benessere gestito da cinesi, per mancanza di requisiti professionali. “Non tutti i cinesi che lavorano in Toscana vivono nell’illegalità – ammette Nencini – Ma l’illegalità è diffusa.
Abbiamo la riprova ad ogni controllo”. “Facciamo dunque insieme maggiore informazione sulle norme fiscali, ma non limitiamoci a questo – aggiunge l’assessore – Il console cinese sieda con noi al tavolo operativo di lotta all’evasione fiscale e alla illegalità. Ci aiuti a contrastare il fenomeno della clandestinità e a identificare i fenomeni di larga illegalità, che gettano discredito sull’intera comunità cinese che vive nella regione”. Coinvolgendo magari, come esempio da imitare ed ambasciatori, gli imprenditori cinesi che le regole le rispettano.
“Solo infatti con la collaborazione di tutti – ripete Nencini – si può affrontare il problema ed aiutare l’emersione del lavoro sommerso”. Nencini si era incontrato con il console cinese alla fine di gennaio. Ma su quattro proposte avanzate aveva ricevuto come risposta tre no.