Il dramma dell’amianto al Maggio musicale fiorentino. Un lavoratore, dipendente per quasi trent’anni del teatro comunale (sede del Maggio), ha presentato una denuncia penale dopo essersi ammalato gravemente di una patologia polmonare che, secondo i medici, è stata causata dall’esposizione all’amianto. Nella querela si parla di un altro lavoratore morto per la stessa patologia. Altri tre lavoratori ammalati sarebbero pronti, anch’essi, a presentare una denuncia penale alla magistratura, ma gli operai e tecnici a rischio sarebbero una trentina anche se c’è chi sostiene che la cifra potrebbe essere più alta perché il materiale a rischio era presente, pare, anche nelle condutture di areazione del teatro.
Oggi, dopo molti lavori, il problema amianto al Comunale è stato risolto definitivamente. Nell’esposto, presentato dal lavoratore, tutelato dagli avvocati Mattia Alfano e Simone Ferradini, si descrive l’andamento della malattia che l’uomo ha accusato per la prima volta nel novembre del 2011 causata, come documentano i medici con analisi e certificati medici, dall’esposizione alle fibre d’amianto. Per 28 anni, dal 1970 al 1998, l’uomo ha lavorato al Teatro Comunale alla manutenzione della centrale termica, dei bagni, delle caldaie e dei centralini, tutti ricoperti di amianto.
Il materiale fu poi rimosso alla fine degli anni Novanta. Secondo il tecnico che ha presentato la denuncia, nessuno lo avvertì della pericolosità dell’esposizione al materiale e non gli fu fornita nessun dispositivo per limitarne i danni a parte, negli ultimi anni di lavoro, una semplice mascherina usa a getta. In una nota del 28 ottobre del 2010, la Fondazione del Maggio musicale ha assicurato che «gli ambienti risultano privi di contaminazione ambientale da amianto per fibre aero disperse».
Sottolineando che «tutti i risultati dei monitoraggi finora eseguiti dalla riapertura del teatro, dopo la bonifica del 1991, sono stati consegnati all'Asl». La Fondazione, inoltre, ha sottolineato che dal 2001 era stato seguito un programma di bonifica interna condiviso e controllato dall'organo di vigilanza in ambienti confinati senza alcuna contaminazione con quelli adiacenti. E che per il periodo antecedente al 1991, era «stato elaborato dalla Fondazione, in accordo con l'Asl, un elenco di lavoratori soggetti a possibile esposizione professionale ad amianto, per i quali è stato attivato un programma di sorveglianza sanitaria mirata».
E dunque al di fuori «di tale elenco la Fondazione non ha mai ricevuto alcuna comunicazione di eventuali altre patologie correlabili con una pregressa esposizione ad amianto per lavoratori ex dipendenti». «E’ il primo esposto penale dopo la recente sentenza su Eternit a Torino – spiegano gli avvocati Ferradini e Alfano – che ha aperto la strada a persone che si sentivano sole nella loro battaglia. Non si riteneva provato scientificamente il nesso casuale malattia amianto, adesso le cose stanno cambiando».