La legge di riordino degli enti locali votata dal Consiglio regionale toscano alla fine di dicembre ha passato la verifica del Consiglio dei ministri, che non ha riscontrato vizi di incostituzionalità o motivi per una sua impugnazione. La decisione è stata adottata dal Consiglio del ministri ieri. Il controllo è una prassi ed un atto dovuto. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore toscano alle rifome e ai rapporti con gli enti locali, Riccardo Nencini. “Sono stato contento – ha detto – quando a dicembre il Consiglio regionale toscano ha approvato la legge che la giunta ha votato a luglio e sono naturalmente contento adesso.
Ora l’applicazione della legge potrà procedere ancora più sicura e tranquilla”. La Toscana è stata la prima regione in Italia a mettere mano al riordino degli enti locali. La legge porta la firma dell’assessore Nencini e crea un sistema fortemente incentrato sulle unioni dei Comuni. Con contributi da 150 mila euro l’anno, per cinque anni, per quelli che si fonderanno ed altri contributi per i comuni che si uniranno. La globalizzazione e la situazione contingente impongono istituzioni più forti e significative per sostenere lo sviluppo.
Servono istituzioni in grando di progettare e gestire servizi su una scala più ampia. Anche da qui è partita la riforma toscana. La legge attribuisce anche maggiori compiti e poteri alla polizia municipale (e ai Comuni) per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale e contributiva.