“Credo che il lavoro di riassetto istituzionale che sta facendo la Toscana sia un modello per l’Italia, per l’efficacia e l’efficienza con la quale mantiene le politiche della montagna”. Con queste parole Ermete Realacci Responsabile Nazionale Green Economy PD e componente della commissione ambiente della Camera dei Deputati, ha aperto lo scenario delle politiche per la montagna toscana che si è svolto presso UNCEM Toscana (Unione Nazionale dei Comuni ed Enti montani) a Firenze.
“I piccoli comuni montani - ha aggiunto l’On. Realacci - sono un tessuto fondamentale in grado di produrre coesione sociale, comunità e qualità della vita e rappresentano una componente essenziale per la sfida del futuro. Dobbiamo lavorare duramente per salvaguardare questo prezioso patrimonio collettivo, poiché senza di esso anche le risposte ai cittadini durante la recente emergenza neve sarebbero state senz’altro molto più problematiche e inefficaci. Non è giusto che quando un comune si trova in difficoltà e si trova a dover chiedere aiuto ad un’altra istituzione debba mettere mano al proprio bilancio.
In montagna servono azioni specifiche ed è essenziale mantenere l’erogazione dei servizi essenziali sul territorio”. “La Toscana è stata la prima regione in Italia - ha dichiarato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani - ad attuare una legge di riforma istituzionale che prospetta un nuovo scenario per la gli enti montani. UNCEM Toscana, in quanto soggetto che rappresenta i comuni e gli enti montani, è presente, e lo sarà in modo sempre maggiore governando il lavoro delle Unioni montane dei Comuni.
Evidenziamo anche di fronte al governo centrale, l’importante ruolo svolto dai piccoli comuni e ritiene assolutamente necessario che vi sia maggiore attenzione per le politiche della montagna, dato che il 60% del territorio nazionale è montano. Per questo crediamo molto nella nuova scommessa di mettere insieme le funzioni fondamentali dei comuni nelle Unioni dei Comuni, che ci consentiranno di non retrocedere di un millimetro nella qualità dei servizi erogati in montagna e di rendere i piccoli comuni protagonisti.
Se si vuole davvero puntare sullo sviluppo del nostro paese non si può prescindere dalla montagna, un territorio ricco di risorse che è giusto siano valorizzate in quanto patrimonio collettivo a beneficio di tutti”. IL QUADRO PRESENTATOSi è concluso, praticamente in tutta la Montagna Toscana, quel lungo e complesso percorso di riordino istituzionale che ha determinato la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni dei Comuni Montani. E’ un fatto politicamente importante che i nostri Enti abbiano dato in questo percorso dimostrazione concreta di compattezza e capacità di gestione di processi istituzionali innovativi, garantendo l’adesione di quasi il 90% dei Comuni alle nuove Unioni, sia pure in un quadro normativo spesso contraddittorio e che presenta tuttora aperte alcune questioni a partire dallo “status” dei Comuni sotto i mille abitanti.
Delle 14 Comunità Montane ben 13 si sono trasformate in Unioni, rimane aperta la questione della Comunità Montana Appennino pistoiese che comunque ha un tempo stabilito dalla L.R.52/2011 “Norme sul sistema delle Autonomie Locali”, ovvero legge Nencini, che scade fine Marzo 2012.I Comuni che hanno aderito al processo di trasformazione delle 13 Comunità Montane in Unioni montane dei Comuni sono stati 87 sui 104 interessati, che sommati ai 31 già inseriti nelle preesistenti Unioni, portano il totale a 118.
Va inoltre considerato che l’obbligatorietà della gestione, in convenzione o unione, delle 6 funzioni fondamentali dei Comuni, di fatto “costringe” alcuni Comuni a trovare soluzioni territoriali più omogenee per l’esercizio delle stesse funzioni con Comuni con termini non montani, es. Villa Basilica (ex Comunità Montana Media Valle) con i Comuni di Montecarlo e Porcari.Inoltre, ha pesato la situazione di non obbligatorietà per Comuni superiori ai 5.000 abitanti che hanno preferito mantenere la titolarità delle funzioni fondamentali (es.
Volterra, Castelnuovo Garfagnana, Montalcino), magari lasciando in Unione le funzioni già gestite in forma associata ex L.R. 40/2001. Naturalmente, le nuove Unioni gestiranno le deleghe regionali (agricoltura, forestazione, bonifica, ecc) su tutto il territorio delle ex Comunità Montane. Le funzioni fondamentali attribuite vedono una forte prevalenza (12 su 13 Unioni) della Polizia Municipale associata, seguita da Pubblica Istruzione, Servizi Sociali, Viabilità e Trasporti; naturalmente si ragiona nei termini delle due funzioni che andavano attribuite in Unione entro il 31/12/2011, e ciò prima che il “Milleproroghe” spostasse il termine al 30 settembre 2012 e di conseguenza anche le altre scadenze che erano, prima della suddetta proroga, al 31.12.2012.
In questo contesto è stato essenziale il ruolo propositivo e di stimolo che UNCEM Toscana ha svolto sui territori e nei confronti dei Comuni, garantendo nel contempo una presenza costante e puntuale nel confronto istituzionale che ha portato alla nuova Legge Regionale “Norme sul sistema delle Autonomie Locali” L.R.52/2011, al fine di salvaguardare gli interessi dei Comuni e dei territori montani.Un risultato importante ed impegnativo per gli Enti e la montagna toscana, rispetto al quale è necessario cogliere pienamente le potenzialità che la nuova filiera istituzionale può offrire per consolidare ed ampliare la “Governance” montana, sia nella capacità di un livello alto di integrazione delle funzioni comunali obbligatorie e non, sia nella capacità di aggiornare gli strumenti e i mezzi per far crescere la qualità della “Governance” stessa affinché la strategicità della politica per la montagna, ribadita nel nuovo PRS della Regione Toscana, si possa concretamente affermare.
Riteniamo infatti assolutamente necessario un forte rilancio della politica per la montagna anche alla luce delle gravi difficoltà in cui versano in questa fase i servizi essenziali per le nostre comunità a causa dei continui tagli ai trasferimenti da parte del Governo, acuiti dagli effetti dell’attuale grave crisi economica che investe anche i nostri territori.In questa ottica UNCEM Toscana metterà in cantiere in tempi relativamente brevi la convocazione degli Stati Generali della Montagna, nel cui contesto fare insieme alla Giunta Regionale il punto sulle politiche per la montagna e sulle necessarie novità da introdurre in termini di strumenti e risorse.