di Aldo Piombino Il Gruppo Ferrovie dello Stato è sicuramente uno dei peggiori ostacoli che esistono in Italia per arrivare a livelli europei nell'efficienza del trasporto ferroviario e nella considerazione in materia da parte della popolazione. Però alle volte certe polemiche sono eccessive. In particolare quelle sul treno 3152 Foligno-Firenze SMN di ieri mercoledì 8 febbraio 2012. Il 3152 è un treno molto importante per i pendolari aretini e valdarnesi per il suo arrivo teorico alle 8.35, orario eccellente per chi deve recarsi entro le 9 in centro a Firenze. Vediamo cosa è successo ieri: alla fine della tratta umbra, a Terontola, aveva maturato un leggero ritardo (+5/10' ) per non meglio precisate difficoltà nell'incarrozzamento viaggiatori e soprattutto per problemi alla circolazione (il tratto Foligno – Perugia – Terontola è a singolo binario, con le necessità di incroci in stazione che comporta).
A titolo informativo lo stesso convoglio oggi per esempio è arrivato con 5 minuti di anticipo a Terontola, che sarebbero stati anche di più perchè anche a Passignano era in anticipo. Ma questo è un annoso problema di gestione delle tracce, volutamente troppo lente: i treni potrebbero essere molto più veloci senza fare troppe infrastrutture perchè oggi i tempi di percorrenza spesso sono troppo “pessimistici” (e questa è una delle colpe principali di RFI e TI, che su questo ci marciano sopra!).
Notiamo infatti come i tempi di viaggio dei treni regionali si sono allungati quasi dappertutto tranne che sulla Padova – Verona dove sono stati velocizzati: guarda caso altrimenti danneggerebbero i treni a lunga percorrenza. Quindi coscienza molto sporca da parte le Gruppo FS... Comunque alla fine oggi a Firenze il treno è arrivato purtroppo con +4. Le difficoltà dovute al clima rigido (altro problema che in altre nazioni non esiste, checchè ne dica Moretti, il N°1 di FS) hanno provocato ulteriori ritardi a Terontola ed Arezzo.
A questo punto, per far recuperare il ritardo, il 3152 è stato instradato fra Arezzo Nord e Valdarno sud in Direttissima anziché sulla linea lenta: sicuramente una cosa estremamente intelligente da parte dei Dirigenti Movimento che meritano un applauso. Tanto è vero che il treno è arrivato a Montevarchi in leggero anticipo, colmando il ritardo maturato precedentemente. Dubito comunque che questa cosa verrà ricordata e che qualcuno li ringrazi per l'attenzione ai pendolari, Maurizio Da Re compreso. Poi, altro guaio, a San Giovanni ci sono stati 3 minuti di ritardo in partenza per difficoltà nella chiusura porte (e qui ci sarebbe da fare un lungo discorso sui problemi alle porte, e sui perchè si verifichino così spesso).
Il ritardo rimane lo stesso a Figline, dopodichè, come da orario il 3152 è instradato in Direttissima. All'uscita della galleria S. Mario (nei pressi del PC S.Donato) il macchinista ha avvertito un colpo al sottocassa della carrozza pilota (la locomotiva era in fondo al treno, di spinta) ed arrestava il treno con frenata ordinaria. La paura era quella di aver investito qualcuno: non è infrequente che dei senza-tetto cerchino rifugio nelle gallerie, è già successo). Fermare un treno non è come fermare un'automobile e quindi il treno si è arrestato all'interno della galleria S.Donato (causa ridotta distanza tra le due gallerie).
Risulta che il Capotreno abbia immediatamente avvertito i passeggeri che c'era una "sosta per motivi tecnici". Con una rapida ispezione veniva rilevato un danno a un cavo del primo carrello della carrozza pilota. La sosta è durata circa 15-20 minuti (il minimo indispensabile per una visita tecnica sommaria) e durante tutto il tempo sono stati mantenuti illuminazione, riscaldamento e servizi igienici. La ripartenza è avvenuta a velocità ridotta (circa 60kmh) per motivi prudenziali. Tra Rovezzano e Santa Maria Novella il treno ha tenuto i binari della direttissima per evitare ritardi ai treni regionali successivi.
A Campo di Marte è stato ricevuto infatti al binario 5 per verifica deidanni (non era neanche certo che potesse ripartire!). Poi prima di partire ha perso ulteriori +3' per la difficoltosa chiusura di una porta della terza carrozza. All'ingresso nella stazione di Santa Maria Novella il Capo Treno ha avvertito della presenza a fine binario dei funzionari TI per effettuare a chi ne necessitasse l'attestazione del ritardo. Dopo l'arrivo il personale RFI che si occupa di sicurezza ha confermando il rapporto del personale di macchina dei TI.
È stata avviata rapidamente un'indagine, da cui è stato rilevato che l'ostacolo fisso che ha determinato il danno è stato un cavo telefonico il cui supporto si era rotto per il gelo. Quindi il problema è di RFI. Notiamo come il tutto non è accaduto su una linea regionale ma su una linea del sistema AV e non pare dovuto a mancata manutenzione: sono inconvenienti questi che possono succedere e non è possibile controllare continuamente tutti questi oggetti.
È comprensibile l'insoddisfazione dei viaggiatori, ma la linea nell'ultima settimana ha registrato buoni indicatori di affidabilità, superiori per i convogli regionali rispetto a quelli a lunga percorrenza. Il giudizio sul comportamento del personale TI ed RFI intervenuto non può che essere positivo e mi pare che anche la prassi adottata da TI sia stata corretta. Diciamo che i problemi dei pendolari valdarnesi sono molti, ma altri. Un inconveniente del genere, ripeto, ci può stare, ma è molto più grave il fatto che il treno abbia perso per ben due volte tre minuti solo per il banale malfunzionamento della porta di una carrozza.
Il problema è che con i minori trasferimenti da parte del Governo, con i tagli mostruosi al Trasporto Pubblico Locale operati dall'esecutivo Berlusconi (e di cui il consigliere regionale PdL Mugnai non parla, mentre stigmatizza puramente a scopo demagogico il problema di ieri) la manutenzione dei convogli e della rete si fa sempre più difficoltosa, e se li sommiamo alla tragicomica situazione del Gruppo FS siamo a posto. La quale situazione di semisfascio è ben chiara, per esempio, nella class-action che vorrebbero intentare i pendolari mugellani. La debacle totale delle Ferrovie in questi giorni di freddo è tale che i dirigenti delle varie società della “galassia FS” coinvolte nel disastro dovrebbero dare le dimissioni.
E non certo per un problema assolutamente fortuito come quello del 3152 di ieri 8 febbraio.