Firenze, 28 gen.- In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, all'esterno del nuovo Palazzo di Giustizia, si è tenuto un presidio organizzato dai radicali fiorentini per rilanciare la proposta di amnistia. "Una contro-inaugurazione per lanciare un grido d'allarme- spiega la nota - per la disastrosa situazione in cui versa l'intero sistema della giustizia in Italia: 10 milioni di processi pendenti, 180 mila prescrizioni l'anno, carceri e ospedali psichiatrici giudiziari che violano i diritti umani fondamentali.
E' l'immagine di uno Stato delinquente abituale che viola costantemente i diritti umani dei cittadini compromettendo stato di diritto,democrazia e libertà. Il punto di partenza per porre fine a questa in-giustizia è un'amnistia per la Repubblica." Mentre all'esterno del Palazzo i manifestanti volantinavano tra i passanti, polemiche le dichiarazioni rilasciate dal Procuratore generale presso la Corte d’appello di Firenze Beniamino Deidda che ha attaccato l'ex ministro della Giustizia Angelino Alfano su lentezza dei processi, affollamento delle carceri e funzionamento della macchina della giustizia: "Il nuovo palazzo deve essere un Palazzo della giustizia per i cittadini".
I dati elencati dal presidente della corte di appello di Firenze, Fabio Massimo Drago, nel suo discorso, sottolineano uno dei leit motiv della giustizia, non solo toscana, la lentezza dei process: "Il nuovo Governo sta agendo bene sui nodi della giustizia". “Comprendo che l’inusuale situazione politica contribuisca a confondere le idee, ma è bene ricordare che assieme al primato del diritto esiste anche il primato della democrazia. Ebbene, è prerogativa del Parlamento riformare il sistema giudiziario per contribuire ad un suo miglioramento, mentre spetta alla magistratura amministrare la giustizia nel miglior modo possibile.
Riaccendere oggi il fuoco delle polemiche senza rendersi conto della realtà dei fatti è la prova provata che per alcuni magistrati tener viva la conflittualità con il precedente governo è prioritario rispetto alla soluzione dei problemi che affliggono il sistema giustizia in Italia” così il coordinatore regionale del Popolo della Libertà on. Massimo Parisi “Solo il Procuratore generale Deidda non si è accorto che anche il ministro Severino, non più tardi del 17 gennaio scorso, durante il suo intervento alla Camera ha espresso grande riconoscimento per le riforme in tema di giustizia varate dal Governo Berlusconi.
E ad ulteriore dimostrazione di ciò basta ricordare che uno dei primi provvedimenti assunti dal Ministro Severino, contenente le misure per risolvere l’emergenza carceri è in evidente continuità con quanto già deciso dal suo predecessore”, precisa il coordinatore regionale del PdL. “I problemi esistono e vanno superate con il contributo di tutti. Dispiace che il PG Deidda preferisca inserirsi nel filone polemico di una parte della magistratura anziché contribuire alla soluzione delle emergenze oggettive”, conclude Parisi. Alla cerimonia è intervenuto anche il Sen.
Marco Perduca (Radicali), che dichiara: "Proprio mentre nella nuova struttura della giustizia fiorentina si inaugurava l'anno giudiziario, in una camera di sicurezza della Questura di Firenze si impiccava un 27enne marocchino, il primo dell'anno in una camera di sicurezza a Firenze, ma il terzo suicidio dell'anno nella citta'. Se mai ce ne fosse stato bisogno, questa tragica vicenda piu' che porre dubbi, seppur fondati, sulle camere di sicurezza, ci denota e connota ancora una volta chi oggi occupa il sistema penale, specie se non italiani: persone con consumo problematico di sostanze stupefacenti, abbandonate a se stesse in permanente entrata e uscita dalle carceri.
Stamani anche a Firenze Magistrati e avvocati hanno concordato nell'analisi del, pessimo, stato della giustizia italiana, e' da auspicare che questo terzo suicidio non sia avvenuto invano e che si ponderino espressioni come "inaccettabile" e "intollerabile" perche' dovrebbero portare a ferme e radicali assunzioni di responsabilita". Anche la Regione può contribuire a una giustizia più rapida ed efficiente, dando così una risposta a tanti problemi dei cittadini. Lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi oggi, a margine della presentazione dell’anno giudiziario, nel corso della cerimonia nel nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze.
Il presidente Rossi ha toccato, in particolare, i quattro filoni sui quali l’intervento della Regione intende concentrarsi con l’obiettivo del “buon funzionamento della giustizia”. “Si tratta di interventi non grandi, ma sicuramente utili”. A cominciare dal potenziamento della cancelleria telematica, con la possibilità per cittadini e avvocati di accedere via Internet, attraverso la carta sanitaria regionale, ai fascicoli penali e civili. Il servizio, ricorda Rossi, è stato già sperimentato a Firenze e verrà esteso a tutta la Toscana.
Fra le priorità anche la prevenzione degli infortuni sul lavoro. “Sono sempre troppi – afferma Rossi – occorre che l’intervento preventivo e repressivo da parte delle Asl sia sempre più incisivo ed efficiente. Serve anche una più tempestiva trasmissione dei dati alla Procura, impegnata nella creazione di un apposito nucleo investigativo”. Terzo filone, le violenze fra le pareti domestiche. “La Regione, con la firma del protocollo “codice rosa” per la protezione di bambini, donne e soggetti deboli all’interno dei nuclei familiari, può contribuire ad individuare gli eventuali responsabili di violenze”.
Quarto punto, la scuola magistrati a Castelpulci. “Confermo la nostra disponibilità – dice il presidente – insieme alla Provincia di Firenze e ai Comuni di Firenze e Scandicci, a supportare l’iniziativa della nuova scuola per la magistratura con sede nella storica villa di Castelpulci a Scandicci”. La deputata democratica Silvia Velo condivide la mobilitazione dei sindaci elbani che la hanno contattata nei giorni scorsi per sensibilizzarla sulle problematiche che deriverebbero dalla riorganizzazione della giustizia sul territorio dell’Isola d’Elba, con particolare riferimento ai giudici di pace.
A tal proposito la deputata democratica rende noto di aver contattato i suoi colleghi della commissione Giustizia della Camera, che dovranno esprimere a breve un parere al decreto approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 16 gennaio. “La revisione e la riarticolazione degli uffici dei giudici di pace non può avvenire senza tener conto di alcune realtà territoriali” – sottolinea Velo secondo la quale -“ l'unico criterio seguito dal governo sembrerebbe quello del taglio lineare di tutti gli uffici diversi da quelli aventi la sede circondariale.
Per l’Isola d’Elba una soluzione di questo tipo determinerebbe gravi problematiche e danni ai cittadini che per recarsi dal giudice di pace dovrebbero affrontare viaggi troppo lunghi”. Per questo la democratica si fa interprete della richiesta dei giudici elbani che solleticano il Governo a mantenere l’ufficio del giudice di pace di Portoferraio, così come la sede distaccata del tribunale, come fu peraltro stabilito da un decreto legge ad hoc del ’98 che tenne nella dovuta considerazione lo stato di insularità dell’Elba.
Stesso discorso vale per la sede di Piombino che si trova all'estremità sud del territorio provincuiale, a 70 km dal capoluogo. “Non si parla di privilegi – conclude Velo – ma di evitare gravi disagi ai cittadini ai quali, senza alcuna ragione, lo Stato renderebbe l'accesso alla giustizia particolarmente gravoso”.