Nuovo Palazzo di Giustizia, Severino e Renzi al taglio del nastro (Foto)

Inaugurato stamani a Firenze il nuovo Palazzo di Giustizia nel quartiere di Novoli.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2012 15:10
Nuovo Palazzo di Giustizia, Severino e Renzi al taglio del nastro (Foto)

Il Palazzo interessa un’area di tre ettari, con una superficie utile di circa 135.000 metri quadrati, un volume di 520.000 metri cubi, distribuito all’interno di quindici corpi di fabbrica. L’altezza massima fuori terra è di 76 metri. La realizzazione dell’edificio è stata curata dal Comune di Firenze con finanziamento del Ministero della Giustizia. L’importo complessivo del finanziamento dei lavori è di circa 138.000.000 euro (Iva compresa). Sono invece state realizzate con oneri a carico del Comune tutte le sistemazioni esterne (comprese due piazze, il controviale di viale Guidoni con verde e arredo urbano, l'area sosta a disposizione delle auto di servizio degli uffici giudiziari).

Ulteriori fondi del Ministero, 5,6 milioni, sono stati ottenuti per il sistema di sicurezza e per gli arredi. All’interno del palazzo è stato realizzato anche un asilo nido per 36 posti per i dipendenti degli uffici giudiziari. Il trasloco degli uffici giudiziari è cominciato nelle scorse settimane e continuerà fino a quando l’immobile non sarà completamente a regime. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, oltre al ministro Severino e alle autorità militari e alle forze dell’ordine, anche il sindaco Matteo Renzi, il presidente della Corte d’Appello Fabio Massimo Drago, il procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda, il presidente dell’ordine degli avvocati Sergio Paparo, il prefetto Paolo Padoin, monsignor Giuseppe Betori, il presidente della Regione Enrico Rossi, il presidente del tribunale Enrico Ognibene, il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi Presenti dunque, anche gli avvocati fiorentini che in un primo momento avevano dichiarato di non partecipare all'evento, il presidente dell'Ordine Sergio Paparo: "Mi ha chiamato il Ministro sabato, dimostrando grande sensibilità" Non sono mancati i riferimenti polemici ai ritardi con cui si è arrivati all'inaugurazione della struttura ed alla burocrazia elefantiaca, tanto che lo stesso Renzi ha 'suggerito' al ministro di lavorare sulla semplificazione nella realizzazione delle grandi opere.

Come esempio ha portato i tempi necessari a realizzare il nuovo Teatro dell'Opera. Una ‘casa’ per giudici e avvocati, seconda per estensione solo a Torino, che caratterizzerà sempre di più il quartiere di Novoli e cambierà anche lo skyline di Firenze competendo, quanto ad altezza, con la Cupola del Brunelleschi e la Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio. “Questa struttura - ha sottolineato Renzi - ha avuto un iter complesso, il primo atto urbanistico risale al 1995 e la posa della prima pietra al 1999, ma adesso finalmente abbiamo dimostrato che le scommesse, anche se con un po’ di fatica, si possono vincere.

Dopo 30 anni di procedure e anche di discussioni i fiorentini hanno una nuova ‘casa’ della giustizia”. “Credo - ha continuato - che la giustizia abbia bisogno di ritrovare quella credibilità che è in qualche modo anche l’obiettivo di questo palazzo. Mi auguro che il Governo scriva una pagina nuova su questo tema. Mi piace pensare che questo grande palazzo possa aiutare Firenze e tutto il Paese a dire, come sosteneva Calamandrei anche se in un contesto completamente diverso, che ‘abbiamo ritrovato la Patria’, abbiamo cioè ritrovato gli elementi su cui esprimere delle valutazioni condivise e non una costante tensione”. Renzi ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione del nuovo palazzo, compresi i precedenti sindaci e Governi, e “in particolare il ministro Alfano che, in un momento di difficoltà ha voluto collaborare con grande senso di collaborazione istituzionale”, e ha ricordato che adesso si aprono nuove sfide per la città, ovvero ridisegnare alcuni contenitori del centro storico da dove stanno traslocando gli uffici giudiziari (San Firenze, San Martino, Corte d’Appello) e completare lo sviluppo di Novoli “facendo diventare centrale la periferia”.

Approfondimenti

"L'entrata in funzione del nuovo Palazzo di Giustizia - è l'intervento della consigliere comunale Ornella De Zordo - benché arrivi dopo anni di attese e ritardi, non è accompagnata da un piano del traffico cittadino che tenga conto di quanto aumenterà la mobilità in una zona già sovraccarica come quella di Novoli.

Eppure l'Amministrazione di tempo ne ha avuto per studiare la cosa (qualche decennio) e dovrebbe avere chiaro che i 135.000 metri quadrati di uffici e aule giudiziarie sono un formidabile attrattore di utenza e di personale, ovvero un formidabile attrattore di traffico, che si aggiunge a quello relativo a al polo universitario e al multiplex-centro commerciale. Quali i servizi di trasporto pubblico a disposizione della zona? Per ora l'assetto infrastrutturale e l'accessibilità dell'area restano quelli di prima, con grossi problemi di congestione e imbottigliamento, che si aggraveranno, mentre la tramvia, ammesso che consenta un deciso calo del traffico privato, è ancora lontana alcuni anni.

O pensiamo che lavoratori e utenti del Palagiustizia debbano tutti utilizzare il mezzo privato con le ovvie conseguenze di aumento di pm10 nell'aria? Oltre al problema dei tempi di percorrenza e dei parcheggi che già è stato sollevato. Cosa aspetta l'Amministrazione comunale a rimediare a questo ritardo nel potenziamento del trasporto pubblico per non condannare l'area a una situazione invivibile? Al di là delle valutazioni sulla opportunità di scelte generali di rilocalizzazione a Novoli di attività quali il Tribunale o l'Università (ma questo riguarda il passato), un altro aspetto deve ora essere al centro dell'attenzione: le sedi giudiziarie che si renderanno libere nel centro cittadino per lo spostamento degli uffici costituiscono un patrimonio pubblico consistente sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

Come sappiamo, manca a Firenze un Piano complessivo sulle trasformazioni del centro storico, il che presta il fianco a alzate di ingegno estemporanee. E' necessaria una valutazione attenta del riutilizzo di contenitori importanti come il vecchio Tribunale, che sia improntata all' utilità sociale e al sostegno della vivibilità del centro storico più che alla logica, cui di recente siamo abituati, del centro come vetrina, magari per collocare qualche sede "prestigiosa" di rappresentanza, che richiama i flash dei fotografi ma che sottrae altro spazio alla vita del centro e dei suoi sempre meno numerosi abitanti".

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