Firenze il 28/01/2012- Un cittadino di nazionalità marocchina, ieri sera alle 23.20 circa, si è suicidato all’interno della Questura di Firenze. Si è ucciso strangolandosi con una striscia di coperta legata attorno al collo e fissata alla grata della porta blindata di una delle camere di sicurezza. A soccorrere l'uomo, un ventisettenne marocchino arrestato, gli agenti di polizia. E' il primo dell'anno in una camera di sicurezza a Firenze, ma il terzo suicidio dell'anno nella città. Il caso ha suscitato rabbia e amarezza tra i poliziotti fiorentini e toscani, oltre che richiamare alla memoria le recenti critiche che non solo il SIULP ma anche i vertici della Polizia di Stato avevano indirizzato al cosiddetto provvedimento “svuota-carceri” che, tra le altre novità, prevede l’utilizzo delle celle all’interno degli caserme ed uffici di Polizia e Carabinieri al fine di detenere persone arrestate per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima.
Francesco Reale, Segretario Generale del SIULP Toscana, esordisce proprio richiamando gli ultimi, inutili, tentativi mossi al fine di rivedere il decreto prima della sua approvazione: “Lo aveva detto il SIULP, lo aveva ribadito il Vice Capo della Polizia Francesco Cirillo attraverso un autorevole intervento nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato”. "Quanto accaduto ieri è –aggiunge il strong>Segretario Generale, Riccardo Ficozzi– la chiara riprova di quanto il provvedimento di legge sia assurdo ed inattuabile e di quanto, almeno la questura di Firenze, non sia in condizione di dare attuazione al provvedimento senza correre il rischio concreto che, episodi analoghi a quelli accaduti ieri sera, possano ripetersi.
I cittadini tratti in arresto, infatti, vengono “trattenuti” in camere di sicurezza allestite nel sotterraneo della questura e sorvegliate, solo all’esterno, tramite una telecamera, da personale che ha mille altre incombenze (sorveglianza dell’intero plesso presso cui è ubicata la questura, accesso cittadini per ufficio denunce, accesso ed uscita veicoli, ecc.) e che, quindi, non può destinare la propria attenzione esclusiva ai cittadini trattenuti nelle camere di sicurezza (che, peraltro, si ribadisce, non risultano – e, probabilmente, non possono – essere sorvegliate all’interno)". "Quanto accaduto è solo al punta di un iceberg che ormai da tempo ha raggiunto dimensioni allarmanti -commenta Antonio Marrocco, Segretario Generale Silp Cgil di Firenze- La fatiscenza delle strutture in uso alle forze dell’ordine a Firenze, e non solo, ha assunto livelli tali che non si riesce più ad assicurare neanche l’incolumità di chi deve essere “custodito”.
Le ripetute denunce lanciate dal SILP per la CGIL di Firenze sul degrado degli immobili in uso, purtroppo, non sono state sufficienti ad evitare la tragedia. Non basta più, ormai e da tempo, il senso di responsabilità e di sacrificio dei lavoratori di polizia ad assicurare l’integrità fisica altrui. Inadeguatezza, abbandono, mancanza di fondi e di mezzi, sono le cause di quanto accaduto. E pensare che si volevano utilizzare proprio le celle degli uffici di Polizia per “decongestionare” le carceri fatiscenti.
Una soluzione tutta italiana che preoccupa gli operatori di polizia fiorentini, perché, alla luce dei fatti, si ha la sensazione, diventata certezza, che chi deve intervenire non abbia chiaro il quadro complessivo nel quale operano quotidianamente le forze dell’ordine a Firenze come altrove. Ora, accaduto l’irreparabile, si spera che finalmente quegli interventi da troppo tempo rimandati siano fatti, lo speriamo per la questura Firenze e per tutte le altre".