Il Presidente del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato Valdemaro Beccaglia ci ha lasciati stamani venerdì 20 gennaio dopo aver lottato con tutte le sue forze contro una grave malattia. Il feretro sarà esposto nelle cappelle della Misericordia di Prato in via Convenevole. I funerali saranno domani, sabato 21 gennaio alle ore 15.30 nella Cattedrale di Prato e saranno celebrati dal Vescovo di Prato Mons. Simoni. “Sono profondamente addolorata per la scomparsa del caro Valdemaro Beccaglia, imprenditore coraggioso e lungimirante, che grazie alle sue grandi capacità di mecenatismo ha portato il museo Pecci di Prato a diventare centro di eccellenza per l’arte contemporanea.
E’ una perdita grave per la Toscana e l’Italia”. Queste le parole di commiato contenute nel messaggio che l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti ha inviato alla famiglia Beccaglia. L’imprenditore pratese del settore tessile ha coltivato da sempre la passione per l’arte contemporanea. Il suo interesse ed impegno come collezionista emergono definitivamente con la frequentazione degli artisti russi nell’epoca della Perestroika; e si riflettono anche alla sua attività imprenditoriale.
Gli spazi industriali e commerciali di sua proprietà diventano luoghi d’arte, che accolgono opere di artisti di diversa formazione e genere, rappresentanti delle molteplici possibilità offerte dal linguaggio artistico contemporaneo. Il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, ha inviato questa mattina il seguente messaggio alla famiglia di Valdemaro Beccaglia: "Vi sono affettuosamente e sinceramente vicino in questo momento di grande tristezza. Sento il dovere di ringraziare Valdemaro per la sua lezione di vita e per il suo amore per la città.
E’ stato un pratese generoso. Il suo appassionato impegno per l’arte contemporanea e per il Centro Pecci e, insieme per il futuro della nostra comunità , il suo entusiasmo contagioso per progetti sempre nuovi che guardavano molto oltre gli interessi di bottega sono una lezione di grande attualità per tutti noi. Valdemaro ci lascia una testimonianza preziosa e un patrimonio morale a cui dobbiamo dare valore ogni giorno, ognuno per il compito che ha da svolgere nella vita pubblica. Un cordiale abbraccio" Valdemaro Beccaglia, imprenditore pratese del settore tessile, sposato con quattro figli, coltiva da sempre la passione per l'arte contemporanea.
Il suo interesse ed impegno come collezionista emergono definitivamente con la frequentazione degli artisti russi nell'epoca Perestroika e si riflettono anche alla sua attività imprenditoriale: gli spazi industriali e commerciali di sua proprietà diventano luoghi d’arte, che accolgono opere di artisti di diversa formazione e genere, rappresentanti delle molteplici possibilità offerte dal linguaggio artistico contemporaneo. Collabora con l’Amministrazione comunale di Prato, fra il 1988 e il 1989 alla realizzazione di eventi espositivi come le personali di Salvatore Cipolla e Omar Galliani a Palazzo Novellucci e la collettiva Ad Villam. Alla nascita del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel giugno del 1988, è eletto membro del Consiglio direttivo, dove rimane in carica fino al 1994.
In questi anni partecipa alla realizzazione di mostre epocali come la collettiva di Artisti russi contemporanei (del 1990) e alla realizzazione di opere site pecific come Wall Drawing #736. Rectangles of Color di Sol LeWitt e Senza titolo (Prato) di Barbara Kruger (entrambe del 1993) che diventano veri e propri landmark per il museo e la città di Prato. Nel 2003 e 2004 partecipa con le sue aziende alle edizioni annuali di Spread in Prato, rassegna che diffonde nei luoghi di lavoro opere e installazioni di artisti contemporanei, fruibili da chi vive la quotidianità (lavoratori, clienti, visitatori).
È in questo periodo che entra in contatto diretto con l'artista inglese David Tremlett, di cui ha potuto ammirare i wall drawings realizzati insieme a Sol LeWitt nel 1997-98 alla Cappella delle Brunate nella tenuta vinicola del Barolo, ad Alba. A Tremlett Beccaglia propone la realizzazione di un intervento analogo sulla ex cappella settecentesca di Villa Poggi Banchieri, che nel frattempo egli ha acquistato, situata in Via Firenze a Prato in un'area da sottoporre a restauro secondo il Piano regolatore generale del Comune di Prato.
Il progetto dell'artista non è stato realizzato, nononostante il parere favorevole della Soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato, ma rimane la volontà del committente di realizzare un'opera per la sua città, che questo volume intende documentare. Nel giugno 2005 Beccaglia si fa promotore della mostra Territoria. Arte dall’Olanda a Prato e in Val di Bisenzio cofinanziata dalla Mondriaan Foundation, a cui partecipano diciannove artisti olandesi di fama internazionale invitati a intervenire esponendo e realizzando opere all’interno di spazi industriali attivi o in disuso lungo la vallata a nord di Prato, culla dell’industria tessile locale. In questa occasione Beccaglia riesce a raccogliere intorno al progetto espositivo la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Prato, i comuni della Val di Bisenzio (Cantagallo, Vaiano e Vernio) oltre alla Comunità Montana, all’Agenzia per il Turismo e alla ASVAIP (Associazione per lo studio e la valorizzazione dell’archeologia industriale pratese, di cui è socio fondatore).
Per la prima volta nasce una sinergia sul territorio in cui tutti i protagonisti sono legati fra loro da un unico e importante obiettivo: creare sviluppo e promozione attraverso un evento culturale. Il risultato dell’iniziativa è una comunicazione suggestiva fra gli artisti che presentano il loro universo creativo e il contesto territoriale pratese, in cui emerge il genius loci che gli artisti riescono in parte a cogliere e fare proprio. Il successo di questa esperienza ha permesso al progetto Territoria di proseguire, in varie forme, per quattro edizioni fino al 2009. Nominato presidente del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci nel luglio 2005, Beccaglia attua una politica di rilancio incentrata sul risanamento economico e su eventi espositivi realizzati a Prato attraverso sinergie di livello nazionale e internazionale.
Nella primavera 2006 la collettiva Opera Austria è la più importante mostra d'arte contemporanea organizzata durante il semestre di presidenza austriaca dell’Unione Europea. Seguono altre mostre che ottengono un notevole successo di critica e pubblico: le retrospettive dedicate proprio a David Tremlett (2006-2007, in parte documentata in questo stesso volume), a Daniel Spoerri (2007) e ad Emilio Isgrò (2008), le collettive Progressive Nostalgia. Arte dall'ex URSS (2007), Nessuna paura. Arte dall'Italia dopo il 2000 (2007-2008), After Utopia.
A view on Brazilian contemporary art (2009-2010), le personali di Loris Cecchini (2009), Paolo Canevari (2010) e Michael Lin (2010-2011). Sotto la presidenza di Beccaglia il Centro Pecci instaura nuovi rapporti con il Comune di Prato e con la Regione Toscana, ottenendo da quest’ultima il riconoscimento del ruolo di Museo regionale per l’arte contemporanea. Seguono accordi con l’Accademia di Belle Arti di Firenze per il trasferimento temporaneo di tre corsi universitari all’interno degli spazi del museo pratese e con il Ministero degli Esteri per la realizzazione della mostra itinerante Italian Genius Now che dal 2007 ha rappresentato l'Italia in varie capitali del sud-est asiatico e nel 2010 è stata presentata in versione aggiornata all'Expo universale di Shanghai.
Simultaneamente avvia collaborazioni culturali con il COPPEM (Comitato permanente per il partenariato euromediterraneo dei poteri locali e regionali) e con il Tel Aviv Museum of Art, puntando ad avviare un dialogo e un incontro di civiltà attraverso il linguaggio dell'arte, in particolare quella contemporanea. Le proposte culturali del Centro Pecci si proiettano nel 2010-11 nel panorama nazionale con il progetto inedito del Museo Pecci Milano, la sede espositiva distaccata voluta da Beccaglia che ottiene il sostegno dell'agenzia regionale Toscana Promozione.
Beccaglia punta inoltre a concretizzare un altro suo grande obiettivo, quello di legare più strettamente l’arte contemporanea al territorio pratese, favorendo un maggior radicamento del museo attraverso donazioni e comodati da prestigiose collezioni private come quella di Carlo Palli e degli eredi di Alessandro Grassi, l'acquisizione di opere da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, progetti espositivi come Corrispondenze, realizzato nel 2006-2007 in sinergia con il Museo Civico di Prato, e Regali che nel 2011 propone una selezione di opere del Centro Pecci nella sede storica della Provincia di Prato e nell'ex fabbrica Campolmi trasformata in Biblioteca comunale. Con l'avveniristico progetto di ampliamento della sede del Centro Pecci, commissionato dalla famiglia Pecci nel 2006 allo studio Nio Architecten di Rotterdam e finanziato dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana, diventa fautore di un decisivo rinnovamento del museo e della città.
La nuova struttura museale, che permetterà l'esposizione della collezione permenente oltreché l'utilizzo di nuovi spazi espositivi e servizi culturali per il pubblico, sarà un’icona che guarda al futuro per un nuovo sviluppo di Prato e del suo territorio. L'ultima donazione di Beccaglia al Museo Pecci esposta alla biblioteca Lazzerini di Prato Giacomo Costa (Firenze, 1970. Vive e lavora a Firenze) Giacomo Costa crea scenari urbani utilizzando sofisticate tecniche digitali 3D, prese in prestito dal mondo del cinema e dell'architettura; nelle sue immagini niente è reale, tutto è finzione e scaturisce dalla fantasia dell’artista. Dal 1996 ad oggi ha esplorato l'ambiente urbano in maniera metaforica e onirica, come rappresentazione dell’azione umana, insieme costruttiva e distruttiva, e quindi come evocazione di una condizione esistenziale instabile. L'opera esposta è stata donata da Valdemaro Beccaglia, imprenditore pratese e presidente del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci.
Beccaglia rimase colpito dalla forte tensione contenuta nel paesaggio di Costa, a cui riuscì a dare un senso compiuto in occasione dello Tsunami giapponese del 2010. La catastrofe immaginata da Costa riflette, secondo Beccaglia, lo sfruttamento massiccio del territorio, la sua gestione economica esasperata. La presentazione pubblica di quest'opera intende essere un monito e, allo stesso tempo, un invito a renderci consapevoli e responsabili verso l'ambiente in cui viviamo e operiamo