Inizio anno in sordina, senza botti, come del resto è stato tutto il 2011, costellato sì di buoni di film ma mancante del capolavoro assoluto e annunciato. Questa prima settimana del nuovo anno ci offre al massimo un paio di spunti che possano attirare la curiosità. Il primo è il sequel di Immaturi. Chi scrive ha un'opinione prossima allo zero del sistema italiano, dove i buoni film di autori poco conosciuti si perdono nei dedali della distribuzione e il resto degli schermi viene invaso da commedie, commedioline e commediolucce in tutte le salse.
Nonostante questo il primo immaturi di Genovese era un film gradevole e tutto sommato onesto, e recitato da un cast perfetto. Reggerà al sequel l'impianto ? Staremo a vedere. La paura è tanta.... E poi c'è Clint. Ad ottant'anni suonati il pistolero con due sole espressioni tanto caro a Sergio Leone e Don Siegel si conferma, anche nei film minori, di passaggio, il miglior regista vivente. Il più completo. Capace di coniugare spettacolarità mainstream a contenuti importanti, dolorosi, ad uno sguardo indagatore che pochi avrebbero pensato quando lo vedevano vestire i panni di Callaghan. Questo Edgar è forse un film minore nella sua filmografia (ma lo pensavamo anche di Hereafter, che invece con gli anni sarà rivalutato) ma ha il merito di gettare uno sguardo interrogatorio sul cuore nero dell'America attraverso la personalità magnetica e disturbata di John Edgar Hoover, il fondatore e capo per quarantotto anni (e otto presidenti diversi) del Federal Bureau of Investigation. Da Lindbergh a Martin Luther King, passando per i Kennedy, il proibizionismo, la paura rossa, tutto il “Bignami” della recente storia d'America è presente nel film di Eastwood, dove Edgar incarna la coscienza sporca del potere.
Grande plauso per Di Caprio, che dopo l'Howard Hughes scorsesiano, incarna un'altra figura storica imponente di quegli anni. E per questo inizio d'anno è tutto. Cliccate qui per vedere la programmazione delle sale di Firenze. E alla prossima. Marco Cei