Le speranze, poche, appese al filo sono cadute il 22 dicembre con la votazione della delibera del Consiglio comunale di Firenze che ha avviato l'iter procedurale della privatizzazione. I dipendenti di Ataf si sono sentiti così abbandonati da una parte di quella politica che, al loro fianco, aveva festeggiato l'esito positivo del referendum contro la privatizzazione dei servizi pubblici. "In Largo Annigoni (luogo in cui a Firenze si è tenuto il brindisi referendario)c'eravamo tutti e c'erano anche loro" continuano a sostenere i dipendenti che non accennano ad abbandonare la lotta e che dolo la lettera del Garante che li 'invita' a non scioperare il giorno 11 gennaio, già preparano altre iniziative come ad esempio un sit-in di protesta in occasione di Pitti. La Befanata delle calze ripiene di carbone affisse davanti a Palazzo Vecchio è stata 'tollerata' per alcuni minuti, poi la Polizia Municipale ha provveduto a strappare via le 27 calze su 29 (Cruccolini e Pierguidi hanno ritirato il dono) e tutto è finito.
Snobbare l'iniziativa è stato facile, quel che invece non è stato digerito sono i volantini distribuiti dai sindacalisti interni all'Azienda di trasporti in alcune piazze della città. I volti dei 29 consiglieri incastonati in cornici funebri ha portato al "Vergogna" dell'assessore alla Mobilità Massimo Mattei e successivamente alle dichiarazioni del segretario PD Patrizio Mecacci "Atteggiamento da squadristi". La goliardata ci può stare, la presa per "loculo" no. E così qualcuno ha preso le distanze dalla protesta che per un attimo sembra aver oltrepassato le righe. Cgil e Cisl hanno diramato un comunicato congiunto a firma Fuso-Pistonina: "Appare per le strade di Firenze un volantino a firma delle Rsu con tanto di foto e di nomi dei consiglieri comunali che hanno votato sì all'approvazione della delibera sulla privatizzazione di Ataf: deve essere chiaro, senza alcun equivoco, che questa modalità é fuori dalla cultura e dalla tradizione confederale di CGIL/CISL". "La nostra battaglia contro la svendita di Ataf e dei lavoratori, per un' idea della mobilità e del trasporto collettivo come servizio e bene pubblico particolare continuerà - aggiungono - ma nei modi e nelle forme che contraddistinguono la storia, l' esperienza e la visione generale del sindacalismo confederale, a tutela dei lavoratori che rappresentiamo". "Auspichiamo un raffreddamento dei toni, il quale non può che partire da un atto di responsabilità generale: della direzione di Ataf, del Comune e del sindacato tutto".
Tirati in causa così i rappresentanti sindacali, uno di questi è Massimo Milli della Cgil che oggi su Facebook risponde ai superiori: "Francamente, mi sarei aspettato tutt'altre reazioni a ciò che è accaduto ieri (peraltro ancora convinto della ingenua ed inoffensiva iniziativa). Non mi spaventano affatto le reazioni a caldo dei vari esponenti Politici in merito all'accaduto, anche perchè dopo ciò che è accaduto il 22 in consiglio Comunale, mi sarei meravigliato del loro silenzio.
Sono invece rimasto particolarmente colpito dalla nota dei due leader confederali con la quale prendono nettamente le distanze da ciò che si è verificato ieri, visto che non era certo nostra intenzione offendere, condannare o sentenziare nessuno, ma semplicemente far capire alla cittadinanza che determinate figure istituzionali sono stati gli attori dello stesso set cinematografico che hanno votato la delibera sulla privatizzazione di Ataf. Detto questo mi chiedo: ma dove erano le stesse forze Politiche quando da mesi siamo stati offesi e denigrati, finendo sui giornali con buste paga false e con false dicerie con le quali passavamo come dei lavoratori che rubavano uno stipendio lavorando meno di altri? Come mai non è uscita nessuna nota in merito ed in difesa degli stessi lavoratori/sindacalisti? Non posso essere affatto contento, quindi, di questa presa di posizione visto anche il difficile momento che i 1300 dipendenti di Ataf stanno passando e viste tutte le difficoltà che il nostro settore attraverserà ancora.
Chiedo pubblicamente un po' più di rispetto da parte di tutti i principali attori per l'operato trasparente, coerente e sincero che questa RSU sta portando avanti dal suo insediamento senza dover ingiustamente classificare tali iniziative, come atti terroristici, o peggio ancora auspicabili al periodo fascista"