Incontro: Crimini e comunicazione oggi

Sabato 7 gennaio 2012, ore 18.00, al Relais Poggio ai Santi di San Vincenzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 gennaio 2012 19:47
Incontro: Crimini e comunicazione oggi

L’Italia è il paese della paura? Riflettono sull’argomento la nota psicologa e criminologa Roberta Bruzzone e il prof. Marco Santarelli, esperto di comunicazione e ricerca sui sistemi complessi, Associato CNR-ISC. Sabato 7 gennaio 2012, ore 18.00, al Relais Poggio ai Santi di San Vincenzo (Livorno). Introduce Alessandra Angelucci, giornalista. Conduce Francesca Vierucci, titolare del Relais Poggio ai Santi. L’Italia è il paese della paura. È la tesi di Ilvo Diamanti, sociologo e fondatore dell’istituto Demos, presentata durante il seminario “Oltre l’Apocalisse” a Capodarco.

Secondo l’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, il nostro paese è “specializzato” nella rappresentazione mediatica della paura, quella legata ai piccoli crimini comuni, come furti, truffe e aggressioni. Nei Tg nostrani lo spazio dedicato ai crimini, infatti, è 40 volte superiore a quello nelle testate tedesche, 5 o 6 volte rispetto ai francesi. In pratica la paura collegata alla criminalità minore in Italia rende di più. E nella classifica degli “imprenditori della paura”, ci sono, al primo posto, Tg1 e Tg5, che trasmettono circa la metà delle notizie “ansiogene” censite dall’Osservatorio; seguono Studio Aperto, Tg2, e ultimi i Tg più schierati, Tg4 e Tg3.

Anche programmi di approfondimento, quali “Porta a Porta” condotto da Bruno Vespa e Matrix alla guida di Alessio Vinci, sembrano aver assunto come punto focale dei loro contenuti la narrativizzazione del crimine, tra spettacolo e serialità. Ma qual è l’equilibrio sottile che si viene a descrivere tra attori determinanti di un delitto, come la scena di un crimine, l’investigatore e il responsabile della comunicazione mediatica? Da anni ormai si sente parlare di sopralluogo giudiziario, scena del crimine ed analisi della scena del crimine; molte serie televisive e film hollywoodiani hanno contribuito a far accrescere la curiosità verso questa disciplina dell’autorità giudiziaria competente, ma hanno inoltre contribuito a confondere la realtà con la fiction.

Ma in cosa consiste realmente questa attività? Quali sono le reali procedure? La Scena del Crimine è una forma di comunicazione? Naturalmente sì! E allora come dev’essere comunicata all’esterno? Quale rapporto c’è tra l’autore del crimine e l’investigatore? E soprattutto qual è il limite o il senso del pudore che bisogna apporre, nella gestione e divulgazione delle notizie di un crimine, ai giornalisti della carta stampata e della televisione? Se c’è una differenza tra investigazione e spettacolarizzazione di un crimine è giunto il momento di dirlo e di sottolinearlo.

Questo il filo conduttore del nuovo incontro de “La Mente e il Rosmarino”, progetto culturale multidisciplinare senza scopo di lucro, promosso dal Relais Poggio ai Santi, Enzo Masci e Fabio Canessa, sotto la direzione scientifica di Marco Santarelli.

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