“Incassiamo le scuse dell’amministratore delegato di Ferrovie che ci aveva dato dei fessi, anche se ci ha messo quasi un mese per produrle. Ma non possiamo accettare le giustificazioni che adduce. Forse davvero Moretti ci prende per fessi”. Lo ha dichiarato il consigliere Dario Locci (Gruppo Misto), in risposta alla lettera pubblicata oggi dal quotidiano “La Nazione” a firma di Mauro Moretti. “Secondo le parole dell’ad di Ferrovie – continua Locci - il David di Michelangelo sarebbe al sicuro dalle vibrazioni provocate dall’Alta velocità, in quanto il tracciato del tunnel non passa esattamente sotto i suoi piedi.
Che dire allora delle opere in restauro all’Opificio delle Pietre dure, che si trova proprio sopra alla futura galleria? Sono altrettanto sicure?”. A lanciare l’allarme sulla situazione dell’Opificio, pochi giorni fa, sono stati alcuni esponenti di Italia Nostra, insieme a un architetto dell’Ente, Alberta Zuffanelli. Il laboratorio, infatti, sorge all’interno della Fortezza da Basso, sotto la quale passerà il tunnel della Tav. “Il rischio vibrazioni è concreto – dichiara Locci – e riguarda decine di opere in restauro, tra cui l’Adorazione dei Magi di Leonardo, la Croce di Giotto, L’ultima cena del Vasari”. “Per di più a causa dei lavori per il sottoattraversamento – conclude il consigliere regionale – scompariranno i pozzi sotterranei dai quali l'Opificio attinge acqua per alimentare i sistemi di climatizzazione necessari a garantire alle opere l'ambiente adeguato.
Sistemi per i quali, oltretutto, sono stati spesi milioni di euro”.