«Sono circa 90mila le frane censite in Toscana, 30mila quelle ancora attive. Di queste 5mila in prossimità di centri abitati, case, strade e quindi da monitorare con maggior attenzione». E tra le zone a maggior rischio, «oltre alle Apuane, sono sotto osservazione territori come il Mugello, la Garfagnana e il Valdarno». E' il quadro tracciato da Guido Lavorini, consigliere dell'Ordine dei Geologi della Toscana durante la giornata di studi che si è tenuta oggi a Firenze e organizzata dall’Ordine dei Geologi della Toscana e dalla Fondazione dei Geologi della Toscana con il patrocinio della Regione Toscana.
Tema dell'incontro, la presentazione della carta geomorfologica dell’Arcipelago toscano e della banca dati frane e coperture della Regione Toscana con particolare riferimento all’Isola d’Elba dove le frane censite sono 1.500. Alla luce degli ultime eventi accaduti nella regione con i disastri ad Aulla e all'Elba, l'assessore regionale Anna Marson presente all'iniziativa, ha annunciato che «la revisione del piano paesaggistico non ancora completamente approvato dalla Regione sarà l'occasione per lavorare in stretta collaborazione anche con i geologi.
La geomorfologia è la componente fondamentale del paesaggio e le analisi geomorfologiche sono da prendere sul serio». Un approccio e una disponibilità che hanno trovato sponda in Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine Geologi della Toscana. «Il territorio è un elemento importante anche per la politica, i cittadini sono attenti ai temi ambientali. E la sensibilità dell'assessore è sicuramente un aspetto importante. Se ci fosse stata maggior attenzione ad Aulla non si sarebbe costruito in una zona alluvionabile, nell'alveo del fiume».
Per tornare a quanto accaduto il 7 novembre all'Isola d'Elba, «non era stato tenuto conto di un evento imprevedibile, un vero e proprio mini tifone – ha continuato Lavorini - che in pochi minuti ha scaricato sull'isola la quantità di pioggia che normalmente cade in tre mesi. Quelli che erano rigagnoli e fossi si sono trasformati in veri e propri fiumi in piena». L’Elba è sì una zona con 1500 frane censite delle quali 200 attive e sotto osservazione, «ma un evento meteo di quella particolare intensità non era davvero prevedibile.
In futuro non si potrà escludere che se ne verifichino ancora. Adesso devono essere presi in considerazione i mutamenti climatici e le conseguenze che ne derivano». Sotto osservazione all'Elba adesso ci sono le zone di Marciana, Campo nell'Elba, San Piero e Sant'Ilario e quella del versante nord del monte Capanne oltre al fosso Reale a Porto Azzurro e Capoliveri. “La prevenzione sismica è da sempre considerata una priorità a livello regionale. La Regione Toscana già da numerosi anni sta infatti portando avanti, tramite finanziamenti regionali rivolti principalmente alle amministrazioni locali, numerose iniziative finalizzate a promuovere una adeguata politica di prevenzione e di riduzione del rischio sismico, visti anche gli elevati livelli di pericolosità sismica di alcune aree del territorio toscano”.
Lo ha detto oggi l’assessore regionale all’ambiente e energia Anna Rita Bramerini, intervenendo al convegno regionale organizzato per tracciare un quadro completo delle attività di prevenzione sismica del triennio 2009-2011 in Toscana. “Per fissare gli obiettivi e indicare le priorità di intervento – ha spiegato Bramerini – bisogna innanzi tutto disporre di un quadro di conoscenza del rischio sismico completo ed approfondito, che implica sia la ricostruzione di eventi sismici passati sia il monitoraggio sismico attuale del territorio regionale.
Un compito in cui la Regione si è impegnata da più di 15 anni”. L’assessore all’ambiente ha fatto il punto di tali attività, i cui filoni principali sono in primo luogo le indagini conoscitive sui terreni e sulle strutture, con i programmi VSCA (Vulnerabilità sismica cemento armato), VSM (Vulnerabilità sismica muratura), VEL (Valutazione effetti locali nei centri urbani). Nel 2010 dalla Legge regionale 58/09 sono stati assegnati circa 537 mila euro di contributi che hanno riguardato 43 edifici pubblici nei comuni a maggior rischio sismico.
Nel 2011 i contributi per le indagini su altri 30 edifici assommano a 271 mila euro. Sono state poi effettuate verifiche tecniche di vulnerabilità sugli edifici strategici e rilevanti mediante finanziamenti nazionali. Il bilancio in questo ambito è di circa 149 edifici già verificati (finanziamento totale erogato pari a € 1.815.000) e di altri 70 in corso di verifica (finanziamento totale erogato pari a € 730.000). Sono state avviate una serie di verifiche sismiche anche sugli edifici ospedalieri.
A ciò va aggiunta l’attività di monitoraggio dell’attività sismica attuata mediante l’installazione, manutenzione ed aggiornamento delle apparecchiature scientifiche di rilevamento. “Tra le iniziative recenti voglio segnalare – ha detto ancora Bramerini – il protocollo di intesa stipulato tra le Università toscane di Firenze, Pisa e Siena e la Regione Toscana al fine di garantire un confronto continuo con tutta la comunità scientifica, e contribuire in maniera efficace allo sviluppo di una adeguata politica conoscitiva, formativa ed informativa”.
A fianco di queste attività conoscitive, vi sono numerose altre attività di prevenzione del rischio sismico mirate alla programmazione e al finanziamento (un capitolo sempre più critico) di interventi sul patrimonio edilizio pubblico strategico e rilevante, mediante finanziamenti europei (Programma POR CreO FESR 2007/2013), nazionali (ordinanze di protezione civile a seguito di eventi sismici e/o di interventi, leggi nazionali) e regionali (L.R. 58/2009), rivolti agli enti locali. Complessivamente sono stati erogati circa 145 Milioni di finanziamenti di provenienza comunitaria, statale e regionale, di cui il 63% hanno riguardato edifici scolastici, il 19% edifici pubblici, il 5% ospedali e il rimanente 13% ad altre tipologie.
“Allo stato attuale – afferma l’assessore all’ambiente – su un quadro conoscitivo di circa 1500 edifici pubblici individuati, circa il 75% sono stati oggetto di indagini conoscitive e/o di verifiche sismiche che hanno portato ad interventi di messa in sicurezza per circa 250 edifici. Il restante 25% rimane ancora da esaminare”. La Regione Toscana è stata sempre in prima linea anche rispetto agli aspetti normativi, e in particolare per gli aspetti di progettazione edilizia e per quelli di pianificazione territoriale e urbanistica: il Settore Coordinamento Regionale Prevenzione Sismica sta collaborando all’aggiornamento dei regolamenti attuativi delle legge 1/2005 e ha collaborato alla stesura del nuovo regolamento regionale 53R in cui si prevede tra l’altro la realizzazione di cartografie di “microzonazione” sismica a livello comunale, recependo le indicazioni e i finanziamenti nazionali.
“Tutto ciò – ha concluso l’assessore – non può prescindere dal fatto che deve essere parallelamente messa in atto una politica regionale di formazione tecnico-professionale specialistica e di informazione alla popolazione sul rischio sismico in Toscana, tutti aspetti che sono stati previsti nell’ambito della L.R.58/2009”.