«E’ necessario poter derogare dai limiti imposti dal patto di stabilità perché è assurdo bloccare interventi inderogabili come quelli per l’edilizia scolastica». E’ quanto chiedono Rosa Maria Di Giorgi, coordinatrice Anci toscana per la scuola e Giovanni Di Fede, responsabile Upi regionale per la pubblica istruzione. «Abbiamo le mani legate – hanno aggiunto – ma il tema del’edilizia scolastica sta assumendo un rilievo di emergenza nazionale e rischia di diventare preoccupante anche per la situazione nella nostra regione.
A causa del patto di stabilità, infatti, non siamo in condizione di spendere le risorse che abbiamo in bilancio a questo scopo». «Auspichiamo un intervento organico per poter rinnovare le nostre scuole – ha proseguito Giovanni Di Fede - un intervento che riesca a garantirci certezza e continuità dei finanziamenti statali, ottenuti utilizzando la legge 23 del 1996, in cui sono contenute le norme per l’edilizia scolastica e che da troppo tempo non viene più finanziata. E’ necessaria anche l’immediata disponibilità della seconda trance dei fondi CIPE, che erano stati finalizzati proprio a interventi per le scuole». «Gli enti locali - secondo Rosa Maria Di Giorgi e Giovanni Di Fede – devono essere messi nelle condizioni di spendere, in deroga al patto di stabilità, le risorse allocate nei residui per progetti già finanziati e progettati, in questo modo si produrrebbero due immediati risultati positivi: scuole più sicure e rilancio del settore edilizio in forte crisi, una vera e propria misura per la crescita economica e dell'occupazione». «A Firenze, solo per fare degli esempi – ha spiegato la coordinatrice scuola dell’Anci toscana – poter derogare al patto di stabilità vorrebbe dire per il Comune di Firenze poter liberare risorse pari a 10milioni di euro, una somma sufficiente a costruire due nuove scuole».
«Per la Provincia – ha rilevato Di Fede – la somma ammonterebbe a 30 milioni di euro». «Il Presidente Monti è stato molto chiaro sull’importanza di una strategia di rilancio economico del Paese – hanno concluso Di Giorgi e Di Fede – e per questo è fondamentale permettere agli enti locali virtuosi di poter investire. Non si tratta di far arrivare nuove risorse ma di spendere quelle che abbiamo bloccate per via del vincolo di stabilità. La coesione nazionale, giustamente cara al nuovo governo, vuole dire soprattutto impedire il rischio di deperimento totale dei nostri territori.
E l’istruzione pubblica rimane fondamentale per dare un degno futuro al nostro Paese»