Il 15 novembre in piazza della Repubblica un presidio ad un mese esatto dalla manifestazione di Roma, sostenuta dalle sigle sindacali, coadiuvata dalla voglia di controbattere pacificamente e con fondati argomenti il declino della società economica nazionale, sfociata purtroppo nelle drammatiche immagini di devastazione in piazza San Giovanni a Roma. "L'Europa della politica delle banche e dei poteri finanziari vuole imporre, anche al nostro Paese, un modello sociale che mette al primo posto le compatibilità di bilancio dell’area dell’Euro, con la totale distruzione del sistema di spesa orientato al Welfare" - recita una nota dell'Unione Sindacale di Base -.
Le ulteriori misure "anti-crisi" alle quali tutti i lavoratori italiani saranno costretti prevedono: • l’abolizione delle pensioni di anzianità; • la privatizzazione dei servizi dei servizi pubblici; • la vendita delle aziende strategiche; • la mobilità, la cassa integrazione ed il licenziamento per i pubblici dipendenti; • il pareggio di bilancio in costituzione; • applicazione della riforma Brunetta". "La fine del Governo Berlusconi - continuano - non garantisce ai lavoratori pubblici un destino diverso da quello già disegnato a livello europeo con il summit del G20 tenutosi nei giorni scorsi e che ha ribadito la fine dello stato sociale, la forte contrazione dei diritti e la riduzione dei salari e delle garanzie, la crescita delle tariffe dei servizi pubblici e una crescita pesante della pressione fiscale e contributiva sui redditi da lavoro.
Per questo è necessario iniziare a costruire una forte opposizione sindacale e sociale che dia risposte ed organizzazione ai futuri tagli fatti per conto della BCE che daranno il colpo finale al welfare. Il licenziamento facile dei dipendenti pubblici è la necessaria premessa per recidere altri rami della Pubblica Amministrazione e mettere nelle mani dei "mercati" quel poco di servizio pubblico sopravvissuto. "I lavoratori pubblici hanno il compito di rappresentare il disagio dei ceti sociali meno tutelati che non hanno voce perché non hanno diritti.
Spetta quindi a loro provare ad uscire da questa condizione, costruendo momenti di mobilitazione e di conflittualità sindacale e sociale per costruire una vera alternativa a una casta politica che è già pronta a rigenerarsi su se stessa". Il 15 novembre USB darà vita in tutto il Paese ad una giornata di mobilitazione a un mese da quel 15 ottobre che ha segnato, con la grande manifestazione nazionale contro il debito - al di là dei fatti di cronaca - un momento di risveglio della coscienza collettiva per una risposta alternativa alla crisi.
La giornata del 15 novembre 2011 si articolerà con una grande iniziativa nazionale e con iniziative locali e sarà l'occasione per rimette al centro la questione della sopravvivenza dei servizi pubblici a partire dal rinnovo dei contratti nazionali di lavoro dei pubblici dipendenti. Per la difesa dei servizi pubblici, contro la svendita dei beni comuni, per il rispetto del risultato referendario, per la difesa del lavoro. MARTEDI 15 NOVEMBRE 2011 DALLE ORE 18.00PRESIDIO IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA