Un lucente filo di seta lungo 8.000 chilometri unisce da mille anni le città di Lucca e di Hangzhou (Cina), capitali storiche della produzione e della diffusione serica. Oggi, nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Culturale Cinese in Italia, la grande storia degli itinerari descritti da Marco Polo viene raccontata dalla mostra lucchese La Via della Seta, promossa dal Comune di Lucca in collaborazione con il Centro Studi Martino Martini e il China National Silk Museum – Hangzhou. La Via della Seta.
Il legame commerciale ma soprattutto culturale tra Oriente e Occidente, nel momento del suo massimo splendore, si esprime in più di centotrenta capolavori dell’arte serica cinese, centroasiatica e lucchese, con rarissimi pezzi che coprono più di mille anni di storia - dalla dinastia Tang alla dinastia Ming - e un accurato apparato documentale e bibliografico. La Via della Seta è riconosciuta dagli storici come elemento fondamentale per l’evoluzione della civiltà umana in generale, e nel Medioevo Lucca ne è stata la capitale europea.
Qui le sete più pregiate, provenienti da ogni parte d’Oriente venivano lavorate in tessuti di una finezza senza pari, esportati in ogni parte d’Europa. In questo periodo storico la città crea una sintesi mirabile tra ricerca, produzione e commercio: è la nascita della moderna industria, che accoglie le culture, coglie i bisogni e ad essi dà risposte con la produzione di beni, motori del mercato e della ricchezza. Con questa mostra Lucca onora la Via tra Oriente e Occidente - asse lungo il quale la Cina oggi realizza nuove città ed infrastrutture territoriali protagoniste di nuovi mercati - legandosi culturalmente alla città di Hangzhou, co-realizzatrice dell’evento e antica capitale della dinastia Song Meridionale.
Principale centro di produzione serica in Cina nel passato e nel presente, Hangzhou è citata da Marco Polo nel Milione e proprio quest’anno è entrata a far parte della Lista del Patrimonio Storico dell’Umanità, così come Lucca è attualmente candidata a diventare Patrimonio Storico dell’Umanità per l’Unesco, come uno dei terminali occidentali della Via della Seta. La mostra si articola in tre sezioni: la prima, dedicata a Lucca e al suo ruolo di nodo internazionale della manifattura serica, con oggetti provenienti da collezioni pubbliche e private lucchesi; la seconda, dedicata alla produzione e al commercio della seta tra Cina, Asia centrale e Mediterraneo, con oggetti provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale della Seta di Hangzhou e da altre istituzioni pubbliche e private italiane; la terza, dedicata alle tecniche di fabbricazione tipiche del mondo islamico e bizantino e alla loro diffusione in Europa, con oggetti provenienti da collezioni private italiane.
Tra i pezzi più significativi dell’esposizione ci sono una serie di vestiti e tessuti (sciamiti, broccati, garze, ricami) di epoca Liao, Jin, Song e Ming, un gruppo di figure in terracotta rappresentanti cammelli battriani e mercanti centro-asiatici di epoca Tang, una serie di dipinti su seta di epoca Song e Yuan rappresentanti Gengis Khan e le tecniche di produzione e lavorazione della seta, due grandi rotoli dipinti su seta di epoca Ming che rappresentano i viaggi dell’imperatore, una serie di testi ufficiali che descrivono le tecniche di produzione e lavorazione della seta, ed alcuni modelli di telai provenienti dal Museo Nazionale Cinese della Seta di Hangzhou.
Non mancano sontuosi abiti festivi da alti dignitari, quattro insegne di rango di funzionari imperiali e un magnifico pannello in raso ricamato, tutti di epoca Qing. Per quanto riguarda l’Asia centrale, spiccano 12 vestiti da cerimonia in tessuto ikat prodotti in Uzbekistan nel XIX secolo, caratterizzati da colori e disegni straordinari. A queste meraviglie si affiancano una decina di preziosi volumi e atlanti provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca, che rappresentano l’evoluzione della cartografia occidentale della Cina e dell’Estremo Oriente prima (Tolomeo) e dopo Marco Polo (Ortelio, Mercatore, Blaeu, Jansson, Martini, d’Anville), considerando il grande viaggiatore veneziano lo spartiacque tra due grandi ere nei rapporti culturali tra Europa e Cina.
Prima di lui, infatti, le notizie che giungevano in Occidente erano di seconda mano, filtrate e ad arte dai vari popoli stanziati lungo la Via della Seta per impedire che i due estremi del continente eurasiatico entrassero in contatto minacciando la tradizionale gerarchia degli intermediari. La parte lucchese della mostra offre alcuni documenti di straordinaria importanza provenienti dall’Archivio di Stato di Lucca, tra i quali il manoscritto di Georg Christoph Martini Viaggio in Toscana del 1745, contenente le descrizioni e i disegni dei principali macchinari utilizzati dai filatori, tintori e tessitori lucchesi per realizzare preziose stoffe di seta, orgoglio e vanto della città e per questo coperte dal più rigoroso segreto industriale.
E poi campionari di stoffe, gli Statuti della Corte dei Mercanti con il famoso torsello (balla) di seta come simbolo della città di Lucca, i registri delle imprese del settore serico con simboli e marche delle aziende principali, la donazione da parte del vescovo di Lucca al convento di San Romano di una serie di paramenti sacri in sete provenienti quasi tutte dall’Asia. La Via della Seta è un’esposizione colma di colori, suggestioni ed emozioni, dove la magia dei tessuti antichi e dei costumi più preziosi è solidamente sostenuta da un corpus di documenti, macchine, reperti che ci permettono di comprendere la grandezza di una cultura comune tra Oriente ed Occidente, oggi di assoluta attualità.