La ricerca di un immobile è cosa ardua, lo sanno coloro che per una volta si sono cimentati nell'opera, ancor meglio coloro che per necessità si trovano spesso a dover traslocare la propria vita di casa in casa, fin nei posti più impensati.. La delega all'Urbanistica è rimasta per oltre un anno nelle mani del sindaco Matteo Renzi, segno tangibile di un progetto di 'città ideale' dettato più dalla prudenza che dal desiderio estetico. Questo perché durante le precedenti amministrazioni pubbliche sono sorte non poche perplessità riguardo la gestione di alcune situazioni finite poi sotto l'occhio attento degli inquirenti. Sfogliando una delle tante riviste del settore, ci imbattiamo in due monolocali, siti in Ponte Vecchio, appartenenti a due diverse agenzie immobiliari, ma ugualmente descritti. Il primo: "Ponte Vecchio, piano interrato, ampio monolocale di 35mq accatastato C/2, perfettamente risanato e ristrutturato, punto cottura, servizio con doccia, impianti a norma, ottimo come investimento".
L'altro: "Ponte Vecchio, seminterrato, non accatastato civile abitazione, ampio monolocale con angolo cottura e servizio, completamente ristrutturato, termo, adatto investimento". Uno accanto all'altro non passano inosservati. Descrizione permettendo, appaiono piuttosto simili. All'atto pratico sono due presentazioni di unità immobiliari, se non altro perché sono inserite nella colonna "Vendesi - Monolocali" in compagnia di civili abitazioni, ma civili abitazioni non sono.
Per il Catasto infatti la Civile Abitazione è una categoria "A". La categoria "C/2" invece, corrisponde ad un magazzino-deposito. Possibile che in una città come Firenze, in pieno centro storico Unesco, siano messi in vendita magazzini seminterrati ristrutturati per uso abitativo? La Polizia Municipale, reparto competente per l'edilizia, ha cercato di chiarirci la situazione: "Il cittadino/compratore non è uno sprovveduto - la premessa - comunque allo stato attuale non si tratta di una abitazione.
E' possibile però richiedere il cambio di destinazione d'uso. Bisogna vedere se sussistono i requisiti per l'abitabilità tipo le altezze interne dei locali, la luce diretta dall'esterno ecc.". Ma è corretto immettere sul mercato un magazzino presentandolo comprensivo di cucina e servizio igienico? - il responsabile non risponde. Proviamo allora a riformulare il quesito. Chi acquista un simile immobile, con l'intento di abitarci, potrebbe avere un domani guai con il vostro Ufficio? "E' probabile". Più chiaro ed esaustivo il presidente provinciale di F.I.M.A.A. (Federazione degli Agenti di affari in mediazione immobiliare) Arrigo Brandini che si è detto dispiaciuto per la segnalazione: "Certe cose non dovrebbero accadere, esiste un accordo che gli Agenti sottoscrivono e nel quale vengono esplicati dei parametri anche deontologici.
Non ho preso visione della rivista su cui sono apparsi gli annunci, ma è certo che simili tipologie di locali sono da inserire in uno spazio loro dedicato, onde evitare equivoci nel possibile acquirente che, ed aggiungo a ragione, non è tenuto ad essere esperto del settore. Non sono appartamenti, non possono avere la cucina, il soggiorno o la camera da letto.. ed anzi vi dirò sono investimenti per modo di dire.. non possono infatti neppure essere affittati, fortunatamente, come appartamenti perché da pochi anni nel contratto di affitto deve risultare la classe degli immobili e solo la "A" contraddistingue le abitazioni.
Un 'C2' è un deposito affittabile con il regime commerciale del sei anni più sei e sottostante alla normativa prevista per la gestione di un locale commerciale, adempimenti fiscali compresi. Far passare un simile oggetto per un appartamento può verosimilmente creare una turbativa del mercato" Elisabetta Meucci, dopo il lavoro svolto come presidente della Commissione Urbanistica, occupatasi di far luce sui recenti fatti che hanno coinvolto il Comune di Firenze nelle inchieste legate ai presunti abusi edilizi, è ora Assessore all'Urbanistica e Territorio del capoluogo toscano e si è detta sorpresa dalla nostra 'scoperta': "Non sono abitazioni - ha ribadito - ma edifici commerciali se ubicati sul piano stradale con sporto o vetrina, oppure depositi se nascosti o inaccessibili dalla pubblica via.
Il problema dell'abitabilità si pone al momento in cui viene inoltrata la domanda sul cambio di destinazione d'uso. Uno dei parametri che teniamo in considerazione è quello di poter dimostrare che in passato, il locale in oggetto, faceva parte, od era esso stesso, una unità abitativa, poi frazionata e destinata ad altro". Recentemente si è guardato con particolare attenzione alla massiccia trasformazione di locali commerciali in abitazioni: "Abbiamo introdotto apposite prescrizioni - spiega l'Assessore - attraverso il Piano Strutturale che è un piano strategico e non comporta divieti per i privati, però tramite lo strumento delle "Salvaguardie" è possibile l'immmediata operatività delle prescrizioni. Abbiamo così introddotto il blocco di questa possibilità, per ora in tutta la città.
Con il Regolamento Urbanistico potranno essere rese possibili trasformazioni solo rispondendo alle caratteristiche che saranno previste nel regolamento stesso, e comunque ciò non potrà più accadere nell'area Unesco ma solo in periferia". L'assessore si lascia scappare anche una riflessione ad alta voce: "Ma sotto Ponte Vecchio non c'è l'acqua? - sorride - Certo che è proprio un mondo difficile" Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere comunale Tommaso Grassi che ha ritenuto "ambigui" alcuni passaggi della normativa fiorentina chiedendo "maggiori restrizioni nel centro storico, specie dopo aver appreso dell'accoglimento di alcune osservazioni giunte da parte di terzi, una di queste prevede che si possano realizzare trasformazioni nel caso in cui il locale abbia anche delle uscite alternative a quelle poste sulla pubblica via".
Circostanza che spesso si verifica per locali siti a livello strada che sboccano in una corte interna. Una variabile preoccupante in vista di una ratio che vorrebbe restringere il campo d'intervento edilizio/speculativo con conseguente impoverimento del tessuto economico di vicinato. Al cittadino che, ricordiamolo, "Non è uno sprovveduto" come sostenuto dalla Polizia Municipale, offriamo infine un particolare curioso: il prezzo del primo immobile è di 90mila euro, mentre per il secondo la richiesta è di 98mila euro.
Ben 8mila euro di differenza. Perché? La crisi del mercato globale non sembra aver intaccato il marchio Firenze che mantiene il suo appeal proponendo in quel di Ponte Vecchio un caratteristico piedaterre.. nell'acqua. Antonio Lenoci