Ventitré ricorsi giudiziari, costi lievitati dell’88% e schizzati da 350 a 657 milioni e mezzo, contenziosi, liti degli enti locali, scavi archeologici, burocrazie e problemi di bonifica: è un percorso a ostacoli che pare uscito dai ‘Giochi senza Frontiere’ di televisiva memoria, quello di cui è ormai ostaggio la realizzazione dei quattro nuovi ospedali di Pistoia, Prato, Lucca e Massa Carrara. La denuncia arriva dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl), che su questo percorso accidentato anziché no ha rivolto un’articolata interrogazione nella quale chiede al governatore Enrico Rossi e all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia di far chiarezza in forma scritta su tempi, costi, motivi dei ritardi e prospettive dell’intera operazione. Avviata nel 2003 con un innovativa formula di project financing multiplo, la realizzazione dei quattro nuovi ospedali, inizialmente prevista in tre anni, procede a ritmi che definire lenti è un eufemismo: «Con la deliberazione del dicembre 2003 – ricorda infatti Mugnai nella sua interrogazione – il Sistema Integrato Ospedali Regionali (Sior) sceglieva quale soggetto promotore per la realizzazione dei quattro ospedali toscani, l’ATI Astaldi/Tachint/Pizzarotti.
L’appalto prevedeva tre anni per la loro realizzazione». Ebbene, si legge ancora: «A distanza di otto anni dall’inizio del project, i nuovi presidi ospedalieri di Prato, Pistoia, Lucca sono a circa metà dell’opera, mentre la costruzione dell’ospedale di Massa Carrara è appena partita». Insomma, siamo ancora un bel pezzo indietro. Intanto i costi lievitano: «Il costo originario delle opere – scrive Mugnai – ammontava a 350 milioni. Da quanto si apprende, però, nel 2007, cioè all’atto della firma della convenzione tra concessionario (ATI Astaldi, Pizzarotti e Technit) e Aziende sanitarie era già salito a 422 milioni.
Oggi sarebbe salito a 657,5 milioni (l’88% in più di quanto previsto nel 2003) così suddivisi: 169 milioni statali, 289 milioni di risorse dalle Aziende sanitarie e 199 milioni dai privati concessionari, che gestiranno anche i servizi non commerciali e non sanitari dei nuovi presidi per 19 anni». Molto bello, in teoria. In pratica, però, per quanto riguarda le Asl la gran parte dei fondi dovrebbe derivare da alienazioni immobiliari che per ora non si è riusciti a fare, il che ha costretto ad attingere da tutt’altra parte, ovvero dal fondo rotativo degli investimenti della Regione.
Ma i problemi non sono finiti: «Queste realizzazioni incontrano numerosi ostacoli – si legge – con 23 cause giudiziarie, litigi tra enti locali, scavi archeologici, bonifiche territoriali e burocrazia. Inoltre, l’inchiesta giudiziaria che ha riguardato l’Asl 1 di Massa Carrara ha causato un ulteriore anno di ritardo per la realizzazione dell’ospedale di Massa». In più: «Agli inizi di ottobre, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Prato ha acquisito una enorme mole di materiale riguardante la costruzione dei quattro nuovi ospedali, prelevandola dagli uffici del Sior di Prato».
Largo dunque alle risposte e ai chiarimenti che ora Mugnai chiede alla giunta domandando «i motivi dei ritardi nella costruzione degli ospedali» e «a quanto ammonta il loro costo di realizzazione». Non solo, perché Mugnai vuole anche «ricevere documentazione sullo stato dell’arte del project financing da parte dell’Osservatorio regionale o dai competenti uffici della giunta». Sì perché, tra l’altro, oggi anche Livorno si prepara a realizzare il suo nuovo ospedale attraverso un project a fase unica promosso da poche settimane.
La città, lì sul mare, già trema.