Firenze – “Ricorreremo contro l’ultima manovra del governo” annuncia il presidente della Toscana, Enrico Rossi. “Ricorreremo – aggiunge – anche sull’articolo 8, che se non si vuol far fare un salto indietro di mezzo secolo alla nostra civiltà del lavoro ho già detto qualche settimana fa che andrebbe semplicemente cancellato, poiché rischia di facilitare i licenziamenti”. La decisione della giunta regionale di ricorrere alla Consulta riguarda quattro articoli della legge 148 approvata dal parlamento il 14 settembre scorso: oltre all’articolo 8, il 5 bis, l’11 e il 16.
“Ricorriamo alla Corte costituzionale perchè il governo ha invaso competenze che sono del tutto o in parte della Regione – spiega Rossi – o perchè, come nel caso dell’utilizzo degli ex fondi Fas per le aree sottoutilizzati in deroga al patto di stabilità interna, si applicano trattamenti diversi a Regioni diverse o addirittura si prevede di compensare le più ampie possibilità di spesa delle Regioni del Sud con maggiori oneri previsti per le altre Regioni”. L’articolo 5 bis della manovra del governo sarebbe incostituzionale, secondo la Regione Toscana, in violazione dell’articolo 119 della Costituzione.
L’articolo 8 – quello che prevede che specifiche intese sottoscritte tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali, comprese quelle aziendali, possano essere regolate materie che riguardano l’organizzazione del lavoro anche in deroga a norme di legge e ai contratti nazionali collettivi di lavoro – è stato impugnato perchè la deroga può riguardare anche la legislazione regionale sulla tutela del lavoro e violerebbe quindi l’articolo 117 della Costituzione, oltre all’articolo 118, visto che la norma non prevede strumenti di concertazione. L’articolo 11 della manovra interessa i tirocini formativi e di orientamento non curriculari.
Il Parlamento ha detto che non possono durare più di sei mesi e non possono interessare chi si è diplomato e laureato da più di un anno. Ma la formazione è una competenza regionale e per questo la Toscana ricorre.. Infine sarà impugnato anche l’articolo 16, per la parte che riguarda le unioni comunali: la norma disciplina infatti le forme associative degli enti locali sui cui ha potestà legislativa la Regione.