Sergio Bonelli ha salutato i suoi lettori in questo triste 26 settembre, a ricordarlo oggi tutti coloro che sono stati ragazzi sulle pagine dei suoi fumett, e sono rimasti ragazzi anche quando le pagine sono ingiallite, conservate nei cassetti o sulle librerie, alcuni in disordine, altri meticolosamente sistemati per numero ed edizione. Nove da Firenze ricorda il grande editore assieme al noto fumettista toscano Giuseppe Di Bernardo, autore de L'Insonne, disegnatore di Diabolik, sceneggiatore e scrittore di romanzi noir: "Questa è una storia che non ho mai raccontato a nessuno - ci confessa Di Bernardo - Era la primavera del 1993, quando alla mostra del fumetto di Certaldo incontrai per la prima volta Sergio Bonelli.
Con l'incoscienza dell'età, io e un amico, lo avvicinammo per proporgli di pubblicare “L'Insonne”. Una follia senza senso. Lui, incredibilmente, invece di mandarci al diavolo, ci spiegò con gentilezza che per realizzare una serie per la sua casa editrice bisognava prima lavorare un po' sulle altre testate. Lapalissiano". "Negli anni successivi - continua - ogni volta che lo incrociavo, mi vergognavo un po' di averlo abbordato in quel modo ridicolo. Qualche anno dopo ho avuto l'onore di disegnare, insieme a Marco Bianchini, un episodio di quello che forse era il suo personaggio più caro, “Mister No”.
“Un giorno da cani” s'intitolava quella storia, e quell'albo fu il mio primo vero lavoro professionale. Gli era piaciuto? Non lo so, non ho mai avuto l'occasione di chiederglielo". "Quando qualcuno se ne va, la testa ci si riempie di domande che avremmo voluto fargli, e cose che avremmo voluto chiedergli o dirgli. Succede sempre così. L'ultima volta che l'ho visto è stato alla fiera di Mantova di quest'anno. Stavo presentando “The Secret” (l'ultima opera data alle stampe con successo, ndr) in conferenza stampa, quando l'ho visto entrare e cercando di non disturbare, sedersi defilato.
Naturalmente ho balbettato e perso il filo del discorso e mi sono biasimato per aver fatto con lui l'ennesima brutta figura. Mi incuteva un enorme timore reverenziale. Senza di lui, i miei fumetti non sarebbero esistiti. Forse non avrei neppure preso una matita in mano. Forse non avrei raccontato le mie storie. Per questo, insieme a lui, se ne va, e non mi vergogno a dirlo, un pezzetto della mia vita. L'autore di un sistema criticato da molti, ma davanti al quale, mi sento ancora di togliere il cappello.
Ciao, Sergio - conclude Giuseppe di Bernardo - sei sempre tra noi. Perché chi crea eroi immortali vive per sempre". Conosciuto anche con lo pseudonimo di Guido Nolitta, è stato un fumettista ed editore italiano. Figlio di Gian Luigi Bonelli, che poi è il creatore di Tex e fondatore della casa editrice Audace, e di Tea Bonelli, che dal 1946 ha preso le redini della casa editrice dell'ex marito. Grande e dura la gavetta fin da giovanissimo nel mondo del fumetto e dell'editoria nell'impresa di famiglia: da fattorino a magazziniere, fino a rispondere alle lettere dei lettori. Nel 1957 prende in mano la casa editrice Cepim, la futura Sergio Bonelli Editore, una delle case editrici di fumetti più importanti per tiratura nel panorama italiano, subentrando nella direzione alla madre Tea.
Sua la creazione di un personaggio totalmente nuovo ed intrigante come Zagor. Quattordici anni dopo, nel 1975, darà vita a quello che considererà sempre il suo figlio prediletto: Mister No uno scanzonato ex soldato statunitense che vive nella Manaus degli anni cinquanta. La sua prima storia di Tex come sceneggiatore è "Caccia all'uomo" disegnata da Fernando Fusco e pubblicata sul numero 183 della serie datato gennaio 1976. A gennaio 2007 ha preso il posto di Decio Canzio alla direzione generale della Sergio Bonelli Editore. Nel 2008 il comune di Milano lo ha insignito del prestigioso premio Ambrogino d'oro. Amato ed apprezzato per le grandi qualità di imprenditore, ma anche e soprattutto in veste di editore da tutti i fumettisti italiani che lo hanno avuto come icona nella loro crescita professionale.
Dicono di lui che ha sempre fatto il buon padre, senza mai tarpare le ali ai giovani talentuosi del comics nostrano. Antonio Lenoci