L'intero settore del restauro, che in Toscana conta 5000 imprese e ben 19.000 addetti, rischia di cadere in una grave crisi per la confusione causata dalla disciplina di qualificazione del settore, il "DDL modifica art. 182 Codice dei Beni Culturali". Per questo motivo il Presidente CNA Toscana Valter Tamburini ha chiesto l’appoggio e l’intervento della Regione e dei Parlamentari toscani. “è un intervento urgente quello che chiediamo al Presidente Rossi e ai Parlamentari – spiega il Presidente Tamburini - poiché nel mese di settembre la Conferenza Stato Regioni, in seduta congiunta del Coordinamento Attività e Beni Culturali e del Coordinamento Professioni, sarà chiamata ad esprimere un parere al Ministero sullo schema del disegno di legge di modifica dell'art.
182 del Codice dei Beni Culturali, che dovrebbe normare la fase transitoria della disciplina di qualificazione dei restauratori. CNA non chiede sanatorie, ma il riconoscimento di esperienze e percorsi lavorativi certificati anche da Enti statali quali le Soprintendenze, che dal 2001 al 2009 (periodo cui si riferisce la fase transitoria della disciplina di qualificazione dei restauratori) hanno continuato ad affidare i lavori ad esperti, rilasciando loro la regolare documentazione di corretta esecuzione del lavoro, documentazione che però, con l’applicazione di tale DDL, non avrebbe alcun valore per ottenere la qualifica di restauratore con la conseguente disparità di trattamento tra persone che hanno svolto identica esperienza professionale seppur in anni diversi”. CNA ha elaborato una proposta di modifica che si articola su 3 punti chiave: il riconoscimento della qualifica di restauratore anche per chi ha conseguito titoli e/o riesca a dimostrare gli otto anni di esperienza necessari successivamente al 2001; la prova d’idoneità, con valore di esame di stato abilitante, sin da subito ripetibile e con cadenza programmata fino alla definitiva entrata a regime del nuovo sistema di abilitazione professionale di livello universitario e con la presenza nelle commissioni delle associazioni datoriali e sindacali dei restauratori; un sistema di crediti formativi che regolamenti l’accesso alla nuova qualifica di restauratore e di collaboratore restauratore. “I tagli alla cultura – ricorda infine il Presidente CNA Toscana - colpiscono anche i restauratori: l'industria culturale italiana produce oltre il 9% del Pil, mentre alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio viene destinato dallo Stato soltanto lo 0,09% del Pil, un centesimo di ciò che il mondo della cultura produce in Italia".