Firenze – “La differenza tra uomini e donne quanto a salute e sicurezza sul lavoro non si esaurisce certo nella gravidanza e nella maternità. Ci sono rischi fisici, chimici, biologici, psicologici, che sono diversi per uomini e donne che lavorano, anche nello stesso settore. Con il protocollo di intesa sottoscritto un anno fa con l’Inail per la prevenzione in ottica di genere, la Regione Toscana ha voluto dotarsi di uno strumento efficace per la comprensione del fenomeno e la definizione di strumenti adeguati per la prevenzione.
Ed è con grande piacere che partecipo oggi alla presentazione dei risultati della prima tranche del lavoro svolto congiuntamente da Inail, Regione Toscana e Università”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta stamani alla giornata su “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere”, organizzata a Villa Lemmi dalla direzione regionale toscana dell’Inail. Il protocollo siglato tra Regione e Inail esattamente un anno fa prevede una serie di attività da svolgere congiuntamente, anche con il coinvolgimento dell’Università: la stesura di linee guida per la prevenzione, la valutazione e la rimozione dei rischi in ottica di genere; l’elaborazione di moduli formativi per i responsabili della sicurezza, che tengano conto dei rischi di genere; indagini conoscitive, osservatori di realtà locali, e anche un portale dedicato.
“Nel protocollo – spiega l’assessore – si fa riferimento a una migliore progettazione dei luoghi e delle postazioni di lavoro, a una diversa organizzazione del lavoro, a un adattamento delle attrezzature; all’ergonomia dei posti di lavoro; alla necessità di individuare i rischi emergenti, legati alle innovazioni tecniche e alle evoluzioni sociali che comportano un incremento di stress e depressione; agli episodi di mobbing, intimidazioni, molestie, violenze. Con questo progetto comune tra Regione e Inail, vogliamo fare un passo avanti, un passo che ha una forte valenza culturale e che impone un approccio al tema della sicurezza sul lavoro a partire dal riconoscimento delle peculiarità legate al genere.
Se infatti consideriamo che abbiamo di fronte uomini e donne, e non genericamente ‘lavoratori’, mutano anche le modalità nel rimuovere o attenuare i fattori di rischio”. Per le lavoratrici, i settori più a rischio sono l’industria tessile, quella conciaria, quella alimentare, mentre per gli uomini il pericolo viene soprattutto dalle costruzioni, dai trasporti, dall’industria dei metalli. Le malattie professionali più frequenti tra le donne: tendiniti, dermatiti ed eczemi, affezioni dei muscoli.
Tra gli uomini, invece, ipoacusia, dermatiti, malattie dei tendini. E mentre dal 2005 assistiamo a una diminuzione sostanziale delle malattie professionali e degli infortuni per gli uomini, per quanto riguarda gli infortuni delle lavoratrici, la riduzione è iniziata solo nel 2008, e sta procedendo a un ritmo più contenuto. Dai dati Inail sugli infortuni sul lavoro nel periodo 2007-2009 in Italia risulta che alle donne nel 2007 sono accaduti 251.028 infortuni; 250.674 nel 2008; 244.368 nel 2009.
In Toscana, 21.177 nel 2007, 21.212 nel 2008, 20.391 nel 2009. Sul totale degli infortuni, la ripartizione tra uomini e donne è sempre, all’incirca, 70% agli uomini, 30% alle donne.