Firenze - «In Toscana oltre il 75 per cento dei piccoli comuni conta meno di 5mila abitanti e oltre 90 per cento di questi annovera produzioni enogastronomiche tipiche, preziose e di qualità. Pensare di abolire i municipi al di sotto dei 1000 abitanti vuol dire, in alcuni casi, perdere l’identità e la riconducibilità di prodotti legati a territori e microterritori, con una perdita tangibile in termini economici, oltre che storico-culturali». E’ quanto ha detto Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana alla maratona digitale organizzata da Uncem Toscana, a sostegno dei piccoli comuni.
Diversa, invece, l’esigenza di razionalizzare, dove possibile e utile, le risorse amministrative, evitando sprechi. «Gran parte dei prodotti agricoli tipici perderebbero – ha aggiunto Pascucci - con un colpo di spugna l’enorme valore aggiunto legato alla propria origine territoriale. A questa mannaia non potranno sfuggire i vini pregiati che hanno nella loro denominazione commerciale il nome di un piccolo comune. Basti pensare che i migliori vini regionali vengono prodotti nei piccoli comuni.
Si tratta – ha sottolineato Pascucci - di un provvedimento in grado di colpire al cuore la nostra agricoltura, fatta di piccole produzioni altamente pregiate e strettamente legate ai territori di origine. A rischio sono soprattutto le coltivazioni delle aree di montagna, o comunque scarsamente abitate, che sono riserve ricchissime di tradizioni che definiscono la nostra identità culturale e paesaggistica. Invece – ha proseguito - sarebbe da accogliere positivamente la logica del consorziare servizi, ottimizzare i costi e attivare sinergie tra i Comuni».
Secondo la Cia il taglio netto, non ponderato caso per caso, in nome di un presunto risparmio economico potrebbe rivelarsi un boomerang per molti territori che traggono profitti dall’enogastronomia tipica. Un risparmio vero sui comuni potrebbe arrivare invece dalla gestione associata dei servizi, già obbligatoria per tutti i Comuni con meno di 5.000 abitanti, una soglia che potrebbe essere tranquillamente aumentata e incentivata. E sulla manovra Finanziaria: «Una manovra dannosa, confusa, priva di misure essenziali per la crescita del sistema economico del nostro Paese – ha commentato Pascucci -.
Siamo in presenza ancora una volta di tagli indiscriminati e interventi penalizzanti. Per le imprese non vi sono misure adeguate per rilanciare sviluppo e competitività. Un discorso che vale soprattutto per l’agricoltura che, nonostante la sua grande vitalità, è alle prese con una situazione estremamente difficile, con costi in continuo aumento e una burocrazia veramente asfissiante. Eppure - ricorda il presidente della Cia - le forze sociali nelle scorse settimane avevano lanciato un importante messaggio al governo.
Nel documento unitario presentato si affermava: ‘la solidità dei conti pubblici va accompagnata e rafforzata con misure per la crescita dell’economia’».