Firenze - Applausi anche da esponenti del centrodestra al Presidente che ha difeso in aula il ruolo e la dignità del Consiglio provinciale: “L’abolizione delle province? Una cortina fumogena che è servita per coprire il fatto che nessuno parla più di riduzione dei parlamentari e anche della riduzione del loro stipendio. Ma la decisione sconclusionata sulle Province che è stata presa dal Governo provocherà addirittura costi maggiori. E, al posto della auspicata semplificazione si avrà ancora più complicazione”.
Questo, in sintesi, il succo dell’intervento svolto in aula da Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, nel corso della seduta odierna del Consiglio provinciale. Nel suo discorso Barducci ha difeso anche il ruolo e la dignità del Consiglio provinciale, strappando applausi anche dalle opposizioni di sinistra e da alcuni esponenti del centrodestra. “L’antipolitica produce dei mostri, perché questo è il profilo di una campagna che ha demonizzato le forme di partecipazione – ha detto Barducci.
Io rivendico il fatto che si possa partecipare, che si possa discutere e che si possa stare qui ad affrontare i problemi importanti per la nostre comunità, senza doversi vergognare”.Il Presidente della Provincia ha poi evidenziato i rischi a cui si va incontro con l’applicazione del disegno di legge costituzionale approvato dal Governo: Un vero ‘disastro istituzionale’ lo ha definito Barducci. “Noi rischiamo di consegnare alle grandi città, alle comunità più grandi i destini dei territori.
Ed è per questo che c’è bisogno di un Ente intermedio di area vasta, legittimato dal consenso popolare che consenta di assumere le scelte, giuste o sbagliate che siano, in modo del tutto indipendente”. “Questo è il frutto dell’antipolitica – ha aggiunto Barducci - che concede all’opinione pubblica un capro espiatorio per un pugno di voti. La responsabilità maggiore è di chi governa, certo, ma vi sono anche responsabilità chiare e individuate in certi settori del centrosinistra.
Questa è una modalità che io respingo con determinazione, perché è una politica cattiva che fa male al Paese e che non ci porta da nessuna parte”. “Nel disegno di legge – ha fatto notare Barducci - non c’è niente sulle città metropolitane, per cui si presuppone che fatta la legge costituzionale ci sarà poi bisogno di una legge ordinaria dello Stato per ridefinire lo status delle città metropolitane che, invece, restano anche in Costituzione”. “In questa legge si trova un passaggio che a me fa rabbrividire - ha spiegato Barducci - perché si dice: lo Stato con propria legge ordinaria riorganizzerà tutte le sue presenza sul territorio sulla base delle scelte che saranno maturate in ambito regionale.
Il prodotto finale sarà quindi una moltiplicazione all’infinito dei livello statali sul territorio, con aumento dei costi e con una dispersione di competenze e responsabilità”. “Si può ragionare in questo modo? – ha concluso Barducci - Vi pare una cosa normale che questa legge sconclusionata sia il prodotto di un dibattito che ha inchiodato l’Italia per qualche mese?”