Ieri sera Alberto Arbasino ha rifiutato il premio Boccaccio, proprio al momento della consegna a Certaldo. "Sono qui da due giorni a sentire stupidaggini: questo premio non lo voglio, tenetevelo", ha detto lasciando la sala. “Il Premio ad Alberto Arbasino era stato deciso dalla Giuria del Boccaccio, composta da rappresentanti della cultura italiana il cui giudizio, per il Comitato, è insindacabile. Per questo motivo Arbasino resta il vincitore del 30° Premio Boccaccio assieme a Enrico Mentana per il premio Montanelli e Kamila Shamsie per la sezione internazionale.
Questo perché il tributo che i giurati avevano voluto dare alla sua storia ed alle sue opere non può essere inficiato da un evento del genere, seppur spiacevole. Arbasino avrà avuto le proprie motivazioni, ma ci avrebbe fatto piacere se ce le avesse spiegate in modo più pacato, così da consentirci di venire incontro alle sue esigenze come era stato fatto fino a quel momento e come egli stesso aveva riconosciuto dichiarando in una intervista Rai un attimo prima dell'inizio della cerimonia la propria soddisfazione per il ricevimento del Premio”.
Parla così Simona Dei, componente del Comitato del Premio, all'indomani dello spiacevole episodio avvenuto durante la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori dell'edizione 2011. E' proprio il caso di dire “gente che va, gente che viene”: alla plateale uscita di scena di Alberto Arbasino è seguito l'altrettanto spettacolare arrivo di Enrico Mentana che, trattenuto a Roma da improrogabili impegni lavorativi, pur di essere presente alla cerimonia ha noleggiato un elicottero che lo ha 'depositato' a Certaldo giusto in tempo per vivere il proprio momento sul palco di Palazzo Pretorio.
“Credo che sia comunque un significativo indice dell'importanza che il Boccaccio ricopre dopo questi 30 anni di vita – continua Dei - Un gesto che ci onora perché simboleggia l'autorevolezza e la credibilità che la nostra manifestazione riveste”. Subito dopo l'uscita di scena di Arbasino anche il sindaco di Certaldo, Andrea Campinoti, ha preso la parola per difendere il Boccaccio dalle accuse rivolte. E lo ha fatto, come si usa dire, 'senza se e senza ma', con un discorso breve ma intenso e molto sentito, che gli è valso cinque minuti di applausi da parte del pubblico in sala.
“Il Premio Boccaccio si fa da 30 anni con grande impegno e sacrificio da parte di molte persone, che passano mesi a contattare autori, valutare libri, cercare sponsor, organizzare la manifestazione in ogni dettaglio. Sicuramente non siamo perfetti, e chiediamo scusa per i nostri difetti. Ma per la serietà e l'onestà con la quale lavoriamo, ci meritiamo e pretendiamo rispetto”.