Grande fine settimana al Teatro Manzoni di Pistoia con una primadonna della scena nazionale: ADRIANA ASTI, vincitrice proprio con lo spettacolo STRAMILANO-DíeNòTT Storie di una città tra musica e parole del Premio ETI 2004/Gli Olimpici del Teatro quale miglior interprete di monologo o “one man show”.
Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2002 con uno straordinario successo di pubblico e critica, ha ottenuto anche il Premio dell’Associazione Nazionale Critici Teatrali, affronta ora il terzo anno di tournée teatrale con un’Adriana Asti in grandissima forma, “signora della scena sempre, per grinta, grazia e ironia …”
Una donna di Milano guarda l’evoluzione della sua città che lentamente sta mutando e le diventa estranea.
Questa donna è un’attrice, Adriana Asti: ed è lei, con la sua voce e la sua “milanesità”, a condurre lo spettatore in questo labirinto apparentemente inestricabile e pieno di suggestioni. Il mondo dell’Italia del Nord, della civiltà lombardo-veneta, o meglio ancora della civiltà milanese si compone attraverso le testimonianze, le voci, i suoni, i rumori, le musiche, i momenti non vissuti e raccontati, quasi fossero lampi o intervalli, in un grande labirinto che Adriana Asti interpreta e vive.
Labirinto nel quale si intrecciano e si disperdono parole e musiche di autori che per citarli in (dis)ordine alfabetico sono: Francesco Antonacci, Alberto Arbasino, Cletto Arrighi, Arrigo Boito, Alfredo Bracchi, Pino Calvi, Fiorenzo Carpi, Camilla Cederna, Paolo Conte, Lucio Dalla, Giovanni D’Anzi, Emilio De Marchi, Carlo Dossi, Sergio Endrigo, Ferdinando Fontana, Franco Fortini, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Alessandro Manzoni, Marf, Giuseppe Marotta, Vittorio Mascheroni, Enrico Molaschi detto il Barbapedanna, Gino Negri, Carlo Porta, Luciano Ramo, Gaetano Sbodio, Ernesto Sigismondi, Delio Tessa, Giovanni Testori, Roberto Vecchioni.
Scrittori e musicisti di Milano o che di Milano hanno scritto, costruiscono attraverso la voce e l’interpretazione di Adriana una visione personalissima e soprattutto insolita della città.
Un gruppo di “musicanti” accompagneranno l’attrice nel suo monologo (se monologo si può definire) citando motivi più o meno famosi, temi familiari al cuore del pubblico per evocare ricordi di tempi lontani o prossimi.
Delirio milanese? Forse. Ma delirio che non vuole essere milanese soltanto.