Il Pd fiorentino, "boicotta" la raccolta firme dell’Idv per il referendum abrogativo del porcellum e per la legge d’iniziativa popolare per l’abolizione delle province. L'accusa parte dai vertici IdV che alla Festa Democratica si sono visti allontanare. La sera di martedì 30 agosto, intorno alle 22.30, all’ingresso secondario della Festa Democratica delle Cascine, a Firenze, alcuni dirigenti Pd hanno minacciato di chiamare la polizia municipale se non fosse stato spostato il tavolino Idv predisposto per la raccolta firme. “Il Pd continua a mostrare le sue spaccature e mentre in alcune realtà si dichiara favorevole e addirittura i suoi iscritti ci aiutano nella raccolta firme, altrove, e in particolare a Firenze, i nostri gazebo vengono letteralmente boicottati”, dichiara Daniela Sgambellone, Responsabile Comunicazione Idv Toscana.
“Un fatto inspiegabile, specie alla luce delle autorevoli firme democratiche per il referendum antiporcellum, come quelle di Romano Prodi e Walter Veltroni, di Arturo Parisi, che addirittura è tra i promotori, e, non ultimi, del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e del Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Lo stesso Segretario Bersani si è dichiarato disponibile alla raccolta delle firme alle feste democratiche, che sono notoriamente un importante luogo di aggregazione.
Invece, a Firenze tira un’altra aria, in barba al grande entusiasmo che i nostri banchini stanno raccogliendo anche tra militanti e simpatizzanti democratici”. “E’ incredibile quanto è successo martedì sera – spiega la Coordinatrice cittadina di Idv Firenze e Responsabile della raccolta firme, Cinzia Niccolai – stavamo raccogliendo le firme con un solo tavolino (senza gazebo) nello spazio tra la tramvia e l’ingresso secondario della Festa Democratica quando l’organizzazione della festa, ci ha invitato ad andarcene, minacciando di chiamare la polizia municipale se non lo avessimo fatto, forte del fatto che la nostra occupazione di suolo pubblico non era propriamente in quel punto delle Cascine.
A nulla sono valse le nostre argomentazioni sul fatto che non eravamo di nessun intralcio per la festa e che quella era una posizione più visibile per la raccolta. Anzi, come era doveroso, avevamo parlato in precedenza per informarli, come gesto di cortesia tra appartenenti alla stessa coalizione, dell’intenzione di raccogliere le firme nelle immediate vicinanze della Festa Democratica senza ricevere alcun veto se non quello riguardante l’interno dell’area”. “Del resto l’atteggiamento di una certa parte Pd non ci sorprende”, sostiene Niccolai.
“Anche per la raccolta firme per i tre referendum (acqua, nucleare, legittimo impedimento) dell’anno scorso, abbiamo subito una sorta di analogo boicottaggio, per poi vedere, alla festa per la vittoria referendaria a S. Ambrogio del 13 giugno, sventolare le bandiere del Pd come se fossero stati gli autori del successo. In quell’occasione però, per spirito di coalizione e coesione, nessuno fece loro notare che erano saliti all’ultimo momento sul carro del vincitore senza aver raccolto una sola firma né facilitato il successo”. “Ierisera l'Idv toscana ha fatto un piccolo record: due strumentalizzazioni nel giro di un minuto.
Il primo è stato il tentativo di trasformare una raccolta di firme per il referendum in una campagna elettorale estemporanea a proprio vantaggio. Il secondo è stato cercare di sfruttare il successo della Festa Democratica di Firenze posizionando il proprio banchino in un luogo diverso da quello in cui erano stati autorizzati dal Comune”. Così Cecilia Pezza del PD metropolitano di Firenze risponde all'Italia dei Valori toscana, che ha accusato il PD di “boicottare la raccolta firme per il referendum”.
“Noi – dice Pezza – non boicottiamo nulla e non abbiamo il vizio di mettere il cappello sulle iniziative che partono da altri, che siano partiti politici o movimenti della società civile. Se il comitato referendario vorrà partecipare alla Festa Democratica di Firenze con la raccolta firme, saremo ben contenti di accoglierlo. In questo senso – continua l'esponente del PD metropolitano di Firenze – siamo in contatto con Libertà e Giustizia per ospitare allo spazio PD della Festa, appena sarà possibile e se lo riterranno opportuno, i moduli di raccolta delle firme per la cancellazione del porcellum”. “Ma non è accettabile – conclude Pezza – l'arroganza con cui ieri sera alcuni esponenti dell'Idv toscana si sono presentati alla Festa, sistemando peraltro il banchino per la raccolta firme (corredato più di manifesti politico-elettorali che per il referendum) da tutt'altra parte rispetto al luogo dove erano stati autorizzati a metterlo.
Non sono loro il partito che invoca sempre il rispetto delle regole?”. “Le accuse di strumentalizzazione da parte del Pd fiorentino sfiorano quasi il ridicolo. Ripenso alle bandiere democratiche alla festa per la vittoria referendaria di giugno, dopo che il Pd non ha raccolto nemmeno una firma, e mi vengono grandi dubbi sulla volontà di collaborare a questa nuova battaglia referendaria millantata da Cecilia Pezza”. Lo dichiara, in una nota, Daniela Sgambellone, Responsabile Comunicazione Idv Toscana. “Mi domando poi – continua Sgambellone – anzi domando alla Pezza, perché mai si mostra, certo solo a parole, tanto prodiga nei confronti di Giustizia e Libertà, che sta dando un grande contributo alla raccolta, mentre invece ha montato un caso inesistente con i militanti di Italia dei Valori, che per giunta stavano raccogliendo le firme al di fuori della Festa Democratica, avvisando gli organizzatori e riscontrando, guarda un po’, molta sorpresa tra i partecipanti per non essere stati invitati all’interno.
Si vede che per qualcuno, rispettare le regole significa calcolare i metri, perché di metri si tratta, di distanza tra il luogo effettivo del banchino e il punto di raccolta, piuttosto che proporre vere politiche di democrazia partecipata e contenimento della spesa pubblica. In due ore abbiamo raccolto circa 150 firme, a vantaggio della collettività e non dell’Italia dei Valori”. “Vorrei ricordare alla dirigenza fiorentina del Pd – conclude Sgambellone – che lo stesso Segretario democratico Pierluigi Bersani ha dichiarato la totale disponibilità di ospitare nelle Feste i banchini referendari.
Noi non vogliamo mettervi nessun cappello, e siamo anche disposti a spogliarci dei nostri simboli pur di raggiungere questo obiettivo di democrazia, come abbiamo fatto già presente la sera della triste diatriba. Allo stesso tempo, però, auspichiamo che anche da parte dei democratici alle parole, anche autorevoli, spese possa seguire qualche fatto concreto. È troppo facile ricordarsi dei cittadini solo quando c’è da festeggiare una vittoria… degli altri”.