Le incognite della manovra di Berlusconi

Scaricati in periferia i costi del risanamento. Dalla Toscana giudizio negativo per la scelta demagogica del Governo. Manciulli: "Il Pd nazionale presenti al più presto la sua manovra". PdL: "Non sprecare l'occasione di una vera riforma efficace"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 agosto 2011 01:22
Le incognite della manovra di Berlusconi

Tasse sulle rendite, libertà di licenziare, accorpare festività. Dai trasferimenti per i dipendenti pubblici all'abolizione dei mini-enti. L'accordo nel governo, alla fine, è stato trovato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti venerdì il primo testo della manovra economica, che dovrebbe portare alle casse statali 45,5 miliardi di euro. Ma è una bocciatura senza appello il parere degli Enti locali sulla manovra economica del governo. Se la manovra varata ieri dal Consiglio dei Ministri sarà approvata dal Parlamento, in Toscana quante province scompariranno? Il Governo scopre le carte della finanziaria da 45 miliardi, coprendo di angoscia gli amministratori degli Enti locali e scaricando su ceti popolari e medi, su provincie e piccoli comuni, il problema dell’ economia italiana, rincarando le tasse e abbassando quei servizi indispensabili.

La terza manovra in 12 mesi, “correzione” senza riguardo dei comuni livellandoli in base alla popolazione ma senza tener conto della centralità unica che una amministrazione comunale possiede in un territorio. "Una manovra discriminatoria che colpisce soprattutto i lavoratori dipendenti, in special modo le donne, i giovani in cerca di lavoro e i precari. E poi un riassetto istituzionale del tutto improvvisato". Questo il severo giudizio espresso da Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, in merito alla manovra decisa dal Governo.

"Come è noto, a Palazzo Medici Riccardi – aggiunge Barducci - non siamo mai stati contrari ad un riordino delle Province, una revisione anche nel loro numero complessivo. Il problema grave è costituito dal fatto che il governo Berlusconi su questo tema non ha un vero disegno, ma vara un provvedimento che è soltanto frutto dell’emergenza. Il riassetto istituzionale non può essere fatto un tanto al chilo. Gli interventi su organismi previsti dalla Costituzione non possono essere solo una questione di numeri, ma vanno affrontati in modo ponderato".

"In questa situazione di pressapochismo – afferma ancora il Presidente Barducci- sbalordiscono ancor più le dichiarazioni di disponibilità espresse dall’Onorevole Di Pietro nei confronti delle decisioni assunte dal Governo. Una presa di posizione, quella dell’Idv, davvero sorprendente. Viene da dire: che cosa non si farebbe per un pugno di voti!". «Stando alle delucidazioni del ministro Calderoli, i criteri per la soppressione delle Province sarebbero dunque due: avere 300.000 abitanti oppure una superfice superiore ai 3000 kmq.

-è la dichiarazione di Leonardo Marras, presidente Provincia di Grosseto- La Provincia di Grosseto, con i suoi 4.500 kmq, sarebbe quindi “salva”. Questo tuttavia non toglie nulla al giudizio assolutamente negativo sulla scelta fatta dal governo, che rimane demagogica e inefficace rispetto al contenimento dei costi. Si continua infatti a non voler fare un ragionamento serio sui criteri di rappresentanza politico-istituzionale dei territori, né a ragionare in termini concreti sulle funzioni svolte dalle Province e sulla sovrapposizione di competenze.

Il Parlamento deve cambiare radicalmente approccio, a partire dal ruolo delle aree metropolitane». "E'un momento drammatico quello in cui versa il paese. E'finita l'era dell'illusionista Berlusconi che per anni ha provato a convincere gli italiani che tutto andava bene e ora il conto lo pagano gli enti locali e quindi i servizi ai cittadini. Non e' un'esagerazione definire "macelleria sociale" la manovra approvata ieri dal Governo". Così il segretario del PD della Toscana Andrea Manciulli, il coordinatore Luca Sani e il responsabile enti locali Stefano Bruzzesi sulla manovra approvata dal governo.

"Per anni Berlusconi ha mostrato spudorati sorrisi di ottimismo alle tv nelle case delle famiglie che invece vedevano tutto un altro mondo mentre lui ripeteva la solita tiritera sul disfattismo dei "soliti comunisti". E cosi', dopo una manovra gia'violenta come quella scorsa,ora ne arriva un'altra peggiore,un "killeraggio" verso i ceti popolari e medi che hanno gia'dato abbondantemente per riparare alla crisi e ai danni di un governo incapace.L'immobilismo di questi anni, l'aver messo la testa sotto la sabbia negando e rimandando i problemi economici hanno portato al risultato odierno.Ancora una volta si privilegia la rendita a danno dei redditi che muovono l'economia.La tecnica del governo e'quella di sempre: tagliare agli enti locali e scaricare cosi' su di loro l'onere di tagliare i servizi.I cittadini devono sapere che il governo mette le mani nelle loro tasche perche'i servizi non potranno più essere garantiti,trasporto pubblico,welfare,contributi agli affitti,o dovranno essere alzate le tariffe perche'i comuni non hanno più risorse.Il federalismo e'stato cancellato ancor prima di essere realizzato"continuano gli esponenti PD.

Il segretario regionale del PD Manciulli,cosi'come il presidente della Regione Rossi,chiede per questo che il PD nazionale presenti al più presto una manovra alternativa "perche'qui pagano sempre gli stessi.Dobbiamo pretendere che la parte più ricca del paese contribuisca in maniera determinante al risanamento e che lo facciano coloro che spesso non pagano, attraverso una seria lotta all'evasione fiscale.I primi a contribuire devono essere quelli che hanno di più" conclude il Pd toscano. "Quello che emerge da decreto anti crisi varato ieri dal Governo getta le basi per una vera riforma e riorganizzazione degli enti locali" Si esprimono così Nicola Nascosti - Coordinatore provinciale del PdL di Firenze - Samuele Baldini e Massimo Lensi - rispettivamente Capogruppo e Vice Capogruppo del PdL in Provincia di Firenze.

"Non possiamo non esprimere soddisfazione - continua la nota - per i contenuti che riguardano, nello specifico, gli enti locali. Fusione dei Comuni, accorpamento delle Province e superamento degli enti intermedi sono state le nostre proposte da sempre - specialmente nelle ultime settimane. Dalle prossime elezioni vi sarebbe la soppressione di quelle Province relative ad una popolazione complessiva al di sotto dei 300.000 abitanti, ovvero 36 enti enti sparsi nell'intero territorio nazionale. Nel testo è prevista poi la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti - sarebbero coinvolti circa 1.500 enti su un totale di circa 8 mila - e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.

Insomma, proseguono Nicola Nascosti, Samuele Baldini e Massimo Lensi - si gettano le fondamenta per lavorare, per quanto riguarda le Province, in un'ottica di area vasta e per quanto riguarda il Circondario ad un suo definitivo superamento. Pertanto riteniamo necessario - da subito - rimettere mano alla c.d. "Riforma Nencini" partendo magari da una costituente con l'Upi regionale analizzando gli effetti della manovra nella nostra Regione e conseguentemente riassegnando funzioni e deleghe. Non si perda e l'opportunità di operare quella semplificazione amministrativa e funzionale interpretando - magari - la volontà del legislatore come l'occasione di creare quei surrogati dei quali nessuno sente davvero la necessità.

Per quanto riguarda il nostro Ente - continuano Baldini e Lensi - avvertiamo la necessità di declinare i lavori della Commissione speciale Città Metropolitana della Provincia di Firenze - in un momento di approfondimento "vasto" che possa allargare i propri lavori ad un progetto di area con Prato e Pistoia. Nel solco della riforma - concludono gli esponenti del PdL - tracciata dal decreto anti crisi del Governo si aprano quanto prima le riflessioni del caso per procedere, entro la fine dell'anno, a quel progetto di semplificazione non solo politica ma soprattutto amministrativa che risponda ai bisogni dell'attuale momento storico ed economico". "La coesione sociale, richiamata dal Presidente della Repubblica, con questa manovra in montagna è semplicemente defunta".

Così Enrico Borghi, vicepresidente Anci con delega alle aree montane e presidente Uncem, interviene dopo la riunione tra governo ed enti locali. "Stesso copione e stesso clichè che si ripete ormai stancamente da anni -osserva Borghi-. Un governo privo di idee che, pressato da eventi esterni e dall'ennesimo fallimento delle sue previsioni di bilancio, scarica in periferia i costi del risanamento anzichè mettere mano al patrimonio statale. Il tutto dopo la solita campagna di stampa tesa a mettere gli enti locali all'indice, nel solco della consolidata tradizione del "Dalli all'untore!".

Il risultato e' l'ennesima manovra recessiva, che non tapperà le falle di un bilancio statale ormai prossimo al collasso ma darà luogo al solito effetto placebo per le casse erariali. Mentre sul territorio verranno tagliati e colpiti i servizi ai più' deboli, e ai Sindaci si chiederà di fare da gabellieri inasprendo ancor più' la pressione fiscale. L'impasto di dirigismo e liberismo che ha sin qui presieduto le scelte di politica economica arriva qui alla sua migliore performance. La "rivoluzione liberale" viene evocata come nobile giustificazione ideologica per mettere mano alle risorse e alle proprietà delle collettività locali.

Ma quando si tratta di mettere in vendita il patrimonio dello Stato per chiudere i buchi di bilancio dello stesso Stato, la rivoluzione liberale lascia il posto a quella d'Ottobre! E quindi le Ferrovie dello Stato, la Rai che non trasmette più in montagna ma si fa pagare il canone, la Cassa Depositi e Prestiti con tutte le sue sterminate partecipazioni che ne fanno la nuova Iri devono rimanere saldamente nelle mani di chi oggi taglia a mani basse gli enti locali per pagare debiti che essi non hanno generato.

A proposito: tra le partecipazioni che si potrebbero cedere c'e' la golden share di quell'Enel che continua a colonizzare le montagne italiane, e che con l'indebolimento degli enti locali potrebbe continuare ad imperversare nella sua azione di spoliazione delle risorse naturali montane. Cominciamo da lì, e dal dare la possibilità agli enti montani di avere ritorni da queste immense ricchezze. Questo sarebbe anticipare il federalismo!" Dello stesso parere il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani che sottolinea come “la manovra del Governo così pensata, non porterà altro che disagi a chi, i disagi, già li vive ora.

“Penso ai cittadini dei piccoli comuni montani –ha aggiunto Giurlani - che vedranno non più garantiti i servizi minimi essenziali. I costi della politica devono essere tagliati altrove, laddove i risparmi avrebbero un vero senso, e non nei territori più deboli. Non possiamo accettare più lo stesso copione di sempre, siamo pronti alla mobilitazione”. Anche il Sindaco di Pelago Renzo Zucchini giudica assurda e pericolosa la manovra proposta dal Governo agli enti locali.

“Ai comuni vengono imposti tagli ulteriori e invece di rivedere il Patto di Stabilità stiamo assistendo all’affossamento del federalismo fiscale e al macello dei comuni che in questi dodici mesi, in particolare, sono chiamati a tagliare i propri servizi per risanare le finanze pubbliche, sacrificio che non possiamo più permetterci, anche perché – conclude il Sindaco – la ricaduta di questo scempio peserà sui cittadini, in particolare sulle fasce deboli e disagiate.” Partirà anche a Firenze dal prossimo 20 di agosto la raccolta di firme promossa dall’Italia dei Valori per il referendum di iniziativa popolare che chiede di abolire le province.

A darne notizia è il consigliere dell’IdV Giovanni Fittante. “L’IdV, alla voce ‘costi della politica’, passa dalle parole ai fatti – ha dichiarato Fittante –. Ora tocca ai cittadini, e siamo sicuri che faranno la loro parte. Da parte nostra era fondamentale garantire l’adesione della nostra città a questa importante iniziativa. Da sabato prossimo saremo attivi per la raccolta, e informeremo puntualmente i fiorentini su dove poterci trovare per mettere la propria firma per il referendum”.

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