Aduc: “Biglietti aerei low cost e servizi 'addizionali'”

L'Associazione per i Diritti dei Consumatori ha stilato un elenco con “alcune fregature dietro l'angolo”. Ecco come difendersi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 agosto 2011 16:57
Aduc: “Biglietti aerei low cost e servizi 'addizionali'”

Firenze - Costi addizionali per pagare via internet un biglietto aereo acquistato con carta di credito. Uno o piu' euro per non aver stampato a casa la carta d'imbarco. E per il controllo bagagli. Da 6 a 10 euro per avere il biglietto cartaceo. Tasse, ricarichi e imposte obbligatorie o prevedibili. I viaggiatori aerei che usano abitualmente il low cost conoscono grossomodo le tasse e i costi che molte compagnie aggiungono ai biglietti che vengono venduti a prezzi molto bassi e che alla fine, balzello dopo balzello, rendono spesso il biglietto meno conveniente.

La Commissione europea ha aperto un'indagine su questo sistema che lede i diritti dei passeggeri: l'intento è migliorare una legislazione che ha alcune lacune e consente a diverse compagnie aeree di coprire i costi base del loro servizio invece che offrire servizi addizionali. “Le attuali norme non impediscono che tali costi ci siano – si legge in una nota diffusa da Aduc - , ma prevedono che il viaggiatore ne sia informato fin dal momento della stipula del primo contratto d'acquisto.

E cosi' non e' sempre. Alcuni costi in piu' ,per esempio, non vengono aggiunti per servizi addizionali scelti dal passeggero, ma per tutelare la compagnia da cancellazioni e spese sui ritardi (come fa Ryanair con 2 euro per tratta) o per non meglio precisate 'spese amministrative'”. “Attendiamo quindi fiduciosi – fanno sapere da Aduc - quando, terminata l'indagine Ue in autunno, l'anno prossimo la Commissione decidera' gli eventuali provvedimenti per far fronte a questa situazione. Nel frattempo, pero', l'utente di questi servizi che prende una fregatura, cosa deve fare? Prima di tutto non demordere, magari spinto dalla voglia di non volersi imbarcare in richieste che spesso urtano su muri di gomma, pur in presenza di normative italiane e comunitarie che gli danno ragione in pieno”. “Di conseguenza, a fronte di un tentativo di ottenere il dovuto in modo conciliativo tramite una raccomandata A/R di messa in mora (2), se questa non dovesse funzionare o funzionasse solo in parte rispetto alle proprie richieste, puo' procedere in giudizio anche se il vettore aereo ha sede in altro Paese comunitario: nel caso di vettore con sede legale in Italia, il giudice a cui rivolgersi e' quello di pace; mentre nel caso di vettore con sede legale in altro Paese comunitario (per esempio Ryanair in Irlanda o Easyjet in Gran Bretagna), ci si puo' rivolgere sempre al giudice di pace della propria citta' ma con una procedura di “Giustizia Europea” che prevede l'immediata esecutivita' della sentenza nel Paese dove ha sede la compagnia”. L'Aduc, ovviamente, puo' fornire ulteriori informazioni pratiche e assistenza in merito: http://sosonline.aduc.it/info/consulenza.php

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