Diritto allo studio universitario: cosa cambia

La volontà di aumentare la trasparenza e l'equità nelle politiche per il diritto allo studio hanno ispirato le novità contenute nell'atto, tra cui la possibilita di introdurre fasce di reddito nell’erogazione del servizio ristorazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2011 21:39
Diritto allo studio universitario: cosa cambia

Firenze – “Davanti ad un Governo centrale che nel 2013 azzererà i fondi per le borse di studio, la decisione di confermare le nostre politiche sul diritto allo studio è un messaggio forte, ma è comunque necessario introdurre maggiori elementi di trasparenza ed equita'", queste le parole con cui Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega ai rapporti con le Università, ha sottolineato la scelta politica fatta dalla Toscana nella delibera approvata dalla Giunta sugli indirizzi per l’anno accademico 2011/2012 per l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.

Proprio la volontà di aumentare la trasparenza e l'equità nelle politiche per il diritto allo studio hanno ispirato le novità contenute nell'atto, tra cui la possibilita di introdurre fasce di reddito nell’erogazione del servizio ristorazione. I dettagli operativi su come applicare la divisione in fasce (minimo due) sono stati rimandati all’Azienda, ma gli indirizzi della Regione sono comunque chiari: occorrerà valutare le condizioni economiche dello studente per far in modo che chi ha condizioni di reddito migliori paghi qualcosa in più rispetto agli altri.

Considerando che il 44 per cento degli studenti che usano le mense universitarie a Firenze ha un isee superiore ai 70.000 euro, sembra giusto chieder loro di pagare una cifra leggeremente maggiore rispetto agli attuali 3 euro, per contribuire, così, ad incrementare le borse di studio di chi è svantaggiato. Un’altra novità riguarda la concessione del contributo di affitto previa visione della regolarità del contratto. In pratica, lo studente fuori sede che chiede il contributo di affitto dovrà dimostrare di essere 'alloggiato a titolo oneroso' per almeno 10 mesi annui.

“Anche in questo caso - prosegue Targetti - non è difficile capire che si tratta di una questione di trasparenza ed equità, ma in questo modo pensiamo anche di contribuire a far emergere lo scandalo del cosiddetto nero”. Un altro elemento di sostanziale novità – già previsto in teoria ma mai applicato nei fatti – riguarda la graduatoria unica regionale per le borse di studio (circa 11 mila in tutta la Toscana). Non ci saranno più, come accadeva fino a oggi, divisioni in quota per singoli atenei.

“Una scelta – sottolinea Targetti – che riteniamo possa garantire a tutti diritti uguali nonchè pari trattamento e omogeneità di valutazione sull’intero territorio regionale”. Anche i criteri di accesso alle borse di studio al primo anno sono stati aggiornati prevedendo come criterio secondario, oltre al reddito (che rimane il criterio principale), il voto di maturità. Tra l'altro a parità di reddito avrà la precedenza chi ha un più alto voto di maturità. "Noi crediamo nel valore del merito - spiega la vicepresidente della Toscana - come previsto dalla Costituzione, ma allo stesso tempo abbiamo confermato il reddito come criterio principale ed indiscutibile per l'accesso alla borsa di studio e questo ci differenzia fortemente da un Governo che in nome del merito sta uccidendo il diritto allo studio.

Vediamo che la legge Gelmini crea la fondazione per il merito, ma al tempo stesso il Governo azzera il fondo integrativo per il diritto allo studio".

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